Parma a tempo: dopo i primi 45' i crociati calano, o addirittura crollano. L'età è solo una delle ragioni, ecco perché i tanti punti regalati fanno rabbia
Statistica: contando solo i primi tempi delle gare di Serie A, il Parma è primo in classifica e a punteggio pieno. E chi se ne frega? Perché aggiungendoci le riprese ecco che i punti diventano un terzo, da 12 a 4. Ecco perché io continuo a pensare con rabbia a quanto sperperato contro Fiorentina e Napoli, cinque punti che nessuno ci ridarà indietro (e che avrebbero fatto comodissimo nella corsa ai 40) e che abbiamo buttato con errori davvero assurdi, non permissibili in Serie A. La dimostrazione l'abbiamo avuta stasera, visto che dopo un primo tempo con tanta fortuna e due gol di vantaggio che francamente non meritavamo, la squadra si è sciolta come neve al sole nella ripresa, dando merito al buon primo tempo dei friulani che nella ripresa pareggiano in un batter d'occhio e con grande facilità rimontano il risultato con tre gol praticamente identici.
È un Parma 'a tempo' e questa è forse la cosa più preoccupante di queste quattro gare: se si eccettua il guizzo di Cancellieri contro il Milan, questo Parma parte fortissimo e va sempre in vantaggio, ma finisce per dilapidare tutto quanto di bello creato con ingenuità incredibili nella ripresa, vedasi i due rossi in quattro partite (inaudito) e le tre reti in fotocopia prese stasera. Se contro Fiorentina, Napoli e Milan era andata per lo più bene, fino al rosso di Suzuki almeno, contro una squadra con più certezze e fisicità, ecco che il Parma mostra il lato più negativo del proprio DNA.
Capitolo età: costruire una squadra giovane porta inevitabilmente a cali di attenzione continui, a picchi molto alti e crolli molto bassi. Un po' quello che abbiamo visto nelle ultime due gare, con un Parma bellissimo a tratti e indifeso in altri momenti. Ma la gioventù, o ancora meglio, la poca esperienza, non può essere la giustificazione di tutto. Pecchia dovrà lavorare tanto sulla testa della squadra nei prossimi quattro giorni, lui che di psicologia si intende, perché più che di un calo fisico la sensazione è che si tratti di una pressione che la squadra non sa ancora reggere, forse perché priva di un vero leader. Ora fare del disfattismo è comunque inutile: ci sono quattro giorni di allenamenti per andare al Via del Mare di Lecce e fare una grande partita, come l'anno scorso, magari ripetendo anche il risultato finale.