Gazzetta dello Sport - Il settore giovanile del Parma riparte: Barilla il suo simbolo

Sulla Gazzetta dello Sport di oggi viene analizzata la ricostruzione del Settore Giovanile del Parma, che dopo il fallimento ha trovato una nuova riorganizzazione: i pochi dirigenti rimasti si riunivano a cena e convocavano i genitori dei ragazzi nei bar. Niente sede, nessun ufficio. Con nulla o quasi da promettere ma molto da chiedere: la fiducia a scatola chiusa. E, piano piano, qualcosa è successo: il centro sportivo di Collecchio è tornato a disposizione, i giardinieri hanno rimesso in piedi campi distrutti - due mesi senza irrigazione, con quel caldo - e le squadre sono rinate. Oggi il settore giovanile del Parma oggi ha 6 squadre, contro le 9 del passato, e gioca solo nei 7 campi di Collecchio, divisi con la prima squadra. Anche Apolloni afferma che "Allenarsi a fianco dei bambini è bello, dà un senso di unione. Lavoriamo per farli arrivare nel calcio professionista".
Certo, i numeri fanno quasi paura: 128 giocatori delle giovanili dell'anno scorso sono andati via, e ben quarantanove di loro sono andati al Sassuolo, dove hanno seguito Francesco Palmieri, responsabile delle giovanili del vecchio Parma. Ma lo stesso Palmieri è fiducioso per il nuovo corso del Parma: "Tanti collaboratori validissimi sono rimasti. Il Parma ha una buona base dai 2002 in poi, ce la faranno". L’ultima frase spiega: le squadre più grandi hanno perso tutti i migliori, molti dei più piccoli invece sono rimasti e sono la base per il futuro. I più piccoli, ora, nemmeno ci sono, perché si è deciso di non avere squadre dai 6 ai 9 anni. Uno dei simboli della rinascita del settore giovanile è Gregorio Barilla, figlio di Guido, reduce dalla finale scudetto (persa) con i Giovanissimi Nazionali. Gregorio stava per passare al Sassuolo, poi ci ha ripensato: meglio una squadra di D, magari indebolita, magari sperimentale, ma con la croce sulla maglia.