Brescia, Cellino: "In B almeno dieci presidenti possono spendere più di me. La A non è un nostro obiettivo"
Attesa al massimo tra 10 giorni la sentenza del giudice del Riesame di Brescia circa la richiesta relativa al maxisequestro di 59 milioni di euro (beni mobili e immobili) di proprietà di Massimo Cellino, presidente del Brescia accusato di reati fiscali. Dopo l'udienza di ieri, come si legge su Tuttosport, il numero uno delle Rondinelle si è così espresso: "Sono una persona onesta e sono qui per dimostrarlo. Non penso ci sia un accanimento verso di me, ma non ho fatto ciò che mi attribuiscono. Sono richieste pazzesche mentre ero in aula e sentivo certe cose mi sembrava che stessero parlando di un’altra persona, non di me. Avrei fatto comunque questa squadra perché è l’unica che posso permettermi. Nel prossimo campionato di B ci sono almeno dieci presidenti che possono spendere più di me. Io sono comunque una persona ricca perché non devo soldi a nessuno e così anche il Brescia Calcio, che ha i conti a posto. Se in tribunale le cose dovessero andare male? Arriverà un amministratore più bravo di me e vorrà dire che me ne andrò in vacanza (dice sorridendo, ndr), ma sono convinto che non succederà. Cistana? Non abbiamo necessità di venderlo, ci faccia vedere quanto è forte e ci porti in Serie A. La A non è comunque un nostro obiettivo, dobbiamo prima di tutto salvarci. Per fortuna che è arrivato Pep Clotet, brava persona e ottimo allenatore. Perché non era rimasto? Aveva paura di deludermi e temeva che se avesse fallito avrebbe rotto la nostra amicizia".
LEGGI QUI - Brescia, Perinetti: "Serie B campionato meraviglioso, equilibratissimo e senza certezze di vittoria"