PL - Scozzarella: "Mai sentirsi più forti dell'avversario. Al Parma servono punti per ritrovare serenità"
Non sarà un Natale sereno in casa Parma. L'umiliazione subita in casa della Roma è difficile da digerire e a livello psicologico rischia di avere ripercussioni nella settimana di avvicinamento allo scontro diretto cruciale contro il Monza. Una sfida tra due squadre in difficoltà che rappresenta per entrambe un'occasione di riscatto. Per l'occasione, abbiamo contattato Matteo Scozzarella, doppio ex delle due squadre. Il centrocampista vanta 90 presenze in maglia crociata ma soprattutto una doppia promozione dalla Lega Pro alla Serie A e due salvezze in massima serie. Uno dei protagonisti assoluti della rinascita del Parma, che sa cosa vuol dire lottare per salvarsi in Serie A. Ecco le sue parole ai microfoni di ParmaLive.com:
In quegli di rinascita post fallimento avete scritto la storia. Che ricordi hai di quei successi e che rapporto hai con la città?
"Parma è nel mio cuore. Non solo per i successi sul campo ma anche perché sono legato alle persone, le sento ancora. Ho tanti amici e quando posso torno sempre, ho in programma di venire al Tardini a vedere una partita. E' stata calcisticamente e umanamente l'esperienza più bella della mia vita. Mia figlia è cresciuta a Parma e sono legato ai ragazzi con cui ho giocato, ci sentiamo costantemente. Penso sia il ricordo più bello della mia storia calcistica".
C'è un momento in particolare di questi quattro anni che ricordi con particolare piacere?
"Per il tipo di squadra che eravamo, vincere il campionato di Lega Pro è stato il passo più difficile. C'era la sensazione di poter fallire l'obiettivo in qualsiasi momento e questa cosa ce la siamo portata dentro fino alla fine. Le emozioni della promozione di Firenze sono state forti. Il ricordo più bello però è quel Parma-Fiorentina del primo anno di Serie A, quando abbiamo vinto 1-0 e ci siamo matematicamente salvati alla penultima giornata. E' stato indimenticabile. Per me, che avevo vissuto le promozioni dalla Lega Pro alla Serie A, era come chiudere un cerchio. Sapevo di esser riuscito a far quello per cui ero venuto a Parma, un traguardo unico per una città che mi aveva dato e continuava a darmi tantissimo".
Hai condiviso lo spogliatoio con tanti giocatori, quale ti ha colpito di più per qualità calcistiche e non solo?
"Il capitano Lucarelli sul lato calcistico, emotivo e umano e soprattutto per il percorso che ha fatto a Parma, è stato veramente unico. Di lui ho un ricordo bellissimo, spero di rivederlo presto. Sul piano calcistico la Serie A ha portato grandissimi talenti. Ho visto la crescita di Bastoni e Dimarco, le qualità di un giovane Kulusevski e anche la dedizione di Bruno Alves. Nel triennio di Serie A ho conosciuto calciatori e persone fantastiche".
Tornando al capitano, era diventato virale il video del suo discorso prima della finale in Lega Pro. Quanto era importante avere una figura così in spogliatoio?
"Per noi era importantissimo. Lui viveva l'ambiente Parma da anni ed era legato alla città e alla società. Per noi nuovi, arrivati da pochi mesi, avere lui era davvero un valore aggiunto. Quel discorso poi lo avevo rimosso per l'emozione e l'adrenalina della partita, rivederlo e risentirlo è stato davvero bellissimo. Lucarelli aveva queste cose da capitano, non è successo solo in quella partita. Ovviamente però, quel giorno aveva un valore ancora più importante".
Dopo il suo addio, il Parma ha comunque avuto leader del calibro di Bruno Alves. Forse questo sta mancando al momento, in uno spogliatoio rimasto orfano in due anni di Buffon e Ansaldi?
"Hai fatto il nome di giocatori importanti come Ansaldi e poi Buffon, che non è paragonabile a nessun altro giocatore nel calcio italiano. Può essere, ma il concetto di leader è diverso rispetto a qualche anno fa. Ci sono molte più individualità e non per forza è una cosa peggiore. Penso che il Parma, per quanto giovane, abbia riferimenti caratteriali. Mi viene in mente Bernabé che, per quanto non lo abbia conosciuto, si vede che oltre che bravo tecnicamente è un caratteriale. Hernani lo nasconde bene ma anche lui ha quelle caratteristiche. Delprato mi fa piacere sia capitano nonostante la giovane età e da fuori sembra avere grande personalità. Non penso che stia per forza mancando quella figura, ma che vada trovata sì, anche se giovane, ogni squadra ne ha bisogno".
Nell'ultima parte della tua esperienza a Parma hai condiviso lo spogliatoio con Sohm ed Hernani. Com'era giocare con loro e vederli nel quotidiano?
"Sohm era molto giovane nel primo anno che è arrivato, che è stato anche il mio ultimo. Si intravedevano le sue qualità: strutturalmente era forte, aveva gamba ed era bravo tecnicamente. Era solo da aspettare, bravo il Parma a non prendere decisioni affrettati e temporeggiare. Con Hernani invece, assieme a Kucka, abbiamo condiviso un centrocampo bellissimo. E' andato via, ha avuto una parentesi altrove, ma il fatto che sia tornato è la conseguenza logica del fatto che lui stia bene a Parma e che sia forte e che serve a questa squadra".
L'uomo chiave del centrocampo è Bernabé. Quali credi possano essere le sue prospettive future?
"Lo seguo e lo guardo, mi piace perché gioca in una posizione a cui sono naturalmente affezionato. Mi piace per come interpreta il ruolo, è un tipo di giocatore che sta venendo a mancare nel calcio perché il modo di giocare è cambiato molto. Il fatto che lui sia raro in questo momento e che sia così bravo, gli apre prospettive importanti. Mi auguro poi che le sue prospettive vadano di pari passo con l'ambizione del Parma, lui sicuramente può far tanto".
Con D'Aversa avete conquistato due salvezze, ora tocca a Pecchia e al suo Parma. Qual è la ricetta per centrare questo obiettivo?
"Ogni allenatore ha il suo modo di raggiungere l'obiettivo. Pecchia è molto propositivo, non si adatta particolarmente agli avversari. Non credo ci sia una sola ricetta giusta. La cosa importante è mettersi in testa che non si è mai più bravi dell'avversario, c'è sempre qualcosa di inaspettato che può succedere. Questa cosa noi la avevamo ben chiara in mente, ci sentivamo peggiori degli altri anche quando dimostravamo il contrario. Questo ci stimolava, è stata la forza del gruppo, volevamo sempre dimostrare qualcosa".
Tra poco si apre il mercato, dove deve intervenire la società per puntellare la rosa?
"La squadra gioca bene, quando non ottiene risultati non è per particolari mancanze, ma perché per generosità fa cose magari che non dovrebbe. Il Parma parte per salvarsi e per quello che ho visto magari aggiungerei qualche tassello nel reparto difensivo. Sono solo idee, la squadra, per quanto discontinua, sta facendo il tipo di campionato che dovrà fare fino alla fine".
Nella agguerrita lotta salvezza, come vedi il Parma rispetto alle concorrenti?
"Il Parma, in quanto neopromossa, va inserito tra le squadre a rischio, ma dal punto di vista tecnico, strutturale e societario è da Serie A. Vedo squadre più in ritardo. Questa ultima parte di anno e l'inizio del girone di ritorno saranno molto indicative, bisogna dare continuità e mettere in cascina qualche punto per vivere un campionato sereno, questa squadra giovane ne ha bisogno per potersi esprimere".
Sabato al Tardini arriva il Monza, per uno scontro diretto cruciale. Che ricordi hai dell'esperienza in Brianza?
"E' stata anche quella un'esperienza unica per quello che è successo e le persone che ho conosciuto, la porterò sempre nel cuore. Esser stato scelto dal presidente Berlusconi e dal dottor Galliani è una cosa che mi rende orgoglioso, il Monza, un po' come il Parma, per struttura societaria e per quello che stanno dando al calcio, meritano di vivere un momento migliore rispetto a quello di adesso".
Che partita ti aspetti e cosa deve temere il Parma di questo Monza?
"Sembrerà una frase fatta, ma non è questo il Monza. Conosco tanti ragazzi che sono lì, stanno trovando difficoltà, hanno cambiato tanto e perso giocatori importanti. Però la posizione di classifica non rispecchia il valore della squadra, va rispettata e affrontata per quello che realmente è. Mi aspetto una partita equilibrata ma giocata, le due squadre non speculano sull'avversario e non si risparmiano mai. Sarà una partita non ancora decisiva ma importante per la zona salvezza, ma meno abbottonata rispetto al classico scontro diretto".
Un tuo pronostico sulla sfida?
"Il Parma parte leggermente favorito perché gioca in casa, il Monza non è in buon periodo. Però conosco i giocatori e l'ambiente, so che il valore della squadra non è quello visto finora e daranno del filo da torcere".
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