“DANGER, ATTENTION PLEASE!”, il Parma non sta perdendo “solo” tante partite…
Sin dall’insediamento della proprietà Krause ho sempre provato a sostenere le idee portate avanti dal club, convinto della bontà di un percorso che nel medio-lungo periodo avrebbe dato i suoi frutti. Ad oggi però, dopo quasi 3 anni di insuccessi e figure barbine - non dimentichiamoci poi di questo terrificante dato - anch’io non so più a cosa appigliarmi per dare una spiegazione logica a quanto stiamo assistendo. Quella in corso è di fatto la terza stagione consecutiva portata avanti senza un'idea di progetto tecnico ben definita, e nemmeno più Pecchia pare possa essere l'uomo giusto per tirarci fuori da questa situazione. La partita del Sinigaglia ci ha messo nuovamente davanti alla dura realtà dei fatti: questo Parma è senza arte né parte, stop. Poi mi auguro di essere smentito a fine del campionato e di poter salire sul carro dei vincitori, ma quanto visto sino a questo momento è diventato ormai difficile da commentare ed ogni scusante o alibi del caso risultano tanto stucchevoli quanto superflue.
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I numeri a cui stiamo assistendo evidenziano la mediocrità di una squadra che occupa ora il 9° posto in classifica: tante sconfitte quante le vittorie (11 - già eguagliato il numero dell’ingloriosa stagione passata), 8° attacco ed 8^ difesa del campionato con soli 3 punti in più rispetto lo scorso anno ed attualmente fuori dalla zona playoff. Quello che ci tiene ancora in vita è il maggior equilibrio che caratterizza il torneo in corso rispetto il precedente, quando la classifica era già divisa in tre tronconi più o meno definiti. Risultati deludenti figli anche di un mercato sbagliato a luglio con l'aggravante di non essere riusciti a porre rimedio agli errori estivi nella finestra invernale. Una rosa male assortita, priva di un numero 9 sul quale fare affidamento e perennemente falcidiata dagli infortuni che limitano le scelte dell'allenatore. Ma al di là degli interpreti che vanno in campo - che presi uno per uno non sfigurerebbero in altre realtà di questa Serie B - i veri problemi sono altri. Pecchia, dopo il ko di Como, è stato chiaro in conferenza: "Così non possiamo essere competitivi", una chiara allusione alla scarsa forza mentale di un gruppo che pare essersi perso.
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Il tecnico si è assunto le proprie responsabilità, ma non è l'unico colpevole di questa debacle. In tal senso, le parole di Melli rilasciate ai nostri microfoni di recente (rileggi QUI l'intervista integrale) sono emblematiche. I tifosi sono stufi ed ormai arrivati al limite di sopportazione vedendo la nostra gloriosa squadra prendere schiaffi a destra e a manca, dopo aver dovuto digerire una retrocessione da vergogna e due anni come quelli che stiamo vivendo. Purtroppo emerge sempre più marcato uno scollamento tra il club e la città, e di domenica in domenica il rapporto va logorandosi.
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Krause sta investendo tanto per valorizzare il club, basti guardare il dato cui facevo riferimento sopra riguardo il mercato, o anche solo per il Parma Femminile, arrivando al progetto di riqualificazione del Tardini e del centro sportivo di Collecchio. Ma il tifoso, ormai, ha bisogno di vedere dei risultati già oggi, non tra qualche anno. Il rischio di perdere appeal con la piazza è alto, in termini di sèguito e vicinanza alla squadra da parte del pubblico.
Nel concreto, tornando a parlare del campionato in corso, i playoff sono un traguardo alla portata, ma per parlare di promozione, per quanto visto sinora, servirebbe giusto un miracolo. Un miracolo in cui nessuno ormai pare più credere ed è proprio questa la cosa che preoccupa. La spia di emergenza, che fino a questo momento ha soltanto lampeggiato pazientemente in attesa di un intervento adeguato è ormai fissa in allarme, e nella semiotica internazionale recita: “DANGER, ATTENTION PLEASE!”. Il Parma non sta perdendo “solo” tante partite…
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