Estevez: "Bernabé può diventare da Champions League. Ho scelto Parma anche per Veron"
Durante l'intervento in diretta di Nahuel Estevez a DAZN Talks, l'argentino ha raccontato diverse curiosità e dietro alle quinte. A partire dalla scelta di venire a Parma, per seguire il percorso di Veron, che ha conosciuto da vicino durante la sua carriera: "Io ho avuto il piacere di avere come presidente Veron, all’Estudiantes: lui qua ha fatto la storia, perché ha vinto. Tutti sappiamo la storia che ha il Parma, quello che ha vinto e quello che rappresenta per l’Italia. Sono orgoglioso di essere qua. Quando ho avuto la possibilità di venire qui, non ho avuto nessun dubbio. Tutti mi hanno parlato bene di Parma, la storia si respira. Per me è un piacere giocare per questa maglia".
Veron e Calhanoglu come ispirazione, anche se Estevez racconta di non avere un idolo: "In Serie A mi piace come gioca Çalhanoğlu, anche se lui è più un play che fa gioco. Da bambino non ho avuto un giocatore preferito, guardavo sempre un po’ di tutti: potrei dire Veron perché giocava nella stessa posizione, perché l’ho conosciuto, però non ho mai avuto un idolo. Il poster in camera non lo avevo di nessuno. Il mio sogno da bambino era giocare in Europa. Ora sono a Parma, mi trovo bene qua e non penso di andare altrove".
Parlando invece della grande crescita dei compagni di squadra: "Quelli che sono migliorati di più? Tanti mi hanno stupito, da Bonny, Bernabé, Man... Ma io dico che Ansaldi, al di là che è un po’ vecchietto, ha una qualità incredibile e gioca benissimo con entrambi i piedi. Per me lui è top. L'anno scorso c'era anche Vazquez, giocatore di altro livello.".
Dove può arrivare Bernabé?: "Bernabé è fortissimo, lo vedete anche voi, è un animale. Ha una mentalità giusta e può continuare a migliorarsi. Lui per la qualità che ha può giocare alla grande. Può fare tranquillamente la Champions League".
In squadra il gruppo degli argentini è zoccolo duro dello spogliatoio: "Facciamo l’asado, il mate. Bevo un mate al mattino con i compagni e uno al pomeriggio a casa, verso le 17. Sono due al giorno. Abbiamo il nostro angolo del mate. Agli italiani non piace tanto, ma noi siamo aperti a chi lo vuole assaggiare: non è un problema per noi. Il Mate si beve assolutamente amaro, non possiamo mettere zucchero. Lo facciamo noi: il mate è per condividerlo con gli amici, a turno lo prepara uno per tutti. Chi cucina meglio l’asado? Devo dirlo, sono io! Gli altri non vengono neanche a farlo, non ci provano. A me piace, mi diverto a farlo. Non è tanto difficile ma ci vuole tempo".
Un forte legame con l'Argentina e la grande gioia per il mondiale vinto: "Un anno fa la finale dell’Argentina non l’abbiamo vista insieme perché stavamo giocando contro la SPAL. Ma sono tornato a casa in tempo per vederla con mia moglie e i miei cognati. E' stata una sofferenza ma siamo stati contenti. La felicità per tutti noi argentini è stata sia per la nazionale sia per Messi, che ha sempre continuato a lottare per il sogno, non ha mai mollato ed è sempre stato il migliore. E' un esempio e se lo meritava. Messi come Maradona? Non mi piace paragonarli perché per me sono tutti e due i migliori della storia. Maradona ha vinto il Mondiale e ha fatto un grandissimo Mondiale, ma anche Messi lo aveva fatto nel Mondiale in Brasile quando avevamo perso la finale contro la Germania, meritavamo di vincerla. Il calcio è così, non sempre vince chi merita e proprio per questo ero felice per lui. Durante le vacanze sono tornato in Argentina a trovare la famiglia e a fare Capodanno: adesso fa caldo. Quando torno rivedo amici, famiglia, tutto quello che più manca. Per noi è molto importante. Preferisco tornarci a Capodanno, a giugno fa freddo".
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