Dimarco: "A Parma mi sono fatto conoscere. Poi sono tornato all'Inter con Conte"

21.10.2024 21:59 di  Alice Giampieretti   vedi letture
Dimarco: "A Parma mi sono fatto conoscere. Poi sono tornato all'Inter con Conte"
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Federico Dimarco è stato ospite di uno dei podcast più in voga del momento, "Passa dal basement", tenuto da Gianluca Gazzoli. In quell'occasione, il giocatore interista ha avuto modo di parlare di sé, della sua vita, inclusa la propria carriera calcistica, rivelando chicche sconosciute a diversi tifosi. Prima fra tutte la sua esperienza in gialloblù, della quale ha parlato così: "L'anno del Sion, forse, lo stare fuori mi ha fatto conoscere altre culture e ho capito tante cose. Avevo imparato il francese, è stata un'esperienza formativa anche se non è stata facile. In quell'anno ho avuto la sfortuna di perdere un figlio, mi ero trasferito con la mia fidanzata e attuale moglie. Da lì sono tornato in Italia, ma non mi voleva nessuno neanche in Serie B. Alla fine è arrivato il Parma e ho fatto 3-4 partite, ho fatto gol e poi basta: distacco del tendine dell'adduttore del retto addominale e quattro mesi fermo. Ho giocato 13-14 partite risicate".

C'è gente che ha mollato per molto meno. Cosa succede nella testa di un giocatore che è cresciuto nell'Inter e poi ha questo tipo di percorso? Cosa pensavi e cosa ti motivava?
"A Sion volevo smettere, dopo le cose che mi erano successe. Mi sono detto: ma chi me lo fa fare di soffrire così. A volte dici quello che pensi, ti guardi dentro e io avevo un solo obiettivo: far ricredere chi non credeva in me. E alla fine, col mio percorso, ci sono riuscito. Dopo Parma sono tornato all'Inter con Conte".

C'è stato un punto in cui hai invertito la tendenza?
"A Parma mi ero fatto conoscere, ma non è stata quella la svolta. Quando rientro all'Inter Conte, dopo qualche allenamento, mi dice: "Fede, voglio che rimani". Io ero gasato e spiazzato, ma nei sei mesi non ho giocato quasi mai. A gennaio ho dovuto supplicarlo per andar via, perché all'inizio non mi voleva far partire. Erano arrivati Moses e Young, vado a Verona. Era bello stare all'Inter, ma non mi sentivo a mio agio e mi sentivo inadatto per stare lì, semplicemente non ero pronto. Ho chiesto il prestito e da lì sono stato un anno e mezzo a Verona, quella è stata la svolta".