Chivu ha smentito tutti gli scettici: era il normalizzatore che serviva al Parma. E dire che Krause anni fa twittò no more 3-5-2...

Il day after di Parma-Juventus è decisamente glorioso. Vince il Parma con gol di Pellegrino, con la squadra di Chivu che si porta a quota 31 punti e, potremmo dire, si porta a casa un pezzo di salvezza. Affermazione pesante, certo, considerando che mancano ancora cinque partite, che le gare restanti dei crociati non sono semplici e che il margine sulla terz'ultima è di 6 punti: un discreto vantaggio, ma ancora non sufficiente per dirsi fuori dalla lotta salvezza. Considerando però il contesto, penso che, alla nomina di Chivu come nuovo allenatore, qualunque tifoso del Parma avrebbe firmato per essere a +6 sulla zona retrocessione a cinque gare dalla fine del torneo.
E a proposito di Cristian Chivu: bisogna dirlo, ha vinto soprattutto lui. Ha superato gli scettici, ha portato concretezza, voglia di lottare, risultati. Ha ridato compattezza e serenità a una squadra depressa, che con Pecchia non riusciva a tradurre il gioco in punti. L'ho detto anche nello scorso editoriale, era difficile pensare al Parma di Chivu giocare in questo modo anche sulla base della precedente esperienza in panchina dell'allenatore rumeno, il cui gioco era molto più offensivo di quello a cui ci siamo abituati a vedere nelle ultime settimane. Ma i bravi allenatori fanno quello che possono con ciò che hanno a disposizione, e quindi il vero merito di Chivu è stato proprio questo: quello di non aver voluto strafare ma di aver cercato la semplice strada della normalizzazione, badando a non prenderle e a cercare prima di tutto di ritrovare una solidità difensiva, che era quello che poi mancava al Parma. Oltretutto, con un Leoni in queste condizioni - partita strepitosa del giovanissimo centrale contro la Juventus - diventa godurioso vincere in questo modo, a maggior ragione contro la Vecchia Signora. Peccato solo per la sconfitta con l'Udinese e il mancato successo contro il Monza, squadra ormai destinata alla retrocessione; ma sicuramente il bilancio dell'allenatore rumeno non può che essere positivo. Con questa ritrovata tranquillità e con una nuova solidità difensiva, riesce difficile pensare a una mancata salvezza dei crociati: anche se, ovviamente, non bisogna mai abbassare la guardia, anche perché gli infortuni della partita con la Juventus decisamente non ci volevano in questo momento.
Avrete anche notato che ormai da qualche settimana il Parma gioca stabilmente con il 3-5-2, che ha permesso al tecnico di giocare dall'inizio con Bonny al fianco di Pellegrino, una scelta che sta dando i suoi frutti (e non solo per il gol dell'argentino contro i bianconeri). Questo cambio di veste tattica mi ha fatto tornare alla mente la prima stagione del Parma targato Krause, quando il presidente con un tweet tuonò contro l'allenatore di allora, Fabio Liverani, di fatto quasi imponendo una scelta di modulo: "no more 3-5-2", furono le semplici parole del patron crociato di allora. Va da sé che ben venga invece il 3-5-2, specie in una situazione particolare come quella che ha vissuto il Parma nelle ultime settimane: sapersi difendere non è certo un peccato mortale, anche perché restare in Serie A giocando con accortezza difensiva è decisamente più auspicabile che retrocedere con un calcio offensivo. Sono sicuro che su questo Krause potrà concordare.
Due ultime parole su Pellegrino. Ora, andiamoci piano con i paragoni ingombranti e quello che volete: ma da quanti anni è che non si vedeva un centravanti così? Il fatto poi che sia argentino non può che far venire immediatamente alla mente Hernan Crespo, forse il giocatore più amato di sempre dai tifosi crociati, anche per le caratteristiche dell'ex Velez. Per adesso, comunque, godiamocelo: il suo impatto con la Serie A è stato ottimo, e, come si suol dire, se son rose fioriranno...