Continuano le tensioni tra Romania e Kosovo: sfida sospesa e post gara infiammato
Tanta confusione ieri verso la fine della partita tra la Romania di Man e Mihaila ed il Kosovo del difensore del Napoli, Amir Rrahmani. 0-0 il punteggio fino al 96' quando i calciatori kosovari sentono provenire dagli spalti dello stadio di Bucarest dei cori pro-Serbia e decidono di abbandonare il campo senza il consenso dell'arbitro. Dopo una lunga attesa, il Kosovo ha deciso di non tornare in campo. Ora l'UEFA è chiamato ad esprimersi, ma la soluzione più probabile è il 3-0 a tavolino a favore della nazionale rumena. La "sfida" però è continuata nel post gara, con alcuni tesserati sia da una parte che dall'altra che hanno continuato a discutere di quanto successo. Duri scontri tra la stampa rumena e lo staff del Kosovo e anche parole pesanti tra il ct Lucescu ed esponenti della federazione Kosovara.
Rrahmani ha rilasciato queste dichiarazioni nel post partita: "Possiamo dire che tutto è iniziato prima dell'inizio della partita, perché la Romania ha fatto una campagna tutta la settimana affinché i tifosi non producessero incidenti del genere. Poi, durante la partita, abbiamo sentito più volte gridare contro di noi 'Serbia' e 'Kosovo e Serbia '...non da gruppi di tifosi, non da tutto lo stadio, ci sono stati cori individuali. E alla fine della partita, i tifosi hanno iniziato a cantare slogan razzisti e parole discriminatorie che si sono ripetute qui per la seconda volta, dopo un anno. Ho detto all'arbitro di ascoltare cosa gridavano i tifosi, lui non ha fatto niente, non ha voluto ascoltare. Dopo che gliel'ho detto la terza volta, ho detto finiamola e lasciamo il campo perché è una cosa totalmente sbagliata. La Federazione rumena era consapevole che ciò sarebbe accaduto. Dopo essere entrati nello spogliatoio, i tifosi hanno iniziato a gridare ancora più forte 'Kosovo e Serbia'. Così abbiamo deciso di non tornare in campo, come abbiamo fatto l'anno scorso. La UEFA deve prendere determinate decisioni, perché siamo giocatori e siamo venuti qui per rappresentare la nostra gente e il nostro Paese. Nel nostro passato sono morte tante persone nelle stragi, e quello che è successo oggi è già troppo. Smettiamola! Tutti devono sapere che il Kosovo è il Kosovo o il Kosovo è l’Albania. Ed è qui che tutto si ferma”.
Anche la Federazione Kosovara non le ha mandate a dire attraverso un comunicato ufficiale: "Noi, la squadra, la nazionale e la federazione abbiamo deciso di non partecipare a una partita in cui i valori fondamentali della UEFA non vengono rispettati. Inoltre, non si tratta solo di mancanza di rispetto, si tratta di razzismo e discriminazione ed è per questo che noi abbiamo deciso che non possiamo permettere cose del genere perché è la seconda volta che succedono nello stesso stadio. Lo abbiamo deciso insieme all'allenatore e alla direzione della federazione ".
Si è schierata anche la Federazione Rumena, che ha risposto alle parole da parte della nazionale avversaria: “Deplorevole il gesto della squadra in trasferta, che ha scelto di lasciare il campo senza il consenso dell'arbitro, rifiutando di concludere la partita in campo, nello spirito del fair-play, che riflette una mancanza di rispetto non solo per il calcio, ma anche per la professione del calciatore”.
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