Gandolfi: “Mi piace Pecchia, ma ora deve aiutare i calciatori ad evitare la retrocessione"

06.02.2025 19:24 di  Bartolomeo Bassi   vedi letture
Gandolfi: “Mi piace Pecchia, ma ora deve aiutare i calciatori ad evitare la retrocessione"
TUTTOmercatoWEB.com
© foto di www.imagephotoagency.it

Ai microfoni di Tutto Cagliari, lo scrittore sportivo Remo Gandolfi ha parlato della sfida di domenica pomeriggio tra i sardi e il Parma. Tanti temi toccati nel lungo intervento. Dalla difficoltà dei gialloblu negli scontri diretti fino al Parma dei nuovi acquisti, di seguito riportate le sue parole.

“Remo, che Parma si presenterà a Cagliari domenica pomeriggio?
“Intanto diciamo che il Parma di solito fatica di più, paradossalmente, contro le dirette concorrenti che contro le big. Questo può dipendere da vari fattori: intanto la squadra ha un’età media molto bassa e i nostri giovani, quando affrontano i top team, non avendo niente da perdere giocano a briglie sciolte e a mente libera. Invece quando c’è da giocare di spada e non di fioretto stentiamo parecchio. La nostra impressione a Parma è che gli uomini di Pecchia soffrano oltremodo le formazioni, come ad esempio Empoli, Lecce, Verona e Genoa, che li studiano nei minimi particolari e che, di conseguenza, gli ‘sporcano’ le partite, arginandone il talento e limitandone le qualità tecniche. Aggiungiamoci il fatto che la partenza virtuosa di Delprato e compagni aveva illuso i tifosi, facendo sperare in un campionato scoppiettante".

La sensazione è che il Parma preferisca attendere l’avversario e colpirlo in contropiede piuttosto che “fare la partita”.
“Confermo in pieno. Lo dicono anche le statistiche: nelle ripartenze siamo una delle formazioni più pericolose della Serie A. Il problema è che quando ci abbassiamo e concediamo campo agli avversari, non disponendo di una difesa così solida e strutturata da consentirci di reggere la pressione, finiamo spesso per subire gol. Inoltre, per quanto i vari Bonny, Mihaila e Man abbiano delle qualità tecniche importanti, i nostri attaccanti non riescono a trovare il gol con continuità. Un Piccoli, per intenderci è un attaccante che a me ricorda tantissimo il primo Vieri e noi non ce l’abbiamo. Spesso necessitiamo di cinque sei palle gol per buttarne dentro una.”

Che partita si aspetta domenica all’Unipol Domus?
“Una partita condizionata dal fatto che il Parma, con l’arrivo di Djuric e anche di Pellegrino, altro attaccante molto strutturato fisicamente e abile nel gioco aereo, ora deve cambiare pelle. Con Djuric al centro dell’attacco dovremo alzare molto di più la palla e, anziché agire prevalentemente in contropiede, sfruttare al massimo le corsie esterne, riportando le ali sul loro piede forte anziché utilizzarle a piedi invertiti. Come dicevo prima, è il momento di accantonare il fioretto e di sfoderare la spada. E la spada si tira fuori anche scavalcando il centrocampo qualche volta in più rispetto a prima. A me piace molto Fabio Pecchia, perché propone un’idea di calcio brillante e intraprendente. Ora però deve aiutare questi ragazzi, che non hanno ancora vissuto direttamente le asperità della lotta per evitare la retrocessione, a cambiare il loro modo di interpretare le gare e a diventare tatticamente un po’ più camaleontici, puntando sulla forza fisica e sulla quantità oltre che sulla qualità".