Luca Martines: “Investiamo per rendere il Tardini moderno. L’industria del calcio è cambiata”
L’ultima puntata del programma "Goal Economy" con Marco Bellinazzo su Radio-TV Serie A con RDS ha visto come protagonisti due personaggi appartenenti allo staff dirigenziale gialloblu: si tratta di Luca Martines e Valerio Casagrande, rispettivamente Direttore Generale e CFO del Parma Calcio.
In particolare, Martines si è concentrato sullo stadio del Parma, l’Ennio Tardini, che quest’anno ha compiuto 100 anni di storia: una grande tradizione, che però necessita di essere resa più moderna. E il Parma vuole investire: “Negli ultimi 3 anni la partecipazione media a eventi casalinghi è incrementata, siamo passati da 13 mila a 15 mila l'anno scorso, a quasi 19 mila di quest'anno quindi lo stadio è un mezzo molto importante. Come tanti altri stadi, il Tardini ha 100 anni di storia ma nel suo impianto attuale ha una struttura degli anni ‘90, e un po' ammodernata negli anni 2000 e seppur funzionale ha una serie di carenze strutturali, quindi temi dell'inclusività e l'accessibilità, e infrastrutture che sono sempre più fondamentali per quello che riguarda non solo le licenze italiane ed europee e la capacità di girare le revenues dei diritti televisivi. Noi abbiamo degli stadi che hanno delle limitazioni anche per l'appeal televisivo, e il nostro progetto è iniziato 3 anni fa, ma rallentato per una serie di fatti, come l'elezione del nuovo sindaco e della nuova giunta comunale. Il primo progetto è stato presentato con la vecchia amministrazione poi si è atteso l'insediamento del nuovo sindaco che ha richiesto un po' di tempo. Siamo entrati in conferenza di servizi 15 mesi fa e a breve è attesa la luce verde. Nella prima fase della conferenza dove sono state avanzate richieste che hanno portato a una consistente produzione di materiale che abbiamo implementato da febbraio scorso e per la variazione della parte urbanistica abbiamo prodotto ulteriori documenti e attendiamo perché già nel corso degli anni abbiamo subito delle variazioni, i conflitti nell'est Europa hanno portato a prezzi altissimi le materie prime che a loro volta hanno portato ad un aumento del costo della manodopera e questo ha impattato in maniera importante. L'investimento complessivo è di 168 mln, di cui 140 a carico della proprietà, con una parte di prestito bancario e una parte cash del presidente”.
Infine, Martines ha parlato di come le società calcistiche odierne siano molto diverse rispetto al passato, più simili a moderne industrie: “Le società di calcio stanno cambiando. Le modalità con cui vengono gestite non sono più quelle degli anni ‘90, ma anzi a mio avviso si avvicinano sempre di più ad altre industries e trovare una giusta quadra tra proprietà americana che magari è un gruppo strutturato, con degli executives, con delle procedure diverse è un tema importante, perché i due mondi, società di calcio italiane e corporations americane, sono abbastanza distanti. Stanno convergendo ma bisogna trovare dei modelli efficienti di governance”.
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