La stagione del Parma finisce tra le lacrime: è un altro fallimento? Tardini, sei unico: questi tifosi sono da Serie A
In una serata in cui c'erano tutti i presupposti per vivere qualcosa di magico, alla fine purtroppo è il Cagliari a festeggiare. Il "boss" Ranieri, soprannome utilizzato in conferenza da Pecchia, è riuscito ad imbrigliare la manovra crociata, difendendosi con ordine e annullando le offensive di Vazquez e compagni. Il Cagliari ha dimostrato di essere una grandissima squadra, meritando senza dubbio la finale. Le polemiche per l'arbitraggio della gara d'andata sono giustificate, ma questo non toglie i grandi meriti dei rossoblu. Il Parma ieri è riuscito a rendersi pericoloso solo nel finale, quando ormai era la forza della disperazione a spingere l'assalto crociato. E se effettivamente c'è stata anche un pò di sfortuna, con quelle due traverse che rimarranno a lungo impresse nella memoria, anche il Cagliari ha avuto le sue occasioni per chiudere i giochi. Per tutto l'arco dei novanta minuti abbiamo un visto un Cagliari attento e capace di rendersi minaccioso in contropiede. Il Parma invece, nonostante fosse costretto a vincere, ha faticato a rendersi pericoloso, portando avanti un possesso palla a lungo sterile. Commentare l'eliminazione di ieri è molto difficile: servirà tempo per analizzare cosa non ha funzionato e da cosa ripartire, ma adesso a caldo rimane l'amarezza e la delusione per aver perso un'altra occasione. Non ci si può nascondere: dopo aver conquistato il quarto posto, la Serie A non era solo un sogno, ma un obiettivo. Sicuramente difficile da raggiungere, ma non impossibile, soprattutto dopo i primi 45 minuti della gara d'andata. Buttare via così un doppio vantaggio è un sacrilegio, e i crociati l'hanno pagato a caro, carissimo prezzo. Se c'è una cosa innegabile è che i ragazzi (forse non proprio tutti) hanno dato il massimo in queste ultime partite e al termine della gara erano inconsolabili: vedere le lacrime di Buffon, Vazquez e Bernabè e sentire le parole di Delprato in conferenza lascia trasparire quanto ci tenessero e quanto fossero consapevoli di potersela giocare fino in fondo.
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Si è conclusa quindi la terza stagione dell'era Krause: si può parlare ancora di fallimento? A mio avviso sì. Non solo per quanto abbiamo visto in campo, ma soprattutto per quelle che sono le ambizioni del progetto del presidente americano. Probabilmente è stata la stagione migliore da quando c'è la nuova proprietà, ma va detto che fare peggio era molto difficile. Non possiamo scordarci quello che era stato detto al termine della scorsa disastrosa annata: la Serie B è una categoria difficile, e il primo anno è stato di ambientamento. Ora però questo processo dovrebbe essere concluso, ma il Parma si troverà nuovamente in cadetteria. E' vero, nelle ultime otto gare di campionato abbiamo visto una squadra diversa, che ha lanciato segnali positivi. Pubblico e squadra si sono riavvicinati, anche il gruppo sembra più compatto, e i tifosi finalmente hanno potuto sognare in grande. Ma questo non cancella quanto fatto in tutta la stagione. Tralasciando per un attimo l'aspetto sportivo, il vero fallimento è dal punto di vista economico. Anche se qualcuno ha provato a nascondersi dietro un dito in questi mesi, l'obiettivo è sempre stata la Serie A. Un obiettivo che diventa quasi un obbligo guardando ai bilanci economici: la società continua ad avere spese enormi rispetto a quelli che sono i ricavi in Serie B. I grandi investimenti di Krause hanno bilanciato questo gap, ma l'andamento attuale non è sostenibile per una società sportiva. Un altro anno in cadetteria costa tantissimo anche e soprattutto a livello economico: il Parma non può continuare a spendere come un top club per poi rimanere in Serie B. Altrimenti bisognerà ridimensionarsi.
Veniamo infine a chi ieri è uscito vincitore: e non sto parlando del Cagliari, che ancora la Serie A deve conquistarla contro il Bari. Sto parlando del pubblico del Tardini. Questi tifosi hanno dimostrato ancora una volta di essere da Serie A. Ieri hanno sostenuto i crociati prima, durante e dopo la partita. Uno spettacolo così non si vedeva da tempo: all'arrivo del pullman, i giocatori sono stati accolti dall'amore di un pubblico che ha fatto di tutto per aiutarli. Fin dal riscaldamento e per tutti i novanta minuti, la tifoseria ha regalato emozioni. La Curva si è animata all'ingresso in campo delle due squadre, con i fumogeni gialloblu che hanno coperto il campo del Tardini, creando un'atmosfera magica. Ma erano tutti i settori a sostenere la squadra: anche i tifosi crociati in Curva Sud e in Tribuna hanno sofferto e combattuto assieme ai ragazzi di mister Pecchia. E a fine gara, nel momento più triste, la Curva ha dato ancora il meglio di sé. In una settimana dove abbiamo raccontato degli episodi di inciviltà visti a Brescia, il pubblico del Tardini ha dimostrato di essere una perla rara nel mondo del calcio. Nonostante la sconfitta, la Curva ha mostrato vicinanza alla squadra, riconoscendo l'impegno messo in campo dai crociati. Questo non bisogna però darlo per scontato: società, staff e calciatori devono essere consapevoli della fortuna che hanno. Perché nonostante un'annata di alti e bassi, dove ci sono state anche contestazioni giuste per alcune prestazioni imbarazzanti, alla fine il tifoso crociato rimane vicino ai propri colori. Indipendentemente dalla categoria.
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