La Cina non è più vicina. Il Parma torna ai parmigiani, per ora

21 giugno 2017: la Cina è vicina.
23 ottobre 2018: la Cina non è più vicina.
È durato poco più di un anno il sogno cinese. Un accordo arrivato quattro giorni dopo la conquista della B e terminato in un anonimo martedì di fine ottobre, con una conferenza stampa a sorpresa. Il Parma torna ai parmigiani, Lizhang e i cinesi adesso passano in minoranza. Per poi, forse, tornare in Oriente. Una scelta inattesa ma fino a un certo punto, viste le scelte del governo cinese. Per spiegare l'innamoramento prima e il disinnamoramento poi, scegliamo due pezzi interessanti pubblicati in quest'ultimo anno.
Esattamente un anno fa, data la grande curiosità intorno all'arrivo della Cina nell'Emilia gialloblù, avevamo consultato il podcast "Risciò", creato dalla sinologa Giada Messetti e dal giornalista Simone Pieranni, che spiegavano: "Chi ha acquisito società di calcio straniere, non l'ha fatto per il suo gusto imprenditoriale personale ma perché indirizzato dal partito comunista cinese. Si tratta di eventi voluti dall'alto per dimostrare in Occidente l'esistenza di una nuova Cina. Nel 2015, nel disegno generale del sogno cinese, Pechino ha lanciato un piano di investimenti per conquistare il calcio mondiale e lo ha fatto seguendo due strategie. Con la prima ha puntato a comprare alcune squadre internazionali con degli emissari privati. È successo in Spagna con Atletico Madrid, Espanyol e Granada, in Inghilterra con Aston Villa e Wolverhampton e ora anche in Italia, con Inter e Parma".
Giusto una settimana fa, dopo il ritorno della maggioranza a Barilla & Co., abbiamo chiesto a Nicholas Gineprini, redattore di Calcio8Cina, massima autorità in Italia per quanto riguarda il calcio cinese, il perché di tale cambiamento di rotta: "Credo che le cose possano essere andate in questo modo per le difficoltà nel trasferire capitali all'estero dalla Cina. La cessione del Parma conferma il trend della smobilitazione degli investimenti cinesi nel calcio europeo. Tutto è iniziato lo scorso anno, le autorità governative hanno suddiviso in tre categorie gli investimenti esteri (proibiti, agevolati e ristretti) e lo sport rientra in questa categoria per quanto riguarda l'acquisizione di club (il mercato delle sponsorizzazioni invece è ancora florido). Sotto sotto lo sappiamo che il calcio è un sistema che si presta bene al riciclo di denaro e le autorità governative cinesi temono che gli investitori possano utilizzare il calcio come elemento per portare soldi fuori dalla Cina".
E così, si volta pagina. Alla ricerca di un nuovo investitore forte. Italiano, o forse europeo, magari nuovamente asiatico o chissà, africano o australiano. O magari lo zio d'America. La fortuna del Parma è che, al momento, i soci parmigiani possono ancora "tirare la carretta" da soli. E lo possono fare tranquillamente in Serie A. L'importante, però, è mantenere la massima serie, tornare a creare interesse intorno alle vicende crociate. Perché un nuovo proprietario, magari un ricco miliardario che verrà da chissà dove, prima di tutto guarderà al portafoglio, al marketing e ai vantaggi economici connessi. Il cuore, magari, verrà un po' più in là.