Buffon racconta Gigi Riva: "Una presenza rassicurante, ci siamo trovati subito. E' già nel mito"

Il portiere crociato Gianluigi Buffon ha preso parte alla produzione di Sky “Nel nostro cielo un rombo di tuono”, dedicata alla bandiera del Cagliari Gigi Riva. Tra aneddoti e ricordi, ecco le sue parole: “Gigi Riva penso che faccia parte di quella piccola serie di campioni che si fondono con il mito e che fanno parte già oltre che della storia calcistica proprio del mito italiano. La fortuna è che ho avuto l'opportunità di conoscerlo in età adolescenziale grazie ai racconti di mio padre. Credo che alla fine una responsabilità nostra come genitori, soprattutto quelli che amano lo sport e le grandi storie, sia quella di passare alcune storie, alcune perle di certe individualità che hanno avuto il coraggio di fare qualcosa, di non essere conformisti.
Sul rapporto con la bandiera del Cagliari: "Con Gigi abbiamo avuto una affinità elettiva fin dal primo giorno che sono arrivato in nazionale, senza parlarci ma solo annusandoci inizialmente, abbiamo capito che la sintonia era totale. Un po' per la nostra follia, per il senso di libertà che ci portiamo appresso e che facciamo vedere anche molte volte attraverso determinate scelte che possono sembrare insensate. Negli anni poi ho avuto la fortuna di condividere tantissimi eventi, tantissime competizioni, tantissime cavalcate, non ultima chiaramente quella del mondiale 2006 che ci ha visto gioire insieme. Nei pochi momenti di difficoltà che posso aver avuto, è sempre una stata una presenza rassicurante al mio fianco e ho sempre saputo che ci saremmo detti solo e comunque delle verità. Questo è un unicum nel mondo del calcio: riuscire a sviluppare un rapporto con una persona di totale lealtà. Con lui c’è stato dal primo giorno e prosegue ancora adesso, ogni tanto ci sentiamo ancora al telefono per parlare, farci due risate e rivivere due ricordi insieme.
Sull'importanza di certi riferimenti e sul documentario: "Queste figure ci possono aiutare a capire che non tutto si può comprare, c’è il grande orgoglio e il grande desiderio di un uomo di sentirsi padrone della sua vita, di essere protagonista nella sua vita e di andare sempre e comunque in cerca della libertà. Questo secondo me è l’insegnamento che ci ha dato Gigi con il suo modo di vivere. La libertà è quella cosa che ti fa respirare a pieni polmoni durante la giornata, che ti permette di guardarti allo specchio ed essere orgoglioso di te stesso. L’esperienza è stata bellissima, non da attore ma da divulgatore di ricordi, narratore di ricordi e in questo caso di personalità come quella di Gigi, che può sembrare complessa a chi lo vede dall’esterno. Per chi lo conosce invece è talmente chiaro, talmente lapalissiano chi è Gigi e come è fatto Gigi che dopo tre secondi sai già con chi hai a che fare. Guardate il documentario perché ci potrete trovare veramente l’essenza della vita, che è quella di dare priorità a determinati valori, tra i quali la riconoscenza, l’affetto e l’amore, che è quello che Gigi ha riversato sul popolo sardo, venendo poi giustamente ripagato. È un qualcosa che fa emozionare. Esce da quelle che sono le scelte da fare nel mondo d’oggi, che sono quasi banali da un certo punto di vista e non stimolano nell’uomo e nel ragazzo la curiosità, la sorpresa e la possibilità di sviluppare un’umanità migliore, una sensibilità più forte".
Un messaggio rivolto a Riva: "Ciao Gigione ti ricordo con piacere ma non dimenticarti che mi devi tantissimi soldi, perché tu non lo sai ma anziché chiederti una maglia, visto che l’amicizia è amicizia, la tua maglia me la sono comprata e ho dovuto pagare veramente tanto. Per cui Gigione mi devi tantissimi soldi, una parte dell’eredità mi raccomando, c’è Gigione che la aspetta. Ti voglio bene!”