Reginaldo: "Dopo la retrocessione chiesi di restare a Parma: volevo riportarlo in A"

Reginaldo, ex attaccante del Parma, ha parlato ai microfoni di PianetaSerieB, tornando sugli anni vissuti in crociato: “È stata una parentesi bellissima. Quando arrivai la squadra era forte ma il gruppo non era unito, motivo per il quale purtroppo arrivò la retrocessione. Fui chiamato dal Torino e da altre ottime squadre di quegli anni, ma dissi al mio procuratore di voler restare a Parma, perché mi sentivo in colpa per la discesa in Serie B. Sapevo che la società avrebbe provato a risalire subito, basti pensare che dopo le prime uscite con Cagni in panchina arrivò Guidolin, e uno come lui in cadetteria già fu un segnale molto forte. Desideravo dare il mio contributo per riportare i ducali nel calcio che conta, perché era lì che una simile piazza merita di stare. Conseguito ciò, mi sentii a posto con la coscienza e feci la scelta di andare via”.
Poi sul Parma di oggi: "Parliamo di una squadra alla terza stagione consecutiva in Serie B, ma ritengo che l’aggiunta di quest’annata sia stata aver inserito calciatori mirati, di categoria. Vincere il campionato cadetto non è semplice, bisogna adattarsi alle difficoltà di un torneo dove le richieste tecniche, tattiche e atletiche sono importanti. Nell’organico attuale dei ducali sono presenti giocatori di qualità e, al contempo, quantità, fattispecie necessaria per competere contro compagini che sono tutte attrezzate e complicate da affrontare. Penso che questa essere la volta buona, mi auguro che sia così perché parliamo di una realtà con una struttura complessiva tale da non poter restare in B”.