ESCLUSIVA PARMALIVE - Preiti: "Peccato per come è finita, ma continuo a seguire il Parma. Il rimpianto? Pereira"

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21.10.2015 20:18 di  Simone Lorini  Twitter:    vedi letture
ESCLUSIVA PARMALIVE - Preiti: "Peccato per come è finita, ma continuo a seguire il Parma. Il rimpianto? Pereira"
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Lunga chiacchierata con Antonello Preiti, direttore sportivo della Paganese, ma per le passate sei stagioni punto fermo nell'organigramma dirigenziale del Parma FC. A lui abbiamo chiesto qualche retroscena sulla scorsa, disgraziata stagione, partendo però dal suo nuovo inizio, in Campania, tre serie sotto il suo standard dell'ultimo lusto: "Tornare in Lega Pro non è stato facile, - ci racconta - ma l'importante è lavorare e quello che conta sono i progetti, è una frase che ripeto spesso. La Paganese mi ha lusingato con la sua offerta e ho preferito ricominciare da solo, dopo tanti anni, è un ruolo che mi gratifica".

Però qualche ex Parma l'ha portato con sè:
"C'è Mirko Esposito: era andato a Crotone a luglio e quando l'ho chiamato era entusiasta di proseguire la sua carriera con il sottoscritto. Probabilmente ti riferisci a Deli, Caccavallo e Bocchetti, tutti calciatori che sono passati da Parma, ma è un caso che li abbia ritrovati qui. Deli e Caccavallo erano già stati tesserati al momento del mio arrivo, mentre Bocchetti l'ho preso dalla Salernitana ed ha accettato con piacere di darci una mano con la sua esperienza". 

A mente fredda, come giudica la sua esperienza nel Ducato?
"Molto positiv, nel complesso a: sei anni non si possono dimenticare, penso che abbiamo fatto tante cose positive, anche negli occhi dei tifosi probabilmente rimane l'ultima annata, che è stata incredibilmente negativa. Complessivamente io credo il lavoro sia stato ben fatto, abbiamo anche raggiunto obiettivi prestigiosi. Purtroppo è finita come nessuno si sarebbe aspettato o avrebbe voluto". 

Il colpo a cui è rimasto più legato?
"A tanti: ogni acquisto ha un suo significato, ma vedere giocatori che raggiungono obiettivi importanti, come la Nazionale o l'arrivo in grandi squadre, di sicuro riempie di orgoglio. Dico Josè Mauri, è arrivato da bambino a Parma e si è conquistato grazie al lavoro suo e di chi gli è stato vicino, uno spazio importanti prima in Serie A e poi la chiamata della big. Ma anche Belfodil, Paletta, Sansone e tanti alti che ora dimentico: abbiamo portato a Parma tanti giocatori a zero che hanno fatto le fortune econimiche del club negli anni a seguire". 

E il flop più doloroso?
"In alcuni momenti ho pensato lo fosse Danilo Pereira, ma ora è finito al Porto, gioca in Champions League e si è conquistato anche un posto in Nazionale: evidentemente non avevo sbagliato. Anche da MacEachen mi sarei aspettato di più, però comunque ora milita nel Peñarol, che per il Sud America è un grandissimo club". 

Si è parlato tanto del caso Paletta negli ultimi giorni: lei come la vede e come l'ha vissuto?
"E' stata fatta una cessione alla luce del giorno: è arrivata in un Parma in grave difficoltà e la nuova società aveva dato degli input sui contratti pesanti. Credo che in quel momento il club ha fatto l'operazione che poteva fare, non c'erano molte scelte. I calciatori avevano voglia di cambiare aria e bisognava accontentarli, non credo che sia stato fatto il male del club e del ragazzo. Il Milan e Galliani si sono messi a disposizione del Parma e delle sue esigenze". 

A proposito, Leonardi lavora al Latina come se nulla fosse: giusto?
"Non sta a me giudicare: per il regolamento non è squalificato, le leggi lo permettono e quindi...". 

Ci fosse stata la chiamata da parte di Scala e Ferrari, sarebbe rimasto?
"Ho sempre detto, e lo ripeto, che le categorie non sono la priorità: io sono arrivato con delle persone che sono andate via tutte. La nuova società ha voluto gente nuova ed è una cosa capibile, nessuno mi ha mai interpellato durante i mesi difficili quindi la cosa era prevedibile. Per me contava dare la mia disponibilità, ai curatori e a chi aveva bisogno di una figura di riferimento in quei mesi difficili. Nulla da eccepire su quelle che sono state le scelte della nuova proprietà, che ha scelto di affidarsi a persone competenti e che alla piazza sono ben note. Sono felice della mia scelta ma il rammarico di aver concluso così male la mia esperienza in Emilia c'è, lo ammetto. Ma mai dire mai, sono convinto che chi opera nella maniera giusta poi viene premiato. Credo nella meritocrazia nel calcio, anche se so che sono uno dei pochi". 

Cosa pensa della squadra costruita da Galassi e Minotti?
"Una grande rosa, molto forte per la categoria, pronta a sbaragliare il campionato. A Pagani mi sono immerso nel nuovo progetto e lavoro strenuamente per il successo della squadra, ma nei ritagli di tempo grazie a ParmaLive continuo a seguire il cammino del Parma in Serie D. A dispetto dell'ultimo risultato, sono convinto che questa squadra, con un paio di ritocchi, possa non sfigurare nel campionato di Lega Pro. Sono state fatte scelte lungimiranti, tanti giovani in squadra, credo che il nuovo corso sia iniziato col piede giusto". 

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