Focus - Proprietà e presidenti: com'è cambiato il Parma negli ultimi 25 anni

12.11.2014 19:30 di  Giuseppe Emanuele Frisone   vedi letture
Focus - Proprietà e presidenti: com'è cambiato il Parma negli ultimi 25 anni
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

I giorni concitati vissuti attualmente dal Parma FC ci inducono a lanciare uno sguardo al passato, alla storia recente della stessa gloriosa squadra emiliana: l'ultimo quarto di secolo, che coincide con la quasi ininterrotta permanenza nella massima serie, ha portato in dote ai ducali diverse proprietà.

Il passaggio alla Parmalat e l'era Tanzi-Pedraneschi: Siamo nel 1990, il Parma è guidato da Ernesto Ceresini (che si spegnerà nel febbraio dello stesso anno) e già da qualche anno è entrato, come società sponsorizzata, nel feudo della Parmalat, colosso industriale della provincia. E proprio il tragico evento della morte di Ceresini convince ancora di più la Parmalat a credere nella squadra di calcio e a rilevarla completamente. A maggio, nel derby con la Reggiana vinto per 2-0, arriverà la gioia della prima, storica promozione nella massima serie, e sarà l'inizio di una lunga cavalcata nel calcio che conta.

In questa prima fase, probabilmente quella più "romantica" del Parma in Serie A, il presidente è Giorgio Pedraneschi, professione geometra e uomo (chiaramente) Parmalat. I successi sportivi si susseguono, e la piccola matricola comincia a strabiliare prima l'Italia, e poi l'Europa: i gialloblu cominciano a vincere, la Parmalat di Calisto Tanzi, pian piano, investe sempre più soldi. Dopo aver conquistato i primi trofei, nella stagione 1995/1996 arriva il Pallone d'Oro Hristo Stoichkov, preso per vincere lo Scudetto. Le aspettative non vengono rispettate, e così Calisto decide per un cambio generazionale: via Pedraneschi e l'allenatore Scala, dentro Stefano Tanzi nuovo presidente, e Carlo Ancelotti alla guida tecnica.

La presidenza di Stefano Tanzi (1996-2004): Cambia così la presidenza, ma, ovviamente, non la proprietà: al timone c'è sempre la Parmalat della famiglia Tanzi, che andrà vicinissima, nella nuova stagione, a uno scudetto che avrebbe meritato, ma che alla fine non arriverà mai. Con l'avvento di Alberto Malesani, proveniente dalla Fiorentina, in panchina, il Parma proverà ancora, invano, a conquistare il titolo di campione d'Italia, accontentandosi delle famose "tre coppe in cento giorni". Ma quel Parma era probabilmente la squadra più forte d'Europa, sarebbe stato lecito aspettarsi lo scudetto. Arriveranno poi gli anni del ridimensionamento economico, che si concluderanno tristemente con il noto crac Parmalat, a inizio 2004.



"Chissenefrega, giocherà la Primavera": Sono gli anni più duri del Parma in Serie A, senza una vera società, costretti a vendere i pezzi pregiati a pochi spiccioli e a puntare, per cause di forza maggiore, sul vivaio. La guida societaria viene affidata al Commissario Straordinario Enrico Bondi prima, e a Guido Angiolini poi, il quale, grazie anche all'amm. delegato Luca Baraldi, riusciranno a tenere ancora vicini alla squadra i tifosi, grazie anche ad alcune iniziative come il recupero della storica maglia crociata. Il Parma va vicinissimo al tracollo tecnico, ma si salva dalla retrocessione grazie al leggendario spareggio salvezza con il Bologna, mentre, con una squadra di ragazzini guidata da Pietro Carmignani, in Coppa UEFA i ducali raggiungono addirittura le semifinali. E' in momenti così difficili che mi sembra giusto, in questa sede, esaltare lo straordinario affetto e l'infinita passione dei tifosi crociati, che ritroviamo tutti nel coro "Che importa se c'è una situazione strana / Tanto va sempre peggio la Reggiana / Ci basterà veder la maglia per cantare ancora / Chissenefrega giocherà la Primavera / chissenefrega, l'importante è star con te".

I "bluff" di Sanz e Valenza: Nel 2006, mentre il Parma continua ad annaspare, ma si tiene aggrappato alla Serie A con le unghie e con i denti, spuntano i primi compratori, tra cui l'ex presidente del Real Madrid Lorenzo Sanz e lo svizzero Gaetano Valenza. Entrambe le trattative si risolveranno con un nulla di fatto, e lasceranno diverse "leggende" alle loro spalle, in particolare quella con lo spagnolo, che si diceva avesse già un accordo per portare in panchina Ernesto Valverde e ingaggiare il giovane e promettente centrocampista Andres Iniesta, oltre ad aver già versato una fantomatica caparra da 15 milioni di euro.

L'avvento dell'era Ghirardi: Ritiratosi Sanz, Gaetano Valenza sembrava l'uomo più vicino a rilevare il Parma, quand'ecco spuntare la figura dell'imprenditore di Carpenedolo Tommaso Ghirardi: alla fine, a gennaio 2007, sarà proprio lui a rilevare il Parma all'asta, con non poche polemiche da parte dello stesso Valenza. Intanto la squadra naviga in brutte zone, ma si salverà grazie alla chiamata in panchina di Claudio Ranieri e ai gol di Giuseppe Rossi. Ghirardi inizia la sua presidenza ottenendo una bella salvezza, ma l'anno seguente arriverà la prima retrocessione in Serie B del Parma, frutto di una campagna acquisti sbagliata e di una certa inesperienza nel mondo del calcio professionistico. Dopo la retrocessione, ci sarà l'immediata risalita, targata Francesco Guidolin, con l'insediamento di Pietro Leonardi nel ruolo di direttore sportivo prima, e di amministratore delegato poi: un sodalizio destinato a durare nel tempo.

Il resto è storia dei giorni nostri: tra cordate albanesi, imprenditori romani che fanno base in Albania e soluzioni locali più o meno percorribili, un nuovo cambio di proprietà sembra cosa possibile. L'unico augurio che si possa fare, da gente che tiene al Parma e a Parma, è di trovare una figura seria, rispettabile e appassionata, come lo è stato Tommaso Ghirardi in questi anni. Il quale potrà aver commesso degli errori, come del resto tutti ne facciamo, ma sul cui sincero amore verso la città e la squadra non c'è mai stato da dubitare. Probabilmente è questo il momento giusto per vendere, dopo aver aspettato tanto e aver sfiorato la qualificazione in Europa: insomma, siamo alla fine di un ciclo. Se poi il futuro sarà roseo o meno, dal punto di vista sportivo, solo il tempo potrà dirlo: ai posteri l'ardua sentenza.