LIVE! Chivu: "Sorpreso della chiamata. Parma è un onore, non è un rischio"

20.02.2025 16:43 di  Tommaso Rocca   vedi letture
LIVE! Chivu: "Sorpreso della chiamata. Parma è un onore, non è un rischio"

16.43 - Termina la conferenza. 

Chi sono gli allenatori che l'hanno influenzata di più per il suo percorso?
"In primis i miei genitori, poi ho avuto tanti allenatori. Ma sono stati loro i primi a trasmettermi valori importanti, rendendomi una persona con principi e valori importanti. Per quanto riguarda gli allenatori ho imparato da tutti qualcosa, ho ascoltato. Ora però ho una maturità diversa e capisco ancora di più certe cose che mi tornano utili. Non possono però parlare dell'allenatore e della persona che sono senza nominare i miei genitori, ovviamente poi ringrazio anche tutti gli allenatori che ho avuto il piacere di avere come allenatori". 

Ha visto una squadra spaventata?
"Quando si arriva in una squadra c'è tanto da fare ma ho parlato individualmente con alcuni di loro e non ho visto paura ma senso di responsabilità. Sono ragazzi maturi che capiscono il momento e lavorano sodo per uscirne". 

Si è fatto un'idea dei problemi in fase difensiva? Il Parma ha avuto coraggio o ha avuto più coraggio lei ad accettare?
"Nella mia vita le sfide le ho sempre accettate. Hanno fatto parte del mio modo di essere, la mia motivazione è sempre stata quella. Lo storico dice molto di me, dalla morte di mio padre agli spostamenti fino agli infortuni, anche quello alla testa. Ho le spalle larghe, mi prendo sempre le responsabilità. Questo è un onore, non un rischio. Vedo e sento la fiducia, metto la mia anima a disposizione della squadra e della società. Non molleremo di un centimetro fino all'obiettivo, questo è il mio carattere. Sulla fase difensiva, se non ci fossero stati problemi non sarei qua. Lo studio lo avevo fatto prima da appassionato di calcio, l'idea la avevo". 

I tifosi la conoscono bene come giocatore ma non come allenatore, cosa si sente di chiedere loro?
"Chiedo di esser presenti, di sostenere la squadra e fare quello che il tifoso del Parma ha sempre fatto. È una realtà bella, io non ho cambiato molte realtà. È un posto perfetto per un giovane giocatore, ci sono a disposizione tutte le condizioni che servono per avere prestazioni al di là delle aspettative. Abbiamo la responsabilità di far crescere i ragazzi e farli giocare meglio".

Lei non ha mai lottato per la salvezza in carriera. In passato si era parlato di un approdo all'Ajax: perché ha preferito Parma, rispetto ad una realtà più importante?
"Dal mio punto di vista no. Parma per me è dieci volte l'Ajax. Ho molto rispetto della squadra di Amsterdam, ma per come vedo le cose in questo momento dico così. Questo è il mio approccio e voglio trasmetterlo ai miei giocatori. È una società sana e bella, stare in questo posto è meraviglioso e i giocatori devono capirlo. Devono essere riconoscenti, molte persone credono in loro, siamo qui per renderli giocatori e persone migliori. Io ho avuto una carriera in squadre che ambivano a vincere i campionati. poi a Roma ho vissuto una stagione difficile: ci siamo trovati in fondo al campionato e abbiamo rischiato di retrocedere. Non mi piace parlare del giocatore Chivu, mi porto però dietro un bagaglio di conoscenze. Se sono riuscito a giocare in squadre che lottavano per il campionato, un po' di grinta ed esperienza come approccio e tutto ciò che serve per avere risultato ne ho avuto. Non serve lottare per la retrocessione per saper come salvare la squadra poi da allenatore. Ci sono tante altre cose e spero che le mie qualità siano quelle giuste per salvare la squadra, sono certo di aver quello che serve". 

Quali ritiene siano i punti di forza e dove deve lavorare in particolare?
"Possiamo migliorare in tutto e abbiamo l'obbligo di farlo. Si lavora su ogni reparto, si passa dalle individualità al collettivo. Tutti i giocatori possono migliorare". 

Come ha trovato la squadra a livello fisico e come si fa ad avere un impatto in poco tempo? 
"In primis servono punti, sono le partite vinte a render tutto più semplice. Aiuta a lavorare bene insieme e anche sul singolo giocatore. Ci vuole qualcosa in più rispetto a quello che è stato fatto. Serve più responsabilità dei singoli, devono tirare fuori la voglia di mantenere la categoria. Non posso giudicare la squadra fisicamente perché è giù sul piano mentale, le cose vanno fatte di pari passo. Dovremo fare tanto lavoro anche sul fisico, sui cui si è già lavorato, ma l'aspetto mentale ora vale di più". 

Quali sono i sentimenti dello spogliatoio e come intende la fase difensiva?
"Quando si cambia allenatore ogni singolo deve dimostrare qualcosa e quindi dà qualcosa in più. L'approccio è stato più che positivo come intensità, c'è voglia di cambiare rotta. Quello che conta poi è il risultato al sabato. Ho visto segnali importanti dal gruppo. Per la fase difensiva, si difende in undici non a tre o quattro. Sono tutti responsabili, si vive di attacco e difesa. Tutti devono essere partecipi nelle due fasi. Non solo attenzione, bisogna lavorare tutti insieme senza pause". 

Vuole inculcare subito alla squadra la sicurezza di restare subito in Serie A? Man ha qualità importanti, qual è la ricetta per ritrovarlo?
"Dennis come gli altri deve lavorare tanto, si deve impegnare e deve assumersi delle responsabilità come tutti. È un giocatore importante, ha avuto un momento di calo da dicembre. Il nostro compito è di farlo rientrare in forma, renderlo il giocatore che ci ha abituato. Non basta quello che ho visto a inizio stagione, voglio molto di più perché ne ha le potenzialità". 

Cosa le hanno detto le recenti sfide del Parma? Perché ha scelto questa realtà?
"Voglio ringraziare il presidente e la società per la fiducia. Sono onorato di far parte di questo progetto. Per me è il massimo di quello che potevo sognare quando ho iniziato questo mestiere. Ho iniziato con la gavetta nel settore giovanile, Parma è il massimo a cui posso ambire ora. Mi prendo questa responsabilità e questa possibilità di lavorare in una società con un progetto importante. Lavorare con i giovani mi ha entusiasmato, vorrei trasmettere questo ai bravissimi giocatori che ho in rosa". 

Come è nato l'accordo e come ha impostato i primi giorni di lavoro?
"Ci siamo conosciuti il giorno stesso che ci siamo trovati a Parma. Sono stato sorpreso dalla chiamata di una società che ha avuto il coraggio di chiamarmi per un colloquio. Conosco bene la realtà di una società con un progetto importante a lungo termine, mi fa piacere esser stato contattato e scelto. I primi giorni sono impegnativi, sei in un frullatore continuo. Mille persone da conoscere e qualcosa che succede ogni minuto ma la priorità è la squadra, conoscere i giocatori anche a livello caratteriale e impostare la prossima partita". 

Si avvicina la gara di Bologna, cosa vuoi proporre qui a Parma? Bernabé dove lo vedremo?
"Mi fa piacere ritrovarmi in una società con grande ambizione. C'è un progetto importante. La squadra è ricca di giovani di qualità su cui la società punta, il nostro compito è ottenere risultati e dargli la possibilità di crescere. Manca qualcosa come autostima in questo momento a causa dei risultati, mi sono focalizzato sul ridare fiducia e coraggio. Bisogna esser propositivi, conta tanto la fiducia in un giovane. I miei ragazzi sono i più bravi, io devo dar loro il massimo. Il modulo di gioco non lo anticipo, non posso anticipare troppe cose a Vincenzo Italiano. Il Bologna è una grande squadra, abituata a fare un certo tipo di calcio, non credo sia preoccupato. Ovvio che ogni partita poi è complicata in Serie A, nessuno regala nulla. Bernabé è un ragazzo talentuoso e di qualità, devo ancora scoprire meglio il ruolo anche se lo conoscevo prima e l'ho visto lavorare. E' un centrocampista totale, può fare tutto in un centrocampo a due e a tre e nasce anche come trequartista. Devo conoscerlo in fretta e metterlo a disposizione della squadra, mettendolo nel ruolo dove si trova meglio. Questo è il nostro compito".

Come ha vissuto i mesi senza panchina e come si passa la sua leadership alla squadra?
"In questi mesi ho dedicato molto tempo a studiare e viaggiare, ho visto molte partite. Poi ho ripreso l'attività di analisi UEFA sulla Champions League. E' un lavoro bello, ti permette di confrontarti con allenatori e realtà importanti, studiando le nuove tendenze del calcio. La leadership è innata, non ce l'hanno tutti, ma bisogna toccare i tasti giusti per alzare i livelli d'autostima. Trasmettere fiducia e coraggio. La leadership si basa su un piccolo gruppo di giocatori capaci di trasmetterla agli altri, così tutti riescono a rendere e dare di più". 

Che impressione le ha fatto il Parma nell'ultimo periodo e come si entra nella testa dei giocatori?
Nella testa dei giovani si entra dandogli fiducia, parlando e dando feedback. Cercare i tasti giusti per essere ascoltati e guadagnarsi punti come credibilità. E' importante per loro avere davanti una persona credibile, che riconoscono come qualcuno che trasmette qualcosa che può servire nel calcio e nella vita. Serve una certa sensibilità, bisogna avere l'approccio giusto con ogni persona che è diversa. La comunicazione e la fiducia trasmessa sono importanti". 

Il Parma viene da quattro sconfitte, fatica a segnare e prende pochi gol, dove bisogna intervenire?
"Non è un momento semplice, manca fiducia. Il nostro focus è stato su questo, abbiamo cercato di trasmettere entusiasmo per avere un approccio diverso rispetto a quello delle ultime gare. Servono tempo e pazienza, ci vuole determinazione per far sì che la squadra possa avere un approccio caratteriale diverso".

Prende la parola il presidente Krause: "Voglio ringraziare Fabio Pecchia per il suo lavoro e per la promozione, augurandogli in bocca al lupo per il futuro. Qui oggi presentiamo il nuovo allenatore, sono entusiasta di aver portato a Parma quella che era la nostra prima scelta. Racchiude tutto quello che stavamo cercando in un allenatore. Mi basta citare il fatto che Cristian a soli 21 anni era già leader in una squadra importante a livello europeo, l'Ajax. Un esempio di grande leadership e questo è alla base della nostra filosofia. La prima volta che ci siamo confrontati abbiamo capito di condividere la stessa filosofia. Auguro a lui grande successo, il suo successo sarà il nostro. Darò a lui tutto il supporto necessario affinché questo possa esser realizzato". 

15.45 - Prime parole da allenatore del Parma per mister Chivu. L'ex difensore dell'Inter ha preso il timone della squadra, rilevando la panchina di mister Pecchia. Un avvicendamento voluto dalla società, che crede nel tecnico rumeno per dare una svolta ad un campionato che vede il Parma in zona retrocessione. Tra pochi minuti, Cristian Chivu risponderà alle domande dei giornalisti presenti in sala stampa allo stadio Tardini. Segui le sue parole in diretta, grazie al LIVE! a cura della redazione di ParmaLive.com.

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