Parolo: "Il secondo anno a Parma il più bello a livello personale. Che fortuna aver conosciuto Donadoni"
Intervistato da Radio Serie A, l'ex centrocampista del Parma, Marco Parolo, ha rivissuto alcuni momenti in maglia crociata: "A Cesena arrivò la prima chiamata in Nazionale ma non ero pronto. Davo tutto per scontato. Il secondo anno fu complicato a Cesena. Arrivavano sirene di mercato che mi distraevano. Fortunatamente a Parma ho conosciuto Donadoni. Al primo incontro, nel momento in cui mi ha stretto la mano, mi ha trasmesso una mentalità vincente che mi ha persuaso fin da subito. Una stima reciproca che rimane anche oggi. Quando giocavamo a calcio tennis era incredibile quanto voglia avesse di vincere oltre alle rovesciate straordinarie che mi lasciavano senza parole. Il secondo anno a Parma è stato il più bello a livello personale, fisico, da giocatore. Stavo benissimo".
Poi l'arrivo alla Lazio.
"L'anno precedente con il Parma eravamo arrivati 6°, sopra la Lazio, con una squadra che aveva un progetto ambizioso. Alla proposta della Lazio ero titubante perché avrei preferito raggiungerli in un altro momento della mia carriera, ma alla chiamata di Pioli, quando mi venne spiegato il progetto e la realtà Lazio e mi vennero messe davanti le difficoltà economiche del Parma di quel momento, decisi di accettare le tre componenti e arrivai alla Lazio. Ad oggi dico: menomale che ho trovato la Lazio: una realtà che sposa totalmente quello che sono io, un centro sportivo bellissimo, un tifo meraviglioso e una società che ti lascia esprimere. Con Igli Tare ho avuto tanti confronti su come crescere e costruire un progetto all'interno di Formello; il nostro era un rapporto di fiducia diretta, in grado di stimolarti e di darti la scossa quando serviva. Ci siamo confrontati sulla squadra e su come migliorare, non è usuale che un direttore si apra così con un giocatore, quindi ho apprezzato ancor di più questa cosa. Uno dei miei rammarichi è stato il secondo anno alla Lazio dove forse si sarebbero potute fare scelte diverse sul mercato. Il trofeo che ricordo con più gioia è la Coppa Italia; ci ero arrivato vicino diverse volte in carriera e la finale del 2019, contro l'Atalanta, per me ha avuto un valore doppio. Da quella partita dipendeva il mio futuro e quello della società; quella vittoria fu una liberazione. Io volevo rimanere e continuare a crescere lì, con questa società. Volevo essere presente anch'io nelle foto dei vincitori accanto ai trofei a Formello".