Apolloni: "Che giocatore Veron! Ricordo quando venne a Collecchio e la grigliata con Asprilla..."
L'ex giocatore ed allenatore del Parma, Luigi Apolloni, ha parlato in esclusiva ai microfoni del Golden Foot, ripercorrendo alcune tappe della stagione 1998/1999, quando sulla panchina ducale si sedette Alberto Malesani. Questi gli aneddoti raccontati in occasione della premiazione di Juan Sebastian Veron insignito del Golden Foot Legend Award, grande innesto di quel mercato: "Mi ha sempre colpito la sua capacità di semplificare le giocate difficili, ti faceva divertire. Correva per tre, anche se in allenamento non amava molto essere vincolato alle questioni tattiche. Riusciva a cambiar gioco con lanci di 70 metri e te la metteva sul piede. Sapeva già le cose prima di farle, aveva un’intelligenza tecnica abbinata a doti tattiche. All’interno dello spogliatoio era un giocatore pacato, riflessivo però quando diceva qualcosa lo faceva con senso di appartenenza. Era un esempio, anche se negli allenamenti spesso si scontrava con Malesani. Sebastian era uno che amava stare con la squadra, ricordo che invitò me, Asprilla, Crespo, Sensini a casa sua per una grigliata. Qualche anno fa, quando allenavo il Parma in Serie B, mi venne a trovare nel centro sportivo di Collecchio e insieme ricordammo un po’ quelle annate lì. Mi fece molto piacere".
All'inizio di quella stagione si aveva la sensazione di avere qualcosa in più rispetto le altre: "Lo si vedeva durante gli allenamenti intensi di Malesani. Il mister è stato un buon allenatore che ha avuto anche la fortuna di aver dei giocatori intelligenti come Veron, Boghossian, una difesa mondiale, Buffon in porta, Cannavaro e Thuram erano i difensori centrali, Sensini. Capisci che era una squadra stratosferica. Il rammarico è non essere riuscito a vincere il campionato con una squadra così perché in difesa aveva quei giocatori lì, sulle fasce Vanoli e Benarrivo, c’era anche Mussi. A centrocampo Dino Baggio e Fuser, davanti aveva Crespo, Chiesa, c’era Stanic. Sono stati dei giocatori fondamentali. Crespo è stato ed è tutt’ora il giocatore più amato a Parma. Stesso discorso per Sensini, Nestor è stato uno dei giocatori più duttili, più utili al Parma di Scala e poi al Parma di Malesani e di Ancelotti. Un calciatore che poteva ricoprire più ruoli, la sua personalità e le sue conoscenze sono state importanti anche per l’inserimento di altri giocatori”.
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