Suzuki e l'arma tattica del lancio da 70 metri. Così il Parma si aprirà spazi di manovra anche in mezzo al campo
Dopo le prime uscite di Zion Suzuki in maglia crociata si può dire ancora poco delle sue qualità tra i pali, con le conclusioni arrivate che si contano sulle dita di una mano. Qualche buona risposta d'istinto, tante uscite senza paura ed alcune prese effettuate con estrema semplicità, a volte quasi con sufficienza, ma sempre con efficacia a parte una sola occasione contro l'Atalanta in cui ha fatto correre un po' di brividi.
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Ma quello che salta all'occhio è la semplicità con cui gestisce il pallone con i piedi, sia in impostazione dal basso, come primo regista, sia quando si alza il pressing della squadra avversaria e può sfoderare il suo potente e preciso calcio. Contro l'Atalanta abbiamo visto più volte lanci di quasi 70 metri sulla testa dei compagni, che con i giusti tempi di inserimento si sono poi ritrovati davanti al portiere avversario. Un'arma che il Parma potrà sfruttare in questa stagione e che costringerà gli avversari a salire in pressing con estrema attenzione: se sale tutta la squadra si aprono spazi in profondità facilmente raggiungibili da Suzuki. Se invece la difesa non accompagna la pressione in fase offensiva ecco che gli spazi di manovra si aprono in mezzo al campo...
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Il Parma di Pecchia fa del calcio propositivo uno dei suoi requisiti fondamentali, e così un portiere abile con i piedi è un presupposto a cui non si può rinunciare. Ma in Serie A servirà anche maggiore verticalità per sfruttare la velocità degli attaccanti gialloblu e gli spazi che verranno lasciati dalle squadre che vorranno imporsi in campo con il proprio gioco, sicuramente maggiori rispetto alla Serie B.
In campo aperto i crociati possono fare veramente tanto male a chiunque ma poi servirà trovare quella giusta dose di cinismo per sfruttare le occasioni che difficilmente arriveranno a grappoli come contro l'Atalanta. Il Parma è ancora con il cartello "lavori in corso", ma la linea è stata tracciata e ben impressa nella testa dei crociati.
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