Scala sui singoli: "Buffon un fenomeno. Asprilla calò quando perse equilibrio mentale"
Nel corso della lunga intervista a La Nuova Venezia, mister Nevio Scala si è soffermato anche su tanti singoli del suo Parma.
Dino Baggio, veneto e padovano come lei: com’è stato il suo processo d’inserimento a Parma?
"Arrivò dalla Juventus subito dopo la fine dei Mondiali del 1994 e non ebbe grandi difficoltà d’ambientamento. Lo definisco un professionista serio e con un’innata leadership in mezzo al campo. Lo ringrazierò per sempre per avermi fatto vincere la Coppa Uefa grazie ai suoi gol, sia all’andata che al ritorno contro la Juve".
Passiamo a Gigi Buffon. Farlo esordire in una partita difficile, contro il Milan, non fu una scommessa?
"Le confesso che a distanza di quasi trent’anni mi vengono ancora i brividi nel raccontare come fu quella settimana. Avevamo Luca Bucci infortunato e in quei giorni io ed Enzo Di Palma sottoponemmo Gigi a una serie di tiri frequenti e consecutivi. Lui si dimostrò imbattibile, a tal punto che al mio secondo chiesi: “Stai vedendo quel che vedo io?”. Lui mi rispose: “Questo è un fenomeno”. Giusto che sia stato definito una leggenda del calcio mondiale".
Cosa portarono Brolin e Asprilla all’interno della squadra?
"Parliamo di due ragazzi forti, ma caratterialmente molto diversi. Tomas era una persona molto seria, con grandi qualità tecniche, e alzò il livello della squadra. Tino, nel corso del tempo, si lasciò andare, perdendo quell’equilibrio mentale che gli causò una flessione nelle sue prestazioni in campo. Insieme a Sandro Melli formarono uno dei tridenti più forti del campionato italiano nel corso degli anni ’90, che ci permise di raggiungere uno storico terzo posto in campionato e di trionfare in uno degli stadi più importanti del mondo".
Cosa mancò a Melli per compiere il definitivo salto di qualità?
"Sandro è stato un ragazzo con fortissimi alti e bassi. Disputò un campionato di Serie B e due di A in cui dimostrò di possedere delle grandi potenzialità. Conquistò anche l’Europeo con la Nazionale Under 21 e venne più volte chiamato da Arrigo Sacchi, in quella maggiore, perdendo la convocazione al Mondiale negli Stati Uniti solamente negli ultimi mesi. Alcune scelte sbagliate non gli permisero di esprimersi al massimo a un certo punto della sua carriera".