Bove, con il defibrillatore non potrebbe più giocare in Serie A
La Gazzetta dello Sport anche nella giornata di oggi si concentra sulla situazione di Edoardo Bove, centrocampista della Fiorentina ancora ricoverato in ospedale dopo il problema cardiaco accusato domenica sera nella sfida poi sospesa contro l'Inter al Franchi.
Nelle scorse ore il dg viola Alessandro Ferrari aveva così spiegato il momento: "Sta recuperando, siamo contenti. Bisogna avere un po' di pazienza e un po' di rispetto per lui, ma il ragazzo sta bene e ha già cambiato anche il reparto in cui è ricoverato. Situazione sotto controllo. Non è più in terapia intensiva? E' in un reparto chiamato Utic, sotto rispetto a quella che è la terapia intensiva".
Ora, secondo la Gazzetta dello Sport, i medici stanno passando al setaccio il suo storico diagnostico e anche il codice genetico per capire l'origine del problema avuto. Dai primi esami, è comunque già emersa una cicatrice all'altezza del ventricolo sinistro, traccia che non era stata rilevata nei precedenti controlli. In questi casi, si legge sul quotidiano, la prassi cardiologica prevede l'uso di un defibrillatore di "prevenzione secondaria", un piccolo apparecchio che in passato è stato impiantato anche a Christian Eriksen. Il caso di Bove assomiglia sempre più a quello del danese, con le stringenti regole italiane che impedirebbero al centrocampista di tornare a calcare i campi di Serie A (ma non quelli di altri campionati come, ad esempio, la Premier League).