Dalla crescita di Keita al crollo di Man: destini opposti per gli acquisti più costosi dell'era Krause. Giusto dare ancora fiducia al rumeno?

C'è chi ha saputo accendere la luce per uscire dall'oscurità di una stagione iniziata nel peggiore dei modi e chi, invece, dalle luci della Serie A è rimasto un po' accecato. Così si possono riassumere i percorsi opposti dei due acquisti più costosi dell'era Krause. Mandela Keita e Dennis Man sono accomunati dall'etichetta del prezzo: il Parma infatti ha investito tanto per portare in Emilia i due talenti. Il belga, arrivato ad agosto dall'Anversa come ultimo grande botto del mercato estivo, è costato al Parma 12 milioni, che con i bonus potrebbero diventare 15. Anche Man, a 22 anni, arrivò a Parma, per una cifra simile. C'è però una grande differenza, che impedisce di mettere a confronto la stagione dei due: Dennis ora di anni ne ha 26 ed è quindi a Parma da quattro anni, mentre Mandela deve ancora completare il suo primo anno. Non potendo quindi metterli a paragone, accosteremo il loro percorso da inizio stagione ad oggi.
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Partiamo da Mandela Keita. Nell'agosto scorso, Keita sembrava essere il tassello giusto per completare il centrocampo crociato. Un colpo intrigante e di prospettiva: classe 2002, nazionale belga con presenze in Champions e una valutazione, come anticipato, da grande talento. L'entusiasmo della tifoseria è ben presto scemato, lasciando spazio a qualche dubbio sul reale valore del ragazzo. Il belga infatti ci ha messo mesi per iniziare ad esprimersi su buoni livelli. Un tempo di adattamento più lungo del previsto, difficile da accettare viste le necessità del Parma e la cifra investita. Il belga però ha faticato ad entrare nei ritmi della Serie A, pagando forse a caro prezzo un esordio da incubo. Al Tardini, contro l'Udinese, il classe 2002 nel giro di pochi minuti venne espulso, per somma di ammonizioni, compromettendo la partita. Un colpo duro da digerire, che ha condizionato la sua prima parte di stagione.
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Fino a dicembre, Keita è stato impiegato a singhiozzo da Pecchia e le prestazioni sono state spesso deludenti. Con l'anno nuovo però, la musica è cambiata. Nel crollo della squadra, le prestazioni del belga sono state in costante crescita. L'arrivo di Chivu ha consentito poi di fare un ulteriore passo in avanti e nell'ultimo periodo Keita è stato complessivamente per costanza di rendimento il miglior giocatore in squadra. Dinamismo, quantità e qualità, tutte a servizio del gruppo. A questo si aggiungono qualità umane che stanno permettendo a Mandy, come lo chiamano i compagni, di imporsi sempre di più tra i leader dello spogliatoio. Con il nuovo mister, Keita si sente al centro del progetto e sta ripagando a suon di prestazioni. Ma Chivu chiede ancora di più: "Keita può fare ancora molto di più, lo dico anche a lui. Quando siamo andati sotto ha tirato fuori sempre qualcosa in più come aggressività ma anche in fase di possesso, con le qualità che ha. Ha margini di miglioramento importanti". Le aspettative per il finale di stagione sono, quindi, molto alte.
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Per un talento in ascesa, un'altra stella si è offuscata. L'inizio di stagione di Dennis Man aveva illuso tutti e stregato la Serie A. Gol, prestazioni da leader e giocate decisive, che avevano spinto ad eleggere Man tra i migliori giocatori delle prime giornate di Serie A. L'esterno rumeno sembrava esser l'uomo capace di far la differenza e trascinare i crociati verso la salvezza. Il suo talento sembrava definitivamente sbocciato, ma alla lunga qualcosa si è incrinato e Man è piano piano sparito. Quelle prestazioni da trascinatore dei primi mesi ormai sembrano lontanissime. Il racconto del suo inizio di 2025 è molto breve: un assist da urlo per Sohm contro il Bologna, poi partite di totale anonimato. Una perdita pesante per Pecchia prima e Chivu poi, che non son riusciti più a ritrovare il miglior Man, quello capace di fare la differenza.
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Il suo percorso a Parma, dopo la grande cavalcata della scorsa stagione e l'apice ad agosto, ora è in rapido e vertiginoso declino. Un crollo accelerato anche da un mercato turbolento, con Man accostato a diverse squadre e sul punto di partire. La sua avventura a Parma sembrava al capolinea, invece le vicende di mercato hanno visto sfumare le trattative e Man è rimasto. Da lì in poi però, il rumeno ha inanellato una serie di prestazioni deludenti, condite da troppa poca grinta e decisione, fino a trovarsi anche a partire dalla panchina. Un vero peccato, un potenziale non sfruttato, ma forse, a questo punto, anche e soprattutto per colpe sue: Dennis ora ha 26 anni, la sua carriera continua a procedere sulle montagne russe e quello che sembrava poter diventare uno dei talenti migliori del calcio rumeno, si trova a vivere una lotta salvezza non da protagonista.
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Come non sarebbe corretto analizzare la stagione di Keita senza considerare l'inizio tragico, è giusto anche premiare le prime gare stellari di Man. La stagione però è ormai nella fase conclusiva, il Parma ha bisogno di ogni punto e si esige il massimo da tutti. A questo punto la domanda sorge spontanea: se le chiavi del centrocampo finiranno nelle mani di Keita, in costante crescita, Chivu può fare affidamento su un Man che non sembra in grado di reagire? Difficile trovare una risposta. Rimango convinto che il talento del rumeno potrebbe ancora fare la differenza, ma le occasioni sprecate iniziano ad essere ormai troppe. Tutto dipende da Dennis: se riesce a tirare fuori il carattere e dimostrare di voler lottare con il coltello tra i denti per questa salvezza, a differenza di quanto visto nelle ultime settimane, allora sarà giusto affidarsi a lui. I colpi non gli mancano, serve però carattere. Deve tirarlo fuori, non solo per il bene del Parma, ma anche per il bene della sua carriera. Questi mesi di anonimato non fanno gola a potenziali pretendenti.
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