A parlare è il bilancio del club: con gli investimenti di Krause la Serie A è un obbligo. Se si supererà questo scoglio il futuro sarà radioso, ora però le gambe non dovranno tremare
Poche balle: c'è da andare in Serie A, punto. Perché dico questo? Innanzitutto abbiamo dimostrato nell'arco di tutta la stagione di essere i più forti della Serie B a suon di risultati e prestazioni (escludendo ovviamente questo calo fisiologico mostrato dal rientro dalla sosta pasquale), nonché una delle rose più complete - se non "la più" - tra tutte, senza inoltre dimenticare la bontà del progetto intrapreso ormai quattro anni fa e che, finalmente, sta dando i frutti tanto attesi. Con questo, non intendo dire che "Io tifo Parma e quindi dobbiamo essere noi a vincere il campionato", bensì che sarebbe confacente fossero i crociati ad aggiudicarsi la promozione per una serie di motivi, se volete, anche meritocratici. Avremmo un bel lieto fine affermandoci campioni con una squadra costruita interamente con giovani talenti che, prima di essere scovati dallo scouting ducale, erano mezzi sconosciuti ai più. Giovanotti comunque pagati fior di quattrini dal presidente Kyle Krause. A proposito, vi linko qui sotto un articolo che parla degli investimenti profusi dalle società italiane a partire dal 2020 sino ad oggi. La ricerca effettuata da Calcio e Finanza illustra come il club gialloblù sia al terzo posto in Italia per finanziamenti elargiti da parte della proprietà, piazzandosi addirittura davanti a colossi come Milan, Inter e Napoli. Proprio in questi giorni è stato reso noto il bilancio del Parma ed è agghiacciante il dato riferito alle perdite che si aggirano attorno agli 80 milioni di euro. Lampante perciò che un altro anno tra i cadetti sarebbe deleterio per le casse societarie, le quali avrebbero l'estrema necessità degli introiti che la Serie A garantirebbe in prospettiva. Avanti di questo passo probabilmente non sarebbe più sostenibile perseguire la mission intrapresa, la quale richiederebbe ulteriori capitalizzazioni al fine di alimentare una macchina troppo dispendiosa rispetto i proventi della B. Ripeto quanto detto all'inizio: c'è da andare in Serie A!
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Ma a quattro giornate dal termine del calendario e con 6 punti di vantaggio sulla terza in classifica nulla è ancora scritto. Ovvio, il Parma vanta ancora un buon margine di distanza dal Venezia, ma il preoccupante stato di forma dei crociati sfoggiato (da leggere con tono eufemistico) nell'ultimo periodo ha fatto suonare più di un campanello d'allarme. Poi chissà, magari sono solo paturnie dettate dalla strizza le mie e già dopo questo turno di campionato ci ritroveremo a +8 sul terzo posto a tre gare dalla fine e buonanotte ai suonatori. Realisticamente parlando invece, un po' di apprensione c'è: aldilà della sfida di sabato contro il Lecco - la quale sulla carta dovrebbe essere poco più che una formalità (tenendo sempre una sola mano sulla tastiera) - le altre sfide in calendario non saranno affatto delle passeggiate. Che non ci si aspetti di andare a Bari a fare una gita al mare: i galletti navigano in cattive acque con lo spettro retrocessione sempre più minacciosamente nefasto e davanti ad un "San Nicola" gremito è lecito attendersi che i nostri avversari scenderanno in campo con il coltello tra i denti. La Cremonese ha ormai gettato la spugna nella lotta per la promozione diretta, ma rimane comunque una delle compagini più scomode da affrontare. Infine ci sarà il derby contro la Reggiana all'ultima di campionato, con i granata, chi lo sa, ancora invischiati nella corsa salvezza e pronti a dare tutto per vincere quella che potrebbe essere la partita della vita per entrambe le formazioni. Insomma, ora è tutto nelle nostre mani: il Parma ha dimostrato per una stagione intera di ciò che è capace ed in questo momento serve più che mai tornare ad essere il collettivo che, prima di questa flessione, stava meritatamente ammazzando il torneo. La Serie A è quasi un obbligo per il nostro club e, superato anche quest'ultimo scoglio, una volta centrata la promozione il futuro della nostra squadra sarà radioso. Non lo dico io, parla la capacità economica espressa dal pres a stelle e strisce...
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