Ceresini: "Il Parma non è scarso, è assortito male. A Krause direi..."
Ospite della trasmissione 'Parma Game Pass', in onda sul canale YouTube Papirus Ultra, l'ex presidente del Parma Fulvio Ceresini ha analizzato a tutto tondo il momento della squadra di Fabio Pecchia, dando una sua visione delle cose: "La partita di Como era determinante vista la posizione in classifica. Tenendo conto che la Reggina uscirà dalle prime otto perché è in caduta libera e probabilmente verrà penalizzata, un pareggio sarebbe stato oro perché il Como sembra essere il competitor maggiore per i playoff. Ternana ed Ascoli non li vedo, questo campionato che era definito una A2 è diventato una B2, dato che è al ribasso. Pecchia, nonostante alcune partite in cui si sono visti risultati come con il Genoa, il Frosinone e la Reggina, ha ripresentato una formazione allucinante senza falso nove, con una punta e due ali, con questo maledetto modulo che non si addice alla rosa che il Parma ha. Vedo sue responsabilità, si vede che è più forte di lui. Ma questo campionato triste ci sta ancora aspettando e mi auguro che Pecchia se ne renda conto e metta la squadra in campo nel miglior modo possibile".
Il suo Parma vinceva con Pastorello e Scala, Pecchia e Pederzoli possono ripetersi?
"Non è un caso che il Parma va sotto di un gol e non recupera mai, perché non c'è fiducia. Pastorello è stato la fiducia di Scala. Ci vedevamo tutti i giorni e al venerdì parlavamo di chi far giocare, e con Pastorello avevamo inventato un giochino scrivendo la formazione su un foglietto a Scala, che non voleva parlarne. Ma quei foglietti poi li leggeva. Al Parma stanno mancando queste figure, Pederzoli e Notari sono due scout e gli scout non vivono la prima squadra, lo spogliatoio. Girano per il mondo e studiano e segnalano i calciatori, ma la gestione dello spogliatoio è un altro mestiere, e la rosa costruita lo dimostra".
Il Parma non vale l'ottavo posto?
"Non lo so, visto il campionato non me lo aspettavo. Come rosa non penso il Parma sia così male, secondo me è solo assortita male. Man e Mihaila sono costati un occhio dalla testa ma non hanno dato nulla, oltre a questo squilibrano la squadra. Il centravanti forse è un falso problema, ma lo è perché la palla non gli arriva".
Ha mai potuto dare consigli al presidente Krause?
"Non lo conosco personalmente, mi sono presentato il giorno in cui è arrivato a Parma. Poi non l'ho più incontrato. Da quest'anno non sono più ospite in tribuna d'onore del Parma Calcio quindi non l'ho nemmeno più potuto vedere. Se potessi incontrarlo gli direi che il progetto è stupendo, condivisibile, ma bisogna capire che la domenica bisogna vincere le partite e non si vince con le squadre costruite negli ultimi tre anni".
C'è stata troppa discontinuità al momento del suo passaggio?
"Quando la Parmalat acquistò la maggioranza del Parma non cambiò nulla, trattenendo tutte le figure. Questa fu una forma di grande intelligenza: avevano comprato una piccola società e potevano stravolgere tutto, ma non l'hanno fatto e il resto ha pagato. Loro furono lungimiranti, in questo caso, dopo la retrocessione da incubo, una piazza pulita andava fatta. Tenere vicino qualche socio, magari come Marco Ferrari, avrebbe potuto dare una grande mano. Ma c'è stata la volontà di tagliare tutto".
Il progetto nuovo Tardini è diventato necessario. È d'accordo?
"L'ultima versione dello stadio ancora non l'ho vista, ma sono assolutamente d'accordo nel rifare lo stadio. La storia che Krause voglia fare speculazione immobiliare mi fa ridere, perché dovrebbe spendere 100 milioni per duemila metri quadri di terreni? Uno stadio nuovo, al passo con i tempi, confortevole, è solo positivo trovare una persona che lo faccia. Poi lo stadio resterà, l'operazione stadio è da fare se c'è la possibilità".
Crede si voglia deparmigianizzare l'ambiente?
"Quando ci sono i cambi di società, specie se chi arriva viene dall'estero, è normale che ci siano uomini diversi. Magari qualcosa con più attenzione lo avrei fatto".