Carraro: "Non può esserci Serie A senza i dilettanti, mai perdere la visione d'insieme"

20.07.2024 15:47 di  Alessandro Tedeschi  Twitter:    vedi letture
Carraro: "Non può esserci Serie A senza i dilettanti, mai perdere la visione d'insieme"
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Franco Carraro, ex presidente di FIGC e Coni, ha rilasciato un'intervista al Corriere dello Sport: "Partirei da una premessa. Il calcio ha una struttura piramidale e il motivo per cui è così popolare è semplice. Tutti da bambini abbiamo giocato e ancora oggi i più piccoli, se vedono un pezzo di carta per la strada, provano a dargli un calcio. La formula non è mai cambiata. Comandano in due, chi porta il pallone e il più bravo. I due meno bravi vanno in porta. Dalla terza categoria a salire quasi tutti i tifosi, oltre alla squadra della propria città, ne seguono un’altra. Il tifo va verso chi vince o ha una visibilità superiore. Non a caso la Juve ha il maggior numero di sostenitori, diciamo il 30% in Italia, e raggiunge il restante 60-70% di antipatie. Perdonate la premessa, forse noiosa. Cosa voglio dire? I dirigenti non devono mai perdere una visione d’insieme del calcio. La grande base è il mondo dilettantistico, la Serie A è il vertice della piramide. Non può esserci vertice senza base e viceversa. Spero che la discussione sia affrontata con questo spirito".

L’emendamento Mulé, approvato alla Camera e atteso dal via libera del Senato, ha provocato una frattura all’interno del calcio italiano. "La decisione al 99% diventerà legge dello stato e una legge va applicata, non si può ignorare. Mercoledì ho ascoltato il dibattito su Radio Radicale. La proposta è stata approvata dalla maggioranza con la ferma resistenza dell’opposizione. Non cambia niente. L’interesse del calcio è trovare formule convincenti e non solo perché lo dice la legge. Secondo il mio punto di vista, questa diventa un’occasione per obbligare il Consiglio Federale, in tutte le sue componenti, a farsi carico di una soluzione che da una parte rispetti la norma, lo spirito della legge e dall’altra gli interessi. Va trovato un assetto affinché, attraverso una comunione d’intenti, il calcio italiano cominci a risolvere i problemi, a potenziare i vivai, a darsi una spiegazione di certi insuccessi. Se esiste un problema, non è mai colpa di uno o dell’altro. Va capito cosa non funziona, perché si ferma il processo di crescita dei nostri talenti se le giovanili azzurre ottengono risultati. Facciamoci carico di tutte queste problematiche. Darei un suggerimento. C’è un mese di tempo. Se ci si mette con la testa libera, un’intesa si trova".