La Serie A sempre più USA: fanno gola sviluppo nel lungo periodo e stadi
Con l'Hellas Verona che passa nelle mani dei texani di Presidio Investors, diventano nove le proprietà nordamericane nel massimo campionato italiano: otto statunitensi ed una canadese (il Bologna di Saputo). E La Gazzetta dello Sport prova a chiedersi il perché di un così massiccio investimento nella Serie A: "I prezzi delle squadre di calcio italiane sono relativamente bassi, e molti ritengono che siano sottostimati. Tra questi gli investitori americani che, negli ultimi anni, hanno eletto il Belpaese a territorio di caccia preferito. Beninteso, non tutte le proprietà d’Oltreoceano sono mosse dal puro ritorno dell’investimento.
Al di là di qualche distinguo, tuttavia, il comune denominatore è il seguente: investo su un’azienda in difficoltà economica e/o dalle grandi potenzialità scommettendo sulla sua valorizzazione in un arco temporale di medio-lungo periodo. Qual è, allora, il potenziale che dall’estero intravedono? La Serie A ha un fortissimo legame con il territorio nazionale: nonostante gli scandali e le crisi, sono sempre circa 30 milioni gli interessati al campionato. Ma non ha ancora compiuto un salto di qualità in termini manageriali e di visione.
Non a caso, quando rilevano il controllo di un club italiano, gli investitori americani tendono a dare fiducia alle aree sportive dei club (come conferma il caso del Verona) e a mettere mano alla parte corporate e commerciale. Sanno bene che “americanizzare” gestioni così ancorate alle tradizioni europee non sempre è facile. Di sicuro puntano tutti sullo stadio come leva di sviluppo. Da Friedkin a Saputo, da Oaktree a RedBird, da Krause alla cordata del Venezia, tutti stanno tentando di mettere a terra un progetto immobiliare. Commisso si è trovato la strada sbarrata per lo stadio ma ha tirato su il Viola Park, Pagliuca lo stadio lo ha avuto in dote e ha deciso di espandere ulteriormente gli investimenti. Presidio, ultimo arrivato, ha messo nel mirino il Bentegodi".
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