Il Parma ha cambiato pelle: l’arrivo di Cherubini conferma l’ambizione di Krause. Ora servono risposte dal campo: alla fine contano i risultati
E’ passata meno di una settimana dall’amaro e preoccupante pareggio contro il Venezia. Domenica scorsa al Tardini, il Parma ha toccato uno dei punti più bassi della stagione: un primo tempo orribile contro un avversario in emergenza, una piccola contestazione con striscione dei tifosi e soprattutto un forte nervosismo e anche tanto pessimismo attorno alla squadra. Serviva una scossa ed è arrivata: il ritorno di Krause in città ha portato ad una piccola rivoluzione e dato la svolta al mercato. La novità più importante riguarda senza dubbio il nuovo amministratore delegato del club, Federico Cherubini. Ancora una volta Krause cambia l’assetto societario, ma in questo caso decide di fare affidamento su un professionista navigato, che conosce bene i meandri del calcio italiano ed è allineato con la filosofia del club. Cherubini non ha di certo bisogno di grandi presentazioni: solo il futuro ci dirà se si è trattata di una scelta azzeccata, ma la certezza che si evince da questo annuncio è la grande ambizione di Krause. La sua gestione finora non è stata di certo impeccabile sul piano sportivo, ma, nonostante ciò, il presidente continua a rilanciare, fedele alle sue idee, per regalare un futuro radioso al Parma. Non è una cosa scontata e poche società in Italia hanno alle spalle un patron che garantisce questo sostegno. Detto ciò, menzione d’onore anche per Luca Martines, dirigente uscente, che si è distinto per valori umani oltre che profeessionali e per la sua capacità di rimanere legato al territorio e alla città. Una figura fondamentale in questi anni: ora toccherà a qualcun altro assumersi questo ruolo, la società dovrà esser brava a mantenere il legame con Parma anche senza di lui.
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Il cambio societario è manifesto dell’ambizione di Krause, ma se non bastasse anche il mercato conferma la chiara volontà di continuare ad investire. Sono arrivati due rinforzi nel giro di pochi giorni e altri ne arriveranno, già settimana prossima. Intanto il Parma ha accolto prima Ondrejka, esterno di belle speranze su cui il club ha investito una cifra importante e che, si spera, possa aver tempi di adattamento brevi rispetto al compagno che ritrova a Parma, Mandela Keita. Poi è arrivato Djuric, un giocatore ben diverso rispetto ai profili a cui il club ci ha abituato e forse anche per questo fondamentale. Intanto perché è un giocatore pronto subito, che permetterà di dare un ricambio di valore a Bonny e soprattutto perché aggiunge nuove soluzioni offensive: un giocatore con queste caratteristiche permetterà a Pecchia, a seconda dei momenti della partita, di poter cambiare completamente il piano tattico. Detto ciò, dove Djuric può fare davvero la differenza è fuori dal campo: il bosniaco diventa il giocatore più esperto dello spogliatoio e fin da subito gli è chiesto di diventare leader. All’esordio Vogliacco ha ben impressionato per personalità e atteggiamento, lo stesso è chiesto a Djuric, dentro e fuori dal campo. E magari anche ad uno dei prossimi rinforzi, visto che il mercato del Parma non si ferma qui.
Ora però torna a parlare il campo. Per quanto Pecchia abbia provato a difendere i suoi ragazzi, l’ultimo mese è stato tutt’altro che positivo per il Parma. La squadra è sembrata in evidente difficoltà e il rendimento ha rispecchiato la posizione di classifica che ora il Parma occupa. E che di certo non fa dormire sonni tranquilli. Il bel gioco di inizio stagione è completamente scomparso, per puntare a un ritrovato equilibrio. Condivisibile, ma questo non giustifica l’assenza totale di gioco e idee negli ultimi venti metri. La speranza è che gli acquisti possano dare nuova linfa ed entusiasmo ad una squadra che ora deve rialzare la testa e ritrovarsi. Le potenzialità per raggiungere l’obiettivo stagionale ci sono tutte, ma se si continua a lasciare punti per strada il percorso sarà in salita, anche perché, come più volte ribadito, il calendario non sorride. Domenica di certo non sarà una sfida semplice: quando si gioca a San Siro, strappare un punto è sempre un’impresa. Il Parma però ha l’obbligo di provarci e soprattutto di lanciare segnali incoraggianti. Pecchia finalmente potrà contare su una panchina sempre più ricca di alternative e nelle prossime settimane la squadra dovrà tornare a girare a pieno regime. Perché se le scelte societarie sono ambiziose, ma poi i risultati non arrivano, senza salvezza ogni progetto viene vanificato…
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