Bernabé: "Parma renderà importante la mia vita. Siamo una grande famiglia"

24.10.2024 11:36 di  Tommaso Rocca   vedi letture
Bernabé: "Parma renderà importante la mia vita. Siamo una grande famiglia"
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In questo avvio di stagione, Adrian Bernabé sta incantando la Serie A. Il suo talento non è di certo una sorpresa per chi lo ha seguito nelle ultime stagioni, ma ora le attenzioni di tutta Italia sono sul centrocampista catalano. DAZN ha deciso di dedicare una puntata della rubrica MySkills, in collaborazione con EA25, per conoscere più da vicino Bernabé. Per l'occasione è stato Valon Behrami, ex centrocampista di Udinese e Napoli, a fare le domande al diez crociato. L'intervista inizia con la consegna della carta di EA25: "Sono abbastanza contento, l'anno scorso la valutazione era un po' bassa, quest'anno me l'hanno alzata. Il valore della difesa si è alzato, in questo sono migliorato tanto rispetto all'anno scorso. E' una nota positiva, mi rende un centrocampista più completo".

Un passo indietro all'esperienza con il Manchester City: "Guardiola è stato molto importante, mi ha insegnato tanto nei due anni in cui ho giocato in prima squadra, ogni allenamento con lui impari qualcosa di nuovo. Per lui la cosa più importante è il piazzamento sul campo e il posizionamento del corpo quando ricevi la palla. Mi son trovato ad allenarmi con giocatori che fino a due mesi prima ammiravo solo in tv. Ho avuto un rapporto stretto con Cancelo e Aguero". 

L'intervista si sposta sul campo del Mutti Training Center e l'analisi si concentra su aspetti tattici: "Il mister mi chiede di giocare un po' più basso, mi piace anche questa posizione perché posso costruire dal basso e lavorare le giocate. E' una cosa che mi rende felice e mi piace di più, ma ciò significa migliorare sul piano fisico e difensivo". 

L'attenzione va sul primo controllo, fondamentale in fase di prima impostazione: "Mi piace assumere dei rischi, quando costruisci dal basso è più facile arrivare al centravanti rispetto a giocare con i lanci lunghi. Fare un dribbling in questa zona di campo è difficile ma la cosa importante è sapere sempre dov'è il compagno libero per cercarlo e avere un'uscita di campo migliore. E' una posizione di campo dove son molto pressato, posso far impazzire tifosi e compagni rischiando in questa zona, ma a me piace assumermi questa responsabilità".

Una grande personalità dettata dalla serenità, nessuna preoccupazione anche quando sotto pressione: "Questo mi ha portato qua ed è una cosa che non devo perdere. La paura è la cosa peggiore che puoi avere giocando a calcio. Prima di tutto ti devi divertire". 

Tra le qualità di Bernabé c'è il lancio in profondità, che viene replicato durante l'intervista, con qualche lancio per Behrami: "Mi piace, è ancora più facile per me lanciare lasciando andare la gamba. Mi viene più facile così che di collo, di collo è più instabile. Così invece ho il controllo finché il pallone non parte". Nel bagaglio di Bernabé anche qualche skills: "A Lecce ho fatto una ruleta, ho visto Hainaut libero, c'erano due difensori e ho deciso di passargliela così. Il mio dribbling preferito è la croquetas, quella che faceva Iniesta. Non è troppo vistoso ma molto efficace, ti permette di portarti la palla in avanti". 

Un passo indietro, sui problemi di salute avuti all'inizio dell'avventura a Parma: "La prima paura è stata di smettere di giocare, è successo tutto in un giorno e non ho saputo come gestirla. Quando ricevi una notizia così non è semplice, è stato uno dei momenti peggiori non solo della carriera ma della mia vita. Star fuori per un infortunio che non è occorso in campo ma che è un problema di salute ti fa capire che ci sono cose più importanti. Quando sono tornato ho dato ancora più valore a cose a cui prima non lo davo". 

A Parma Bernabé ha trovato una seconda casa: "Il Parma per me è molto importante. Una città e un club che mi hanno accolto molto bene e anche in quel momento di difficoltà al mio arrivo mi sono stati tutti vicino. E' una squadra e anche una città che è molto importante per me e renderà importante la mia vita. Tra i giocatori del passato mi hanno parlato tanto di Zola, dicevano che siamo simili fisicamente. Era molto forte, anche se per motivi d'età non ho potuto seguirlo più di tanto. Al Chelsea faceva cose incredibili, sono uno a cui piace andare su Youtube a rivedere i video". 

Il rapporto speciale con Bonny e Man: "L'intesa nasce fuori dal campo. Siamo una grande famiglia e questo si riflette sul campo. Sono diventati come fratelli, in campo si vede questa connessione, ci aiuta tanto in partita". 

Il discorso si distacca dai temi di campo, con Behrami che chiede a Bernabé di fare un'autovalutazione da 1 a 99 su alcune passioni: "Lo stile? 85. Per gli allenamenti però non porto i migliori vestiti, solo in occasioni speciali. Gusti musicali? 40, perché mi piace il pop spagnolo. La mia musica per me è bellissima, ma se la metto qui in palestra con i compagni non penso piaccia. Al mio arrivo in Inghilterra ho cantato Three Little Birds (come da tradizione in Inghilterra, all'arrivo nella nuova squadra bisogna cantare una canzone davanti ai compagni, ndr). E' andata male male, sudavo. L'abilità in cucina? 65. Mi piace cucinare, lo faccio 4-5 volte a settimane. Il piatto che mi viene meglio è il riso con il pollo, molto facile. So fare anche la tortilla spagnola abbastanza bene. Viaggi? 70. Mi piace viaggiare e scoprire altre culture. Tatuaggi? 99. Alla gente magari non piacciono, quelle sono opinioni, ma a me piacciono perché sono tutti con un significato, dal primo all'ultimo. L'occhio di mio nonno, che non ho potuto conoscere per pochi giorni, per me è il più importante. Il tatuaggio (sull'avambraccio, ndr) rappresenta me con un pallone e l'occhio di mio nonno che mi guarda dall'alto". 

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