Top X delle maglie - 5° posto: la maglia Parmalat della promozione in A

A cavallo tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio degli anni Novanta il colore distintivo del nuovo Parma, quello che creerà le fondamenta del Parma più vincente di sempre, sarà il bianco, senza più la croce nera che aveva dato identità alla squadra emiliana. La scelta di questo drastico cambio vestiario fu dell’allora direttore sportivo Riccardo Sogliano, che volle sfruttare al massimo l’apertura della FIGC alla sponsorizzazione delle casacche. Senza più la croce, lo spazio sul petto fu dedicato agli sponsor, prima Prosciutto di Parma a metà anni ’80, poi, la storia, con l’accordo con Parmalat nel 1987. Con l’ingresso del colosso mondiale del latte, il Parma mise le basi per una squadra vincente, che, nella stagione 1989-90, conquistò per la prima volta la promozione in Serie A.
Quella maglia si presentava con uno sfondo bianco, dominante, che richiamava appunto il latte main sponsor. Le maniche invece ripresero colore, ripresentando quel gialloblù che aveva scatenato forti polemiche negli anni ’50. In quegli anni infatti, il presidente crociato Bonifazio Meli Lupi di Soragna decise di rispolverare il gialloblù, pensando che la maglia crociata portasse sfortuna. Nonostante i buoni risultati del Parma gialloblù, i tifosi protestarono veementemente, costringendo la proprietà a tornare agli antichi colori a fine anni ’50. Archiviato, per altri motivi, il crociato, quella maglia 89-90 ripropose il gialloblù sulle maniche, trasformato in tante sottili striscioline orizzontali. Lo sponsor Parmalat, al centro della maglia, era di colore blu, lo stesso del colletto della divisa, con una accennata “v” a livello del collo. Quel Parma di Nevio Scala, con quella maglia e quei colori, coronò il sogno del presidente Ernesto Ceresini, che morì nel corso di quella stagione e non riuscì a festeggiare la prima storica promozione in A della sua creatura. Gli anni successivi furono i migliori della storia del Parma, che da neopromossa in A si impose in Italia e in Europa, diventando una mina vagante e tra le big del vecchio continente.