ESCLUSIVA PL - Carli sul mercato: "Ci mancano soluzioni individuali, ho le mie idee. Gervinho resta? Situazione particolare"
Mercato, uno dei temi che scalda e infiamma di più i tifosi. Il mercato del Parma della scorsa estate è stato frenetico, racchiuso nelle ultime due settimane, dopo un cambio di proprietà arrivato proprio nel bel mezzo della sessione e che da quel momento ha decisamente cambiato politica. Dalla necessità di un restyling a basso costo viste le difficoltà portate anche dalla pandemia Coronavirus, all'arrivo del nuovo presidente Kyle Krause, che ha permesso al direttore sportivo crociato Marcello Carli di investire di più, puntando su un ambizioso progetto giovani. Dopo la prima parte di intervista in esclusiva per ParmaLive.com, pubblicata nella giornata di ieri al ds del Parma, e in attesa della terza ed ultima parte in uscita domani, ecco oggi la seconda parte della nostra chiacchierata con il ds, dedicata proprio al mercato. Del passato e del futuro.
Al Parma sta mancando soprattutto il gol: è un problema il fatto che i due centravanti non abbiano ancora segnato?
“Se si vogliono analizzare le cose seriamente bisogna andare a cercare le ragioni. Se si cercano queste ragioni poi possono diventare alibi, e io alibi non ne voglio. Inglese è un ragazzo che l’anno scorso ha avuto un infortunio pesantissimo, che poteva mettergli a repentaglio la carriera. L’anno scorso ha fatto sei partite sul finale, quest’anno ha fatto la preparazione all'inizio perché non c’è stata in estate, si è fatto male ad un polpaccio perché ha forzato in allenamento e ha avuto il Coronavirus per quindici giorni: Inglese sta facendo quello che può fare, perché era impensabile facesse più di quanto non stia facendo. Sta seguendo il percorso giusto, ha bisogno di tempo. Cornelius è partito e tutto, è andato in nazionale e si è fatto male. Abbiamo giocato le prime quattro partite senza punte. Poi, giustamente, uno può dire che anche gli altri hanno assenze, e io infatti non ho nulla da dire. Il percorso che stanno facendo questi due ragazzi è normale, in questo momento stiamo facendo fatica a sorreggerli. La squadra forte di mentalità e di identità sorregge anche i ragazzi che vanno aspettati e che stanno rientrando, in questo momento si fa più fatica. Il loro percorso è normale, anche l’anno scorso c’erano problematiche: non è che Inglese l’anno scorso abbia fatto 25 gol e ora ci chiediamo come mai stia facendo fatica. Ha un percorso da fare, si allena con continuità, così lui come Cornelius, li vedo crescere di partita in partita. Hanno bisogno di tempo per tornare quelli che sono. Ci sono tanti ragazzi nuovi, si sono presi dei ragazzi che forse speravamo fossero un pochino più pronti a dare una mano, e in questo momento devono ancora capire il calcio italiano”.
Sul mercato inizialmente cercavate ragazzi italiani o di matrice italiana, poi d’un tratto vi siete gettati sul mercato straniero: perché?
“Quando io sono arrivato a Parma c’era la proprietà di Marco Ferrari, Giacomo Malmesi, Pietro Pizzarotti, Nuovo Inizio, che nella conferenza stampa di presentazione aveva spiegato che questo sarebbe stato un anno difficile, con la società che doveva rientrare dei costi perché quanto fatto a livello di risultati, che sono stati straordinari e irripetibili, aveva avuto un costo che non era più gestibile. Allora noi avevamo pensato che per sostenere questo campionato, per ringiovanire la squadra, saremmo dovuti andare a prendere dei ragazzi in prestito perché non avevamo la forza economica per sostenere certi costi. Non è che potevamo andare dall’Atalanta a comprare Traoré, lo avremmo preso in prestito. Non avremmo investito sul futuro del Parma, avremmo dovuto prendere giovani senza la possibilità di comprarli, metterli lì e poi a fine anno perderli al 99%. Cambiando proprietà, il presidente Krause, con un’idea diversa, ci ha detto che voleva investimenti su giocatori di proprietà, e infatti così abbiamo fatto. Questo tipo di giocatori, in Italia, non li trovi. Se vai all’Atalanta e chiedi Traoré ti chiedono trenta milioni, e infatti lo hanno venduto a trenta milioni. Se il Parma ha preso Kulusevski solo in prestito l'anno scorso è perché l’Atalanta lo avrebbe sì venduto, ma a quaranta milioni. Si poteva prendere a quaranta milioni? No, e infatti lo hanno preso in prestito".
E poi è arrivato Krause. E con lui, il cambio di orizzonte.
"Esattamente: cambiando la politica con il nuovo presidente - che, per inciso, ai tifosi del Parma dovrebbe solo che fare stare tranquilli pensare ad un presidente che voglia soltanto giocatori di proprietà che si possano valorizzare - abbiamo dovuto cercare talento all’estero, perché non c’era altro modo. Poi abbiamo avuto anche la possibilità di pagarli con sgravi fiscali, con il decreto che ci avvantaggia, e ci sono state situazioni che ci hanno avvantaggiato, ben consci di due problematiche: che l’inserimento ha bisogno di tempo e che di tempo ne abbiamo poco. Dovevamo avere la serenità di aspettarli. Tra l’altro due di loro, Mihaila e Busi, sono arrivati con problemi: abbiamo fatto riunioni per valutarli, sapevamo che sarebbero potuti essere importanti per il Parma e abbiamo deciso di prenderli comunque anche se sarebbero dovuti stare un mese fermi. Abbiamo preso Mihaila che aveva la pubalgia, ora sta bene, non sente più dolore e avrà bisogno di un’altra ventina di giorni per essere a disposizione. E abbiamo preso Busi, che aveva un problema dopo che nell’ultima partita con lo Charleroi si era stirato. La storia è questa, noi abbiamo cercato ragazzi all’estero con grande talento e che sono convinto verranno fuori. Ti potrei fare il nome di cinquanta giocatori, a Cagliari, ad esempio, abbiamo investito su Walukiewicz un anno e mezzo fa, e dopo sei mesi aveva grande difficoltà, così come lo scorso anno: oggi è il centrale giovane che sta facendo meglio nel calcio italiano. I ragazzi hanno bisogno di tempo. Se ci fosse stato un italiano pronto lo avremmo preso. Abbiamo provato a prendere Scamacca ma il Sassuolo chiedeva venti milioni, tant’è che il Genoa lo ha preso in prestito secco. Noi queste operazioni non le facciamo, al presidente non piacciono e ciò va a vantaggio suo, e quindi non siamo andati su questi giocatori”.
Però un italiano come Ricci lei ha provato tanto a portarlo a Parma:
“Ricci lo conosco bene, per lui c'era da fare un investimento importante. E’ un ragazzo che ha fatto la B, non è che con Ricci avremmo risolto tutti i problemi, ci avrebbe dato una mano e sono convinto che nel giro di un paio d’anni sarà un giocatore di livello. I prezzi erano diversi. Conosco l’Empoli perché sono stato partecipe anche io della loro rinascita e so che sono una società molto cara e quindi i prezzi non erano in linea con il mercato. Quindici milioni per me erano troppi”.
Kulusevski lo scorso anno ha messo insieme la metà dei gol del Parma: manca un Kulusevski in questo Parma? Ovviamente con le dovute proporzioni.
“Un giocatore così manca a tutti. Per me sta facendo bene Karamoh, anche con il Crotone ha avuto due palle per segnare ma Kulusevski forse era più pronto per segnare. Ma Karamoh quante partite ha fatto l’anno scorso? Una con l’Inter in cui fece bene, una con la Fiorentina in cui si è fatto male e poi altre cinque. Il Parma ha investito nove milioni per lui l'anno scorso, una società seria deve valorizzare quanto speso. Il Parma ha speso sette milioni per Pezzella e l’anno scorso ha giocato tre partite. Un dirigente è un dirigente, se si spendono quindici milioni per due ragazzi e non ci si crede è una follia. Non possiamo sperperare un patrimonio e questo patrimonio ha bisogno di sbagliare qualche gol, qualche scelta, ma il ragazzo sta crescendo a livello di impegno, si sta sacrificando molto. Se avessi preso uno più pronto magari avrei rischiato meno”.
Quindi in ottica mercato che arriverà punterete su giovani o gente più pronta?
“Ci confronteremo, io ho le mie idee, le esporrò al presidente. Sono tutti i giorni al campo e vedo i ragazzi, insieme prenderemo una decisione. Budget? Non si parla di budget, è da capire se cercheremo giocatori pronti o meno. Ci stiamo confrontando ma sono cose che tengo tra me e il presidente. Credo sia facile capire quale sarebbe la soluzione più facile da seguire”.
Si lavorerà sull’attacco, visto quello che ha chiesto Liverani.
“Ma perché l'attacco è il reparto che in questo momento ha bisogno di essere sorretto di più e avere più scelte. Il Parma ha bisogno di energie, soluzioni individuali. Il Crotone ha vinto contro noi, ho grande rispetto per loro ma sono state determinanti due giocate di un giocatore, non è che ci han preso a pallonate. Prima avevano vinto con lo Spezia che sta giocando uno dei calci più belli, dobbiamo essere onesti. Con noi han fatto due giocate con Messias, ma durante la partita le occasioni le abbiamo create noi, e questo ragazzo gli ha fatto vincere la partita”.
In uscita varrà il discorso di questa estate? Per la giusta cifra sono tutti in vendita?
“Dobbiamo stare attenti a levare giocatori che possono darci una mano a salvarci. Poi il mercato è semplice: ci devono essere gli incastri giusti fra offerta, volontà del giocatore e idee nel rimpiazzarlo questo giocatore. Non lo puoi levare se non lo riesci a rimpiazzare. Sarà difficile che il Parma si privi di qualcuno”.
Quindi Gervinho rimane?
“Gervinho è una situazione particolare. Il Parma era convinto di averlo già venduto l’anno scorso, tant’è che prese Caprari investendo una cifra importante nel mercato di gennaio. Gervinho aveva deciso che la sua esperienza era finita e poi non trovò l’accordo con l'altro club. Dovremo capire la sua volontà”.
E per il momento la sua volontà qual è?
“Io lo vedo tranquillo e sereno, dispiace non sia venuto a Crotone ma aveva una lesione che si era procurato con uno scatto nella partita con la Juve. Gervinho si sta allenando bene, ad oggi non ha dato segnali, poi cosa succede tra quindici giorni non lo sappiamo”.
Lo stesso discorso vale anche per Inglese?
“Io cerco sempre di ragionare logicamente. Inglese è stato l’investimento più importante del Parma, tolta l’era Tanzi. E’ stato un investimento per un attaccante che ha fatto vedere cose importanti, ma ad un prezzo per una squadra che lotta per salvarsi fuori da ogni logica. Io non ho mai avuto la fortuna di avere la possibilità di prendere un centravanti sopra ai venti milioni lottando per salvarmi. Inglese sta recuperando e ora vede la luce, è stato fatto un investimento straordinario e lo stiamo preparando perché torni il calciatore che era. Se ce ne priveremo lo faremo perché sarà arrivata un'offerta importante, altrimenti sarebbe una follia. Credo rimarrà a Parma e spero sia l’acquisto più importante per il Parma”.
Come funziona la vostra area scouting?
“Abbiamo a capo dell’area Beppe Corti, che è una persona di grandissimo livello e di esperienza, con cinque-sei ragazzi come Gazzola, Pederzoli, Munari e altri. Tutti i giovedì facciamo delle riunioni, ora le facciamo solo via video, e monitoriamo i giocatori ruolo per ruolo, tirando fuori i quattro-cinque più interessanti. Stiamo andando solo sui giovani di prospettiva e quest’area funziona in modo buono, ma non ho il merito di averla creata io. Faccio i complimenti a Daniele Faggiano che ha lavorato molto bene, ho trovato ragazzi di altissimo livello, gente motivata. In questi anni a loro non è servita a tanto perché il Parma è andato sul sicuro, ha scelto la strada di giocatori che non avevano bisogno di scouting. Bastava seguire il calcio italiano per prendere Kurtic, Kucka, Inglese, tutti giocatori pronti che hanno dato una mano alla squadra".
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