Il nipote di Vialli a due anni dalla morte dello zio: "Soffriamo ma siamo fieri di portare avanti il suo ricordo"

05.01.2025 13:27 di  Riccardo Civa   vedi letture
Il nipote di Vialli a due anni dalla morte dello zio: "Soffriamo ma siamo fieri di portare avanti il suo ricordo"
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Durante mostra organizzata dal Museo Samp & Doria "Un Uomo, un Campione, Gianluca Vialli" dedicata all'ex attaccante di Cremonese, Sampdoria e Juventus scomparso due anni fa, il nipote Riccardo Vialli è intervenuto per ricordare lo zio. Queste le dichiarazioni riportate da TMW: "Due anni fa è stato un giorno molto triste ma in questi due anni che Luca non c'è più sono riuscito a riviverlo e a scoprire un uomo incredibile nei racconti di quelle persone che ho conosciuto in questo periodo. Ha lasciato un vuoto enorme, come abbiamo sentito nei ricordi dei suoi compagni, anche noi in famiglia soffriamo ma siamo fieri di portare il suo cognome e avanti il suo ricordo".

Vi rendete anche di tutto l'enorme affetto che ogni sampdoriano ha per lui e per voi.
"Non ero cosciente dell'amore che Genova e i suoi tifosi avessero per Luca. Io frequentavo Genova molto meno qualche anno fa. E ora che ci vengo molto spesso, ho visto cose incredibili che riempiono il cuore di gioia. Anche l'anno scorso al Carlo Felice è stata un'emozione incredibile sentire anche il coro meraviglioso dei tifosi a fine spettacolo. E' stato commovente ma ci ha riempito il cuore di gioia".

Ti aspetti che anche la Sampdoria possa fare qualche iniziativa per Gianluca Vialli?
"Lo spero tanto. Ho visto che anche la società a Luca tiene molto. Sicuramente quello che ho visto è più l'affetto che la tifoseria e tante persone che l'hanno conosciuto ha nei confronti di Luca. Già questo penso che possa essere gratificante per noi. Se la Sampdoria, come ha fatto in passato, lo ricordasse ci farebbe piacere".

Che ricordi hai degli ultimi anni di Gianluca?
"Come dicevamo prima, è sempre stato un uomo molto riservato. E anche la sua malattia non ha voluto farla vedere molto a noi della famiglia, forse un po' per proteggerci. Però abbiamo visto, con i libri che ha scritto e le interviste che ha fatto, l'energia che ha trasmesso e la voglia di vivere che aveva. Ci ha lasciato un'eredità pesante che speriamo di portare avanti come lui voleva".