Inglese: "Orgoglioso di essere l'unico del "vecchio" Parma. Pecchia un fuoriclasse per la B"
Intervistato ai microfoni della Gazzetta dello Sport, Roberto Inglese sta pian piano ritrovando se stesso, dopo stagioni buie che lo hanno visto martoriato dagli infortuni.
Del vecchio Parma, quello precedente alla presidenza Krause, lei è l’unico rimasto. Che impressione le fa?
"Sono molto orgoglioso. Nonostante i tanti infortuni, ho sempre avuto un comportamento corretto, ho dimostrato di essere una persona seria. E alla fine dico che mi merito questa occasione".
Come ha trascorso il periodo buio dei lunghi infortuni, della retrocessione e della mancata promozione?
"La cosa più brutta che possa capitare è volere, ma non potere. Io desideravo dare una mano, però non stavo in piedi. Il destino si è preso quel periodo della mia vita, ma adesso ho trovato le forze per uscirne".
Quale scintilla è scoccata?
"Credo che ne sia scoccata una particolare con l’arrivo di Pecchia. I giocatori, che più o meno sono gli stessi della scorsa stagione, sono molto più motivati. C’è un gruppo, finalmente. Abbiamo avuto 13 infortunati prima di una partita, ma tutti eravamo dentro lo spogliatoio ad aiutare e a caricare i ragazzi che dovevano andare in campo. C’è unione d’intenti".
Dove può arrivare il Parma?
"Dico solo che dobbiamo proseguire a interpretare le partite con questa mentalità. Sappiamo lottare, sappiamo soffrire e riusciamo a far emergere le nostre qualità. La Serie B è il campionato più duro che ci sia".
Qual è la caratteristica che più le piace del Parma?
"Ci sono tantissime individualità nel gruppo, ma tutte sono al servizio della squadra".
I tifosi sostengono che il vero fuoriclasse del Parma sia Fabio Pecchia. È d’accordo?
"Sì, è un fuoriclasse per la B. Conosce benissimo il campionato, lo ha vinto due volte, tiene tutti sul pezzo, non guarda in faccia nessuno, sa governare il gruppo e dare un gioco alla squadra".
Il Parma può ambire a una promozione diretta?
"L’anno scorso dicevamo che saremmo tornati subito in A e tutti abbiamo visto che cosa è successo: sulla nostra pelle è rimasta la delusione. Non diamoci obiettivi, continuiamo così e poi facciamo i conti".
Le avversarie più temibili?
"Il Frosinone è costruito per vincere la B. Il Genoa è un’ottima squadra, con diverse individualità, che può fare fatica a conquistare la promozione".
Chi l’ha impressionata?
"Parlo solo dei miei compagni. Bernabé ha una qualità impressionante e non c’entra nulla con la B. E poi Delprato: tutte le squadre dovrebbero avere un Delprato".
Più difficile far gol in A o in B?
"Non ho dubbi: in B. In A ti arrivano palloni più puliti. In B, se fai quattro movimenti, magari ricevi il suggerimento una volta".
Che cosa chiede Inglese ancora alla sua carriera?
"Di stare bene fisicamente. Il resto viene da sé".
Cosa dice ai tanti giovani del Parma?
"Sono uno di poche parole, preferisco i fatti. Loro vedono quanto sgobbo e dal mio impegno percepiscono il messaggio".
Una promessa per i tifosi?
"Sono l’unico del vecchio Parma ancora qui, e questo perché l’ho voluto io. Spero di riportarli dove meritano di stare".