Benedyczak: "Per caratteristiche sono un 'mini Haaland'. Vazquez è il nostro Messi. Sogno la nazionale"
Nella giornata di ieri ai microfoni del giornale polacco Sport.pl, è intervenuto l'attaccante crociato Adrian Benedyczak. Nella lunga intervista rilasciata, il classe 2000 ha parlato del rapporto con i compagni e con l'ambiente Parma e dei suoi obiettivi, presenti e futuri. Ecco le sue parole, in un secondo estratto:
A cavallo degli anni Duemila a Parma son passati campioni come Buffon, Thuram, Cannavaro, Veron e Crespo. Sicuramente è un passato lontano, ma il fascino della storia rimane?
"Certamente. Ancora oggi tante stelle passate per Parma tornano qui. Mi è capitato spesso di incontrare Crespo o anche Stoichkov. Il fatto che abbiano scritto la storia del club e che ancora oggi siano rimasti legati al parma contribuisce a creare un'atmosfera speciale".
Chi era il tuo idolo?
"Sono sempre stato tifoso del Barcellona. Sono cresciuto guardando le giocate di Ronaldinho, poi ho ammirato Messi. Il mio grande sogno è giocare per il Barcellona".
Se dovessi presentarti a qualcuno che non ti conosce, a quale giocatori assomigli?
"Erling Haaland. O meglio un "mini Haaland", perché lui è su un altro pianeta. Guardo spesso giocare il Manchester City e ammiro come si stacca dalla marcatura dei difensori in pochissimo tempo. Quando De Bruyne prende palla cerco subito con lo sguardo Haaland perché so che sta per staccarsi dalla marcatura attaccando uno spazio. Per come si muove, per come accelera è spaziale. Cerco di imitare alcuni suoi movimenti, sono alto e veloce anche io. Haaland corre circa a 36 km/h, io sono arrivato a 35 km/h. Questa stagione un pò meno per i problemi al ginocchio, circa a 34,5 km/h".
A volte i calciatori non sono innamorati dello sport, ma quando tu parli di calcio si percepisce una grande passione...
"Il calcio è sempre stata la mia più grande passione. Quando ho un fine settimana libero guardo ogni partita. Da quando è nato mio figlio Antek ho meno tempo libero, ma quando posso guardo ogni partita. In Spagna seguo tutte le partite del Barcellona, in Inghilterra del City. Un pò meno la Serie A".
Condividi lo spogliatoio con il leggendario Gigi Buffon: com'è a telecamere spente?
"Ricordo il primo ritiro con il Parma. Gigi è arrivato a metà ritiro, l'ho incrociato in corridoio e l'ho salutato e lui subito si è rivolto a me salutandomi calorosamente e dicendomi: 'Oh sei il ragazzo polacco! Come il mio amico Wojciech Szczesny!'. Dopo alcuni allenamenti insieme ho capito subito che è una persona fantastica. Soprattutto per i giovani: trasmette un senso di sicurezza, ci sostiene, ci dà consigli e ha sempre la battuta pronta. Nonostante sia scherzoso poi in spogliatoio ha enorme autorità. Se non uno non conoscesse la sua storia, a vederlo non direbbe mai che è il miglior portiere di sempre, perché non si atteggia da star, ma è una persona normale, umile. Pur essendo una leggenda tratta tutti allo stesso modo".
A 45 anni compiuti riesce ancora ad allenarsi al massimo ed è ancora così forte?
"Se non fosse bravo a gestirsi e si allenasse come un ragazzino probabilmente fisicamente non riuscirebbe più ad esprimersi a certi livelli senza infortunarsi. Quando ci sono gli allenamenti più importanti c'è sempre, a volte invece quando è meno importante svolge un lavoro individuale. Quando sta bene e non ha acciacchi si vede tutta la sua classe e il suo talento negli interventi. Ed è di enorme supporto per tutta la squadra".
Con chi hai legato di più nello spogliatoio?
"Siamo un gruppo molto ben bilanciato e integrato, ci sono tantissimi ragazzi giovani. Quelli con cui ho legato di più sono il centrale ungherese Botond Balogh e il centrocampista francese Antoine Hainaut. Fuori dal Parma sono sempre in contatto con Marcin Listowski del Brescia".
L'uomo chiave della squadra?
"Franco Vazquez, ex giocatore del Siviglia e del Palermo. Il 34enne argentino è il miglior giocatore della Serie B. E' il nostro Messi. E' un pò più alto, ma la sua visione, la sua eleganza e la sua tecnica sono incredibili. Ogni attaccante sogna giocatori così al proprio fianco".
E Vazquez, come Messi, non ama correre giusto?
"Ultimamente ha lavorato benissimo anche in fase difensiva, aiutando tanto la squadra. Lui è il calcio. Ha un tocco di palla incredibile e sforna assist perfetti, ogni attaccante lo vorrebbe in squadra".
E l'avversario che più ti ha impressionato?
"Ho giocato due volte contro l'Inter, una volta in amichevole e una in Coppa Italia. Lautaro Martinez è un calciatore straordinario. Rimango sempre impressionato dalla facilità con cui gli attaccanti dell'Inter riescano a giocare a uno-due tocchi. Tecnica sopraffina, tanta velocità e soprattuto un'intelligenza calcistica sopra la media".
Cosa fa Adrian Benedyczak nel tempo libero?
"Ho poco tempo libero, solitamente un giorno a settimana. Il più delle volte vado a fare una passeggiata con mia moglie e mio figlio al parco. E i miei genitori vengono spesso a trovarmi. Mi piace andare a cena al ristorante con i miei famigliari. A volte gioco a FIFA, ma di recente molto meno. Un paio di volte al mese faccio un salto a Milano, ma conduco uno stile di vita molto semplice e tranquillo".
Cosa ti piace di più dell'Italia?
"Amo la cucina. Se dovessi sceglier una sola cucina per il resto della mia vita sarebbe quella italiana senza alcun dubbio. Adoro la pasta, il risotto, i tortellini, tutto. A Parma abbiamo un ottimo prosciutto".
Cosa invece non ti piace dell'Italia?
"Gli stadi. Alcuni stadi sono veramente un disastro. Anche in Serie B polacca ci sono stadi migliori di qualcuno visto qua in Italia. Sono vecchissimi e sono anni che non vengono ristrutturati. L'Italia dovrebbe sfruttare qualche occasione come una competizione internazionale per rinnovarli".
Parliamo di nazionale. Voci dicono che lo staff di Fernando Santos ti stia monitorando...
"Non c'è stato alcun contatto. Penso che se effettivamente mi stessero seguendo qualche segnale arriverebbe".
Ti sentiresti eventualmente pronto per vestire la maglia della nazionale?
"Mi sento pronto, ma al momento son concentrato più sul presente che sul futuro. Sto lavorando al massimo per essere pronto per i playoff. Potrebbe essere sicuramente anche un'occasione per mettermi in mostra per la nazionale, con le giovanili polacche ho segnato otto gol in undici partite e mi piacerebbe mettermi alla prova anche in nazionale maggiore, ma prima voglio recuperare al 100% dai problemi al ginocchio per essere pronto per il finale di stagione. Giocare in nazionale sarebbe il sogno più grande, ancor di più rispetto a giocare al Camp Nou o in Champions League. Ma oggi son concentrato sul presente e sulla promozione in Serie A. In futuro non escludo nulla, anche esperienza al di fuori dei top 5 campionati europei".