Costi in calo, ma le cifre restano astronomiche. Come vengono spesi questi 109,2 milioni?
Anche nel 2023 il Parma chiude il bilancio in profondo rosso, costringendo Krause a compensare di tasca propria. Questo è dovuto ai costi che il Parma ha dovuto affrontare: 109,2 milioni di euro sono veramente un'esagerazione per un club di Serie B. La società ducale infatti spende tanto quanto una squadra di medio-alta classifica di Serie A, ma può contare su ricavi ben inferiori (leggi QUI), avendo delle entrate da squadra di Serie B. Il confronto diretto possiamo farlo con il Torino: la squadra del presidente Cairo nel 2023 ha praticamente le stesse spese del club ducale, circa 109,4 milioni di euro. La società granata però ha chiuso il bilancio con 101,1 milioni di ricavi, di cui 52,4 milioni dai diritti tv. I ricavi del Parma, invece, sommando tutte le voci presenti, arrivano a poco più di venti milioni. Ad onor del vero, quest'anno il Parma ha ridotto i costi, tagliando 21 milioni dai 130,5 spesi l'anno scorso. La cifra resta comunque esorbitante: ma come fa il Parma a spendere così tanto?
Partiamo dalle voci meno gravose a bilancio. Il Parma ha speso poco più di 3 milioni di euro per il materiale utilizzato nel 2023, una cifra in crescita rispetto alla passata annata, a causa del cambio di sponsor tecnico, con il passaggio da Errea a Puma che ha costretto a cambiare tutta la fornitura. Passiamo poi ai costi per prestazioni di servizi, ovvero tutto ciò che riguarda le spese per assistenza sanitaria, allenamenti e ritiri, vitto e alloggio delle trasferte, trasporti e tanto altro. Il totale speso è di 17 milioni di euro: andando nel dettaglio, c'è qualche voce particolarmente interessante. Ad esempio, il Parma nel 2023 ha speso 3 milioni di euro in vitto, alloggio e trasporto per le gare. Inoltre ha sborsato quasi 1,5 milioni per le spese di pubblicità e propaganda. Sono invece 500mila gli euro spesi per il personale addetto alla biglietteria e al controllo biglietti, mentre 1,9 milioni per legali e amministrativi. Passando invece agli oneri di gestione, la cui cifra totale ammonta a 8,4 milioni, questi sono comprensivi di 4,5 derivanti principalmente dalle minusvalenze sul mercato, 300mila derivanti dai giocatori acquistati in prestito, 1 milione di organizzazione gare e 2,5 milioni legati ai costi di Lega.
Ora invece prediamo in esame i due aspetti che incidono maggiormente sulla somma totale. Il primo racchiude tutto ciò che riguarda i costi per il personale. La somma totale ammonta a 44 milioni di euro. Per la categoria è una cifra fuori portata e, ancora una volta, è da squadra di Serie A. Anche sotto questo aspetto c'è stato un decremento rispetto alla passata stagione, quando invece si erano spesi 10 milioni in più (questo anche perché non ci sono più gli stipendi di Vazquez e Buffon). Tornando al confronto con il Torino, nonostante gli stipendi da Serie A Cairo spende solo 10 milioni in più rispetto al Parma.
Infine chiudiamo con la voce ammortamenti e svalutazioni. Su questa voce gravano ancora le spese nelle sessioni di mercato delle stagioni precedenti. Infatti, sebbene il Parma abbia speso meno sul mercato, a bilancio ancora gravano gli acquisti. delle annate precedenti. Questo perché a bilancio, il prezzo di acquisto di un giocatore viene suddiviso equamente in base alla durata del contratto firmato. Pertanto se il Parma dovesse acquistare un giocatore per quattro milioni di euro facendogli firmare un contratto di quattro anni, a bilancio verrebbe a costare 1 milione per ogni anno. Ecco perché, avendo speso tanto sul mercato nell'era Krause, questo valore rimane altissimo. Il Parma spende 35 milioni di ammortamenti e questo grava enormemente sul bilancio. Insistendo sul confronto con il Torino, i granata spendono meno rispetto al club ducale, con 28,7 milioni di euro di ammortamenti. Più di sei milioni in meno. Insomma, non solo per un fattore calcistico ma anche economico: il Parma ha l'obbligo di tornare in Serie A.
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