PL - Iachini: "La media salvezza sarà più bassa rispetto agli altri anni. Felice della crescita di diversi giovani"

L'ex allenatore di Parma e Fiorentina, Giuseppe Iachini, è intervenuto ai microfoni di ParmaLive.com rilasciando alcune dichiarazioni riguardo la sfida di domenica scorsa, Fiorentina-Parma, al Franchi e riguardo la situazione dei crociati di Chivu e dei viola di Palladino in questo finale di campionato. Di seguito le sue parole:
Quale giocatore tra quelli del Parma pensa possa aver spostato maggiormente gli equilibri o messo più in difficoltà i Viola di Palladino?
"Io per affetto e perché hanno, tra virgolette, giocato ed esordito con me parlo di Bernabé, Sohm, Delprato, Balogh e tutti i ragazzi a cui sono più affezionato. Hanno fatto una buona gara, attenta, accorta, come deve essere fatta in Serie A, dove in certe situazioni devi far sì che la squadra sia solida e concreta. Il Parma ha avuto le occasioni contro una Fiorentina che è in ottima forma, ha fatto un buonissimo mercato quest'estate, si è ulteriormente rinforzata, come ha fatto anche il Parma. Andare a Firenze e fare una gara così attenta e concentrata non era facile, ma il Parma ci è riuscito. Sono contento per le persone che conosco lì a Parma e tutti quanti i miei ex calciatori" e prosegue "Sono giovani oggi, immaginiamoci 3/4 anni fa".
Che ricordi ha di giocatori come Bernabé e Bonny, che son stati protagonisti entrambi di ottime occasioni da gol?
"Bernabé, quando era arrivato, molti dicevano che potesse giocare esterno. Io subito con lui avevo intravisto, come avevo fatto in passato con altri giocatori (vedi Bennacer e Sensi), questa dote di poter giocare a in mezzo al campo. È un giocatore di qualità e già quattro anni fa dimostrava di avere una buona personalità, calcio piazzato e visione di gioco, quindi l'ho impiegato fin da subito lì e fece diversi gol. Bonny stesso aveva 18 anni, ma faceva già intravedere di avere del talento, della stoffa, vedeva la porta: era uno che già durante la settimana spiccava, su di lui facevamo esercitazioni anche dopo l'allenamento, ci fermavamo molto con lui. Insomma, è un ragazzo che, come tutti i giovani, aveva grande margine di miglioramento e di crescita, che ha poi avuto e sta avendo e deve continuare su questa strada, Delprato, il capitano, era anche lui giovanissimo. Mi chiesero su di lui che era da riscattare, essendo in prestito dall'Atalanta, e io dissi subito di riscattarlo immediatamente. È un jolly prezioso ed è un ragazzo di grande spessore umano e su cui ci si sarebbe potuto contare in futuro. Stesso discorso vale per Sohm, per Balogh, ragazzi che sicuramente stanno dimostrando molto. Già a quel tempo facevano intravedere delle potenzialità e ora son felice che le stanno confermando tutte. Senza assolutamente tralasciare Mihaila, che ho avuto per poco tempo, e Man, a cui avevo fatto fare anche da capitano, per dire la fiducia e la stima che ho avuto nei suoi confronti. Un ragazzo d'oro e sensibile, che ha bisogno di sentirsi fiducia attorno per poter rendere al meglio. Di certo è Man ha sempre il colpo in canna e la possibilità di far svoltare la partita".
Crede che una competizione sana tra Bonny e Pellegrino possa essere positiva in questo finale di stagione?
"Sicuramente. Sono stati presi diversi giocatori forti. Djuric, ad esempio, è un giocatore esperto, sa il fatto suo, la categoria la conosce, sa quello che ci vuole in certe situazione. Pellegrino anche è un ragazzo di talento, giovane e di sicuro futuro valore. Ovviamente, allo stesso tempo, il Parma ha esigenza di doversi salvare e Chivu deve cercare di far viaggiare sullo stesso piano i risultati e la crescita di questi ragazzi, cosa che era stata fatta anche con Fabio (Pecchia). Quando sei nelle partite finale e mancano poche giornate alla fine, l'obiettivo diventa sempre più fondamentale, in questo caso quello della salvezza".
Dall'arrivo di Chivu in gialloblu, il Parma ha perso solo una partita (quella contro l'Udinese), vincendo contro il Bologna e pareggiando addirittura contro l'Inter capolista e la Fiorentina, cosa ne pensa del lavoro svolto finora da lui?
"Sta dimostrando di essere un bravo allenatore, di avere delle idee chiare. In casi come questi non puoi pensare solo a portare qualità a livello di gioco, ma a portare a casa i risultati, perché sono quelli che danno fiducia ad un gruppo, ad una squadra e sono fondamentali per i punti in classifica. Si sa, basta una partita vinta o una persa e ti puoi trovare a lottare di nuovo con delle dirette concorrenti. È un campionato sicuramente difficile perché ogni settimana incontri squadre che lottano per diversi obiettivi, chi per l'Europa, chi per lo scudetto, chi per la Champions e chi, appunto, per la salvezza. Lì in fondo non stanno facendo moltissimi punti, infatti la media salvezza, a mio avviso, sarà più bassa rispetto agli altri anni, però resta che bisogna fare i punti. Bisogna essere bravi, volta per volta, a scendere in campo con la dovuta attenzione e concentrazione, con la testa la bravura per poter fare il risultato e portare a casa i punti".
A sole 6 giornate dalla fine, le prossime partite saranno ancora con squadre di alta classifica come Juventus, Lazio e successivamente Napoli, come vede il Parma davanti a questo calendario?
"Sono tutte squadre che lottano per obiettivi, ognuno ha il suo, ma non cambia molto rispetto a confrontarsi con le squadre che lottano per la salvezza, dato che anche loro lottano per non retrocedere. Quindi, non c'è una partita più facile o più complicata. Tutte sono partite importanti e con le loro difficoltà nell'affrontarle. Bisognerà sbagliare il meno possibile, anzi quasi nulla, dato che, soprattutto quando si arriva alla fine, il minimo errore può condizionare la partita e anche psicologicamente un gruppo squadra. Sarà necessario affrontare il tutto con il massimo dell'attenzione".
Che ricordo ha di Parma e cosa le è rimasto più a cuore?
"Ho un ottimo ricordo di Parma e dei suoi tifosi. Purtroppo il grande rammarico è quello di essere arrivato in un momento difficile, perché, ovviamente, dopo una retrocessione, tutti si aspettavano una ripartenza importante, ma non è stato così. Il programma della società è stato quello di far crescere i giovani e, con il tempo, tutti coloro che facevano parte della gestione precedente sono andati via e si è ricostruito un nuovo Parma. Certamente, quando ricostruisci una squadra, il rischio è alto, vediamo come sta succedendo alla Sampdoria, alla Salernitana. Non è facile, si rischia, soprattutto se capita in Serie A. Le difficoltà c'erano, ma è stata un'occasione per valorizzare tanti giovani" e ancora "Ricordo, una cosa impressionante, che c'erano tantissimi infortunati, un'altra problematica non indifferente che abbiamo dovuto affrontare e che, unita a questo cambio generazionale di tutto il gruppo poteva far sì che ci fossero discorsi diversi. Invece, secondo me, abbiamo portato a casa la barca nella maniera più tranquilla possibile, cercando di fare il meglio, ma crescendo parecchi giovani che poi, negli anni, sono stati e sono ancora oggi la forza della squadra. Basta dire che dopo quell'anno ce ne son voluti ancora altri due prima di andare in Serie A. Anche Fabio l'anno dopo avevano trovato le difficoltà che una squadra giovane comporta, ma ci vuole pazienza e tempo. Le cose non arrivano all'improvviso, ma ci vuole tempo e poi dà soddisfazione, sapendo di aver iniziato con loro il percorso di valorizzazione" conclude poi "Ho avuto, in generale, un ottimo rapporto con tutti e sono stato molto bene a Parma. Dispiace di essere capitato in un momento di grande cambiamento, rivoluzione e difficoltà, ma le abbiamo un po' rimediate e, fortunatamente, dopo qualche anno si è riusciti ad arrivare in Serie A. Ora però c'è da tenersela stretta".
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