Pecchia: "I primi 6 mesi qui sono stati difficili, ora vogliamo la A e rimanerci con ambizione"
Il mister del Parma Fabio Pecchia è stato ospite nei salotti di SportItalia nei quali ha parlato a 360 gradi nel corso della trasmissione condotta da Michele Criscitiello "SportItalia Mercato". Di seguito vi riportiamo le dichiarazioni rilasciate dal tecnico ducale durante il programma: "Sono ancora giovane, mi reputo un allenatore del futuro e resto grato a Rafa Benitez. In questo Parma c'è anche il ruolo dell'allenatore, ma un tecnico si può esprimere al meglio solo se ci sono tutte le componenti che lo consentono. Dopo la promozione storica di Cremona il mio lavoro lì era finito e ho preferito lasciare per cercare altre strade. L'opportunità del Parma mi è piaciuta moltissimo sin da subito: costruire un percorso insieme con un club ambizioso che idee molto chiare ed una filosofia ben definita, con la voglia di andare insieme nella categoria che più ci compete".
Il Parma è una società all'avanguardia sotto tanti punti di vista, quasi un gioiellino un po' sprecato per il campionato in cui compete.
"La nostra è una proprietà che è arrivata in un momento delicato del club e c'è una ristrutturazione in corso, una riprogrammazione. La filosofia è quella di puntare sui giovani e di costruire una squadra sostenibile composta da giovani di proprietà. A Cremona ero in un club che ha puntato su giovani italiani in prestito dai grandi club, mentre qui i giocatori sono di proprietà della squadra. Tutti i nostri ragazzi hanno grandi qualità e sono di prospettiva. Quello che vogliamo fare è raggiungere la Serie A, rimanerci ed essere ambiziosi".
Nel girone di andata avete ottenuto ottimi risultati, qual è il segreto per fare una grande seconda parte di stagione?
"Servirà continuità nel lavoro da parte di tutti, dall'area tecnica all'area medica, passando per l'area performance e quella della comunicazione. Abbiamo un grande gruppo di lavoro e dobbiamo continuare a fare quello che siamo in grado ancora da qui in avanti, tutti insieme. I numeri di quest'anno sono figli del lavoro svolto soprattutto nella stagione passata. In una squadra così giovane e multietnica creare un gruppo coeso come il nostro è la stata la cosa più bella, ma ci è voluto del tempo. I primi sei mesi sono stati impegnativi, con i tanti infortuni che abbiamo avuto, poi il girone di ritorno è stato in crescendo".
Questo è l'anno giusto?
"Non sono scaramantico, ma c'è poco da dire: ci vogliamo meritare sul campo la posizione di classifica che abbiamo e vogliamo mantenerla. Sappiamo che sarà un girone di ritorno molto agguerrito, tutti vorranno batterci, ma noi dobbiamo migliorarci continuamente. Se è l'anno giusto ne parleremo fra quattro mesi, dobbiamo tenere sotto osservazione continuamente i nostri valori di entusiasmo, energia ed esuberanza, com'è normale che sia per una squadra giovane".
A Firenze avete fatto una grande partita in Coppa Italia.
"Dopo un primo tempo del genere, giocando con quella personalità, con quel ritmo e quell'intensità lo 0-2 ci stava anche stretto. Abbiamo affrontato una grande squadra e avremmo meritato di passare il turno".
Bernabé è un predestinato da grande squadra?
"Mi auguro che continui a lavorare così e crescere per dimostrare il suo valore per le prossime diciannove partite. Soprattutto in quest'ultimo periodo ha dato grande continuità e forse la partita di Firenze in cui ha sfoderato una grande prestazione, come tutta la squadra, è stata da spinta per lui. L'anno scorso è stato complicato per lui, nei primi mesi ha avuto dei problemi fisici ed è stato un po' a corrente alternata, ma ora ha una consapevolezza diversa, così come Bonny, Man e tutti gli altri giovani. Predestinato? Lo vedremo, ha un grandissimo potenziale".
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