Ancora Bernabé: "Barcellona e City mi hanno reso il giocatore e la persona che sono oggi"
Adrian Bernabé, centrocampista gialloblù, classe 2001, si è raccontato, svelando lati della sua vita esterni al rettangolo di gioco, nel format "A Tutto Campo" con Chiamarsi Bomber. La carriera di Bernabé, iniziata nelle giovanili dell'Espanyol nel 2013/14, è poi proseguita ne La Masia, la FC Barcelona Academy, dove ha trascorso gli anni dal 2014 al 2018. In seguito, il Manchester City, guidato da Pep Guardiola, lo ha preso sotto la sua ala fino al 2021. Nell'estate di quell'anno il giovane spagnolo è approdato in gialloblù. Di seguito le sue parole riguardo la carriera vissuta fino ad oggi:
Da quando è iniziata la tua passione per il calcio?
"Ricordo che avevo circa 3 anni. Mio padre mi ha portato alla squadra dove abitavo e giocavo per divertirmi. Poi ho cominciato a giocare più seriamente, soprattutto quando mi ha preso l’Espanyol e ho cominciato ad accumulare ricordi emozionanti, come andare a disputare tornei e campionati al fuori dalla Spagna, la cosa più bella da quando ho cominciato a giocare a calcio. Era un momento spensierato, non ti rendevi conto quanto felice eri e ora che lo ricordi è davvero bello. Da lì si è sviluppato tutto".
Da quando hai capito che poteva diventare una cosa seria?
"Penso di averlo capito nel momento in cui mi sono trasferito al Barcellona. Sicuramente un cambiamento importante per la mia carriera, dove ho capito di poter davvero fare bene. I primi due anni son stati un po’ più difficili, ma a 14/15 anni già la situazione si comincia a fare più seria e ti rendi conto che se vai sulla strada giusta puoi andare avanti".
Riguardo il trasferimento in Inghilterra al Manchester City, com'è capitata quell’occasione? Cos’hai pensato quando una delle squadre più forti del mondo ti ha voluto con sé?
"È stata un’opportunità molto bella perché ho avuto modo di conoscere un paese nuovo ed imparare a parlare inglese. Ho avuto la fortuna di allenarmi con giocatori di livello eccezionale, insieme ad uno degli allenatori più forti della storia. È stata una tappa della mia vita in cui sono migliorato e anche grazie a quei tre anni sono diventato il giocatore e la persona che sono oggi".
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