Minotti: "Nel mio Parma tanti giocatori con carisma ed esperienza. Oltre a un grande senso di appartenenza"

08.02.2025 10:15 di  Alessandro Tedeschi   vedi letture
Minotti: "Nel mio Parma tanti giocatori con carisma ed esperienza. Oltre a un grande senso di appartenenza"
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© foto di Marco Rossi/TuttoCesena.it

Ai microfoni di OaSport il doppio ex della gara Lorenzo Minotti ha così parlato di Parma e Cagliari: "Sicuramente Parma è stata la parentesi più bella della mia carriera e anche la più lunga. Sono passati tanti anni, ho raccolto tanti successi e poi ci sono tornato anche come dirigente. Cagliari un pensiero bello perché sono stato benissimo, un pensiero un po’ amaro perché se l’esito di Napoli fosse stato diverso (spareggio salvezza perso contro il Piacenza 3-1 all’allora Stadio San Paolo), avrei avuto un rapporto con Cagliari diverso".

Se dovesse fare una classifica dei momenti più belli vissuti con la maglia del Parma? 
“È difficile scegliere, ma il primo ricordo che mi viene in mente è la vittoria a Wembley da capitano, il primo successo internazionale per il Parma. Inoltre, si chiudeva un ciclo in maniera vincente: ero arrivato al Parma quando era in Serie B, giocavamo davanti a pochissimi spettatori. Ritrovarsi poi nel tempio del calcio mondiale, nel vecchio Wembley, che aveva un fascino e un prestigio particolare, è stato incredibile. Giocare una finale a Londra, con 15.000 tifosi del Parma, ci ha fatto capire di aver fatto qualcosa di straordinario.

A tutto questo si aggiunge che ho sollevato una coppa da capitano e ho segnato un gol: è stata senza dubbio la serata perfetta della mia carriera. Detto questo, anche la promozione in Serie A battendo la Reggiana è un ricordo indimenticabile. Fu una festa totale per la città e per i tifosi del Parma, che hanno vissuto insieme le due più grandi soddisfazioni: tornare in Serie A e battere i rivali della Reggiana. Infine, la vittoria in Coppa UEFA contro la Juventus è stata un’altra notte magica. Giocare a San Siro, in uno stadio così importante, davanti a 80.000 spettatori, e riuscire a battere la Juve è stato qualcosa di straordinario”.

Che differenza c’è tra il Parma della prima promozione in Serie A e il Parma attuale, neopromosso con Pecchia? 
“Credo che il mercato di allora sia stato costruito con criteri diversi. In difesa, ad esempio, avevamo un giocatore come Grün, che, se non erro, aveva già disputato tre Mondiali. Era un calciatore di grande carisma ed esperienza, elementi fondamentali per far crescere me, Apolloni e altri compagni, dandoci certezze sia tattiche che di personalità. Probabilmente, quel gruppo si era consolidato nel tempo: molti di noi avevano già vissuto stagioni di Serie B a Parma, sviluppando così un forte senso di appartenenza. Questo ci ha aiutato molto. Inoltre, c’erano giocatori come Zoratto, Cuoghi, che garantivano maturità e capacità di gestione nei momenti difficili, qualità imprescindibili per ogni squadra. È vero anche che in quel Parma militavano diversi calciatori destinati a carriere importanti: vedremo se i giovani talenti attuali riusciranno a raggiungere quegli stessi livelli. Alla fine, la differenza può essere anche qualitativa“