Il Parma dei giovani è entrato nel cuore dei tifosi (e viceversa). Pecchia è l'allenatore perfetto al momento giusto, la sua permanenza vale più di ogni acquisto

07.05.2024 13:00 di  Tommaso Rocca   vedi letture
Il Parma dei giovani è entrato nel cuore dei tifosi (e viceversa). Pecchia è l'allenatore perfetto al momento giusto, la sua permanenza vale più di ogni acquisto
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Il racconto della settimana conclusa è tanto complesso quanto entusiasmante. In soli cinque giorni i tifosi crociati hanno vissuto emozioni così intense che risulta impossibile racchiuderle in poche righe. Il Parma torna nell'elite del calcio italiano e lo fa con merito, dominando il campionato, portando avanti la sua idea di calcio e conquistando il cuore della città intera. Questo successo non è solo la vittoria di un gruppo straordinario, bensì il trionfo di tutta la gente di Parma. Un entusiasmo di questa portata non si respirava da tempo: dopo anni di insuccessi sportivi, dove comunque il supporto dei tifosi non è mai mancato, ora questa promozione ha riacceso quel legame indissolubile tra città, squadra e società. Per Krause è il primo vero successo da quando è a Parma: il suo insediamento è stato tutt'altro che in discesa, ma gli sforzi e gli investimenti finalmente hanno portato al risultato e ora il presidente può godersi la festa. Forse nemmeno lui si aspettava una dimostrazione d'affetto di questa portata e riflettendoci è più che comprensibile. Il calcio negli Stati Uniti è ancora un movimento in crescita e non ha il seguito che invece ha in Europa. Per una persona che è ai primi anni nel nostro calcio, vedere così tanti tifosi emozionati deve esser stato di certo impattante e in qualche occasione il presidente è parso sorpreso, soprattutto al suo arrivo in aeroporto di ritorno da Bari, dove ha ricevuto il primo bagno di folla. Seguito poi dal corteo in via Repubblica, dove assieme alla moglie e al figlio Oliver, ha potuto toccare con mano i valori della tifoseria crociata. Questa gioia e questo entusiasmo, nel caso ce ne fosse ancora bisogno, hanno reso ancor più chiaro ai suoi occhi cosa rappresenta il Parma per la città. Dopo qualche critica, in alcuni casi anche comprensibile, il presidente ora ha riportato il club nella categoria in cui lo aveva acquistato e da qui in avanti può mettere altri mattoncini per costruire il suo progetto ambizioso. 

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Gli altri grandi protagonisti della festa sono stati ovviamente i calciatori. L'impressione è che questo gruppo giovane e carico di entusiasmo ed energia abbia conquistato il cuore dei tifosi. Certamente i risultati hanno aiutato, ma per una volta tralasciamo i discorsi da campo. L'ambiente positivo che si respira all'interno della squadra e dello staff, di riflesso ha contagiato tutti i tifosi, che si sono stretti vicino all'entusiasmo che il gruppo ha saputo creare. Un'alchimia così forte non si vedeva da tantissimo tempo e forse proprio la leggerezza e l'amicizia di una squadra giovane, guidata dall'esperienza di qualche saggio leader, sono state la chiave di questa crescita. La gioia dei tanti bambini presenti allo stadio e in piazza è il riflesso del lavoro di questa squadra, che è riuscita ad emozionare e coinvolgere i giovani tifosi, come in passato hanno fatto altri giocatori che hanno scritto la storia del club. Tra autografi, foto e video, forse i più felici, oltre che i bambini, erano proprio i giocatori. Questo è stato confermato dalle tante dichiarazioni d'amore verso la città da parte di Delprato e compagni ed è stato percepito dai tifosi. Nelle ultime stagioni, un certo Buffon ha più volte ribadito l'importanza di trasmettere ai compagni il valore della maglia che avevano addosso. Ora i ragazzi sono cresciuti e sembrano aver preso a cuore il club e soprattutto la città, mostrando grande senso d'appartenenza. Parma non è una piazza che pretende senza restituire, ma al contrario sa valorizzare i suoi giocatori, creando l'ambiente perfetto per permettere a ciascuno di esprimersi al meglio. Forse i giocatori lo hanno capito e ora sono riconoscenti e vogliono restituire alla città.

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Abbiamo lasciato alla fine colui che, permettetemi di sbilanciarmi, è il vero artefice di questa promozione. Pecchia è in questo momento il migliore allenatore che il Parma possa avere. Può sembrare un'esagerazione, ma ci sono delle motivazioni alle spalle di questa considerazione. Il primo, il più importante di tutti, è che Pecchia ha dimostrato di saper lavorare con questo gruppo, toccando le corde giuste per far esprimere tutti al meglio. Questa ritengo essere la qualità migliore in un allenatore, soprattutto se lavora a contatto con un gruppo così giovane. Mister Pecchia in queste due stagioni ha saputo conoscere ed instaurare un rapporto con ogni ragazzo, ottenendo in primis la fiducia di tutti. Per un progetto come quello del Parma, che mira a valorizzare i giovani in rosa, un allenatore con queste qualità è oro colato. Per diversi giocatori sarà la prima esperienza in Serie A, avere un condottiero che già li conosce e di cui si fidano sarà fondamentale. A questo ci aggiungiamo ovviamente la competenza tecnico-tattica e il lavoro suo e del suo staff, indispensabili per ottenere certi risultati. Infine è giusto mettere in risalto anche un aspetto troppo spesso sottovalutato: al timone del Parma c'è bisogno di un condottiero che sappia misurare le parole e Pecchia non ha mai sbagliato di una virgola dal giorno del suo arrivo, mantenendo grande eleganza nelle dichiarazioni e anche nei festeggiamenti. La Serie A è il giusto premio dopo il lavoro fatto in questi anni, non solo qui ma anche nelle altre piazze dove ha allenato. Il tecnico crociato ha scelto Parma come realtà dove vivere la prima esperienza in massima serie e devo ammettere di aver tirato un sospiro di sollievo quando ha confermato di voler proseguire su questa panchina. Ora però c'è un derby molto importante, poi qualche settimana di riposo prima di pensare alla nuova stagione. Non sarà semplice, ma il Parma parte da basi solide: l'entusiasmo, la società, la squadra e l'allenatore. 

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