Obiettivo salvezza attraverso un calcio propositivo. Low profile e grande ambizione: non è un ossimoro, bensì la mission di questo Parma
Finalmente - per tutti gli appassionati di soap opere dalle trame ingarbugliate - la finestra dei trasferimenti ha di fatto aperto i propri battenti e ora tutte le società italiane potranno iniziare ufficialmente a costruire le rispettive rose in vista della stagione alle porte. C'è da dire, comunque, che ormai già da settimane si parla solo ed esclusivamente di possibili interessamenti da parte dell'una o dell'altra squadra nei confronti di determinati giocatori e di eventuali accordi tra dirigenti e procuratori vari, indi per cui - se siamo tutti d'accordo - preferirei almeno per questa volta discutere di altro rispetto i soliti temi di calciomercato per i quali avremo un'intera estate da trascorrere sotto le nostre abituali e mentite spoglie da direttori sportivi. Il mio intento oggi è quello di soffermarmi sulle dichiarazioni proferite da Vaeyens a margine della presentazione del nuovo logo della Serie A alla quale - non penso di dire una sciocchezza - non erano presenti emissari della Reggiana. Il Managing Director-Sport gialloblù si è concesso alla stampa presente e ha rivelato quello che dovrà essere l'obiettivo del Parma di quest'anno: ottenere la salvezza provando a giocare un calcio propositivo (il belga diceva "positivo", ma presumo volesse alludere a quanto vi ho riferito poco fa; se così non fosse vorrebbe dire che avrei clamorosamente toppato il tema dell'editoriale, per cui saremmo qui a ragionare sul nulla...).
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Diciamo che probabilmente queste esternazioni non faranno saltare di gioia tutti i tifosi crociati, alcuni dei quali probabilmente avrebbero preferito percepire ambizioni maggiori da parte del club, ma questa è la realtà dei fatti. Il compito di Pecchia e dei suoi ragazzi sarà quello di evitare la retrocessione nel corso dell'annata che a breve avrà inizio e credo fermamente che questo sia stato il giusto approccio a livello comunicativo da parte della proprietà verso la piazza. Parliamoci chiaro: se la volontà di Krause è quella di non rivoluzionare l'ossatura della rosa che ha centrato la promozione, viene da sé che con l'innalzamento del livello il traguardo da potersi prefiggere non può che essere quello di mantenere la categoria. In che modo però? Con un'identità ben definita, con il DNA che ci ha contraddistinto per gran parte dello scorso campionato frutto del lavoro del tecnico e della qualità di questo gruppo il cui connubio è riuscito con il tempo a sviluppare un ben preciso metodo di costante sviluppo di tutti i giocatori. Low profile e grande ambizione: non è un ossimoro, bensì la mission di questo Parma.