Stoichkov, Amoroso, Milosevic: la Flop III degli acquisti del Parma

Il calciomercato è il veicolo principale per il successo e la causa maggiore dell’insuccesso. Quante volte colpi spacciati per veri e propri affari si sono dimostrati disastrosi per i club? E quante volte invece, alcune operazioni minori si sono rivelate la chiave per il successo? Dopo avervi raccontato questa mattina le tre operazioni "migliori" della storia del club, è ora il momento di parlare di quelle più disastrose, chi per un motivo e chi per un altro.
Hristo STOICHKOV - Quando nel luglio ’95 il Parma acquistò dal Barcellona di Cruyff per 15 miliardi di vecchie lire Hristo Stoichkov, tutta Italia pensava che quel Parma, reduce dalla vittoria della Coppa UEFA contro la Juventus, potesse veramente iscriversi alla lotta per lo scudetto. La realtà dei fatti invece ci ha raccontato che la storia d’amore fra Parma e il fenomeno bulgaro durò il tempo di poche settimane, e si concluse dopo appena una stagione, di tanti rimpianti. Il primo problema sorge subito, ed è di carattere tattico: nel 3-5-2 di Scala, le punte sono il bulgaro e Zola, ma nessuno dei sue è un vero e proprio 9. Eppure l’avvio è incoraggiante: una magia su punizione all’Atalanta, all’esordio in A, e altre tre reti fino alla fine di settembre. Poi solo una da ottobre a maggio. Basta questo per descrivere il flop assoluto del pallone d’oro bulgaro, a fine stagione rispedito a Barcellona, prima del lento epilogo finale girovagando per il mondo. Un adattamento complesso, comportamenti sopra le righe, tanti guai fisici e un Parma a fine ciclo, tutti ingredienti per un flop con tanti rimpianti.
Savo MILOSEVIC - Doveva essere l’erede di Crespo, appena ceduto alla Lazio, e per quanto vistosi fino a quel momento in carriera la strada poteva essere quella giusta. Un soprannome importante, il “Van Basten serbo”, valanghe di gol tra Inghilterra e Spagna, e un Europeo appena concluso da protagonista (e capocannoniere). Parliamo di Savo Milosevic, acquistato nel 2000 dal Parma per 55 miliardi. Un paracarro con pochi precedenti, un “fenomeno parastatale” per riagganciarci alla divertente rubrica della Gialappa’s dell’epoca. 9 gol in due anni, poi i prestiti disperati in Spagna, fino alla risoluzione del contratto nel 2004. Ulivieri diceva che Milosevic era IL calcio, "Non ho mai conosciuto altri attaccanti che sapessero giocare con i compagni e per i compagni come Savo”. Eppure la realtà dei fatti consegnava un attaccante impresentabile, forse anche vittima di quei 55 miliardi spesi e dell’eredità di Hernan Crespo.
Marcio AMOROSO - Viene quasi da dire un nome, una garanzia. Marcio Amoroso, pagato nell’estate del ’99 70 miliardi di lire, era uno degli attaccanti più scintillanti della Serie A, segnando valanghe di gol all’Udinese, dove vinse anche la classifica marcatori davanti a nientemeno che Gabriel Omar Batistuta. Titolare del Brasile, dove insieme a Ronaldo e Rivaldo aveva appena vinto la Copa America, è il colpo da novanta dell’estate del Parma, che vinse la concorrenza dell’Inter di Moratti a suon di miliardi. 18 gol in 51 presenze, due anni contraddistinti da una marea di infortuni e da prestazioni sottotono, un tunnel da cui il brasiliano non riusciva ad uscire. Lasciò dopo appena due anni per il Borussia Dortmund, dove tornò ad essere quel killer d’area di rigore conosciuto anni prima ad Udine. Una parentesi sfortunata nel momento sbagliato, un investimento che il Parma pagò negli anni seguenti. Doveva essere il colpo per lo scudetto, ma fu uno dei più grandi flop della storia crociata.