Non scherziamo con il fuoco: il Parma rischia di buttare all'aria tutti i progetti futuri. Non esistono più alibi di gioventù o infortuni, così si torna in Serie B

01.02.2025 01:30 di  Tommaso Rocca   vedi letture
Non scherziamo con il fuoco: il Parma rischia di buttare all'aria tutti i progetti futuri. Non esistono più alibi di gioventù o infortuni, così si torna in Serie B
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Commentare questa sconfitta contro il Lecce è veramente difficile. La parola più adatta per raccontare la prestazione del Parma è disarmante: la squadra ancora una volta, pur non dimostrandosi inferiore al Lecce, esce dal Tardini senza punti. Un risultato che pesa tantissimo, perché arriva nell'ennesimo scontro diretto, ancora in casa e ancora subendo tre gol. Si potrebbero fare mille discorsi tecnico-tattici, ma non è il momento opportuno. Per dare però uno spunto sulla partita, basta un breve commento: come ormai ogni settimana, il Parma ha insistito con fatica per trovare uno spazio nell'organizzata difesa avversaria. Al contrario, il Lecce ad ogni attacco era pericoloso. La sensazione di impotenza era percepibile, soprattutto perché l'impegno e la voglia non sono mai mancate: il Parma ci ha provato, Pecchia ha più volte ridisegnato la squadra, ma quando gli ospiti avevano spazio per attaccare, il Parma subiva, incapace di schermare le avanzate giallorosse. Il secondo gol il contropiede, in un momento positivo per il Parma, è emblematico. Terminiamo il racconto cronologico della serata con ciò che è accaduto a fine gara: tutto il Tardini al novantesimo ha riempito di fischi i crociati, che sono stati chiamati sotto la Curva per un confronto. Un momento di grande rabbia sugli spalti e delusione e sconforto sul campo. Al termine della gara poi, una parte dei tifosi presenti in Curva si sono riversati sotto la Tribuna, in zona pullman, proseguendo con cori polemici all'indirizzo di squadra e staff tecnico. A metterci la faccia è stato il nuovo amministratore delegato Federico Cherubini: un battesimo di fuoco con la tifoseria, in un momento molto concitato. Cherubini si è subito assunto la responsabilità di andare a mediare con i tifosi presenti, dimostrando di aver già preso in mano la situazione con lo spirito giusto. L'ex Juventus si trova subito a gestire una situazione delicatissima e servirà anche la sua esperienza per cercare di tirare fuori la barca da queste acque burrascose. 

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Se a metterci la faccia con i tifosi è stato Cherubini, a parlare con la stampa invece è stato il direttore sportivo Mauro Pederzoli. Il primo forte messaggio che ha cercato di far passare la società è quello di un ambiente compatto, anche nelle difficoltà: Pederzoli ha subito chiarito che la sua presenza non era per parlare di un possibile esonero di Pecchia, bensì per dare spiegazioni in un momento così delicato a nome della società. Diversi spunti interessanti si possono evincere dalla conferenza: a partire dal mercato, dove il Parma ritiene di aver già fatto il grosso del lavoro, ma resta vigile per eventuali occasioni in questi giorni. Tradotto, arriverà qualche tassello, ma l'ossatura della squadra c'è già. Ma siamo sicuri di questo? Sicuramente per valori tecnici la rosa ha le potenzialità per ottenere la permanenza in Serie A, ma forse sta mancando in qualcos'altro. Se si continuano a ripetere certi errori da inizio anno, significa che c'è qualcosa che non va. Non si può più usare l'alibi di un adattamento iniziale alla categoria e nemmeno dare tutte le colpe alla guida tecnica, visto che la società con fermezza si è schierata con Pecchia. Certo, c'è anche l'inesperienza a livello anagrafico, ma nessuno ha costretto il Parma a battere tutti i record di gioventù, se si è fatta questa scelta è perché si è convinti possa portare alla salvezza. Allora non esiste più scusa che regga e non ci si può più nemmeno nascondere dietro a qualche prestazione convincente: se il Parma non riesce a raccogliere punti nemmeno quando riesce ad esprimere il gioco sbarazzino e propositivo, allora significa che questo non basta. Anche perché abbiamo a lungo giustamente osannato la squadra dopo prove come Torino e Napoli, ma se poi non arrivano i punti che servono a salvarsi significa che stiamo solo sottovalutando dei problemi radicati che paghi a caro prezzo. Siamo a febbraio, il calendario di fine stagione è difficile e il Parma è già in zona retrocessione: i punti vanno fatti ora, non possiamo dirci che sta andando tutto bene. 

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L'intenzione non è di creare allarmismo, il Parma ha ancora tutte le carte in regola per salvarsi. Al contrario però, questo articolo deve essere un monito: i recenti risultati preoccupano, l'ambiente è delicato, il Parma continua a ripetere i soliti errori... non sta andando tutto bene, qualcosa va cambiato. La preoccupazione non è legata ad un semplice risultato stagionale, ma ad una più larga analisi che abbraccia tutto il presente e il futuro del Parma Calcio. La società ha investito con serietà, come poche altre realtà in Italia, assicurando standard e mezzi di alto livello per la squadra. E' stato allestito un gruppo dirigenziale di alto livello (come confermato dall'arrivo di Chrerubini), con l'obiettivo dichiarato dal presidente Krause, un domani, di rivedere il Parma in Europa. Un futuro ambizioso, per il quale in questi anni si stanno gettando le fondamenta passo dopo passo. Una progettualità che riguarda anche la rosa, visto che si sta investendo con convinzione e soprattutto diversi milioni su giocatori giovani di ottima prospettiva. Ora però, il rischio retrocessione non fa dormire sonni sereni: tornare in Serie B significherebbe buttare all'aria tutto (o quasi) il lavoro svolto. Sarebbe un danno economico enorme per una società che in questi anni ha fatto registrare passività, risanate di tasca propria dal presidente, per tornare in Serie A. Si andrebbe a svalutare un parco giocatori su cui il Parma ha investito e su cui sperava di poter creare valore. Soprattutto si andrebbe a creare un divario ampio tra i sogni del presidente e una realtà da Serie A come il Parma rispetto ad un percorso al di sotto di ogni aspettativa. Tornare in Serie B sarebbe un danno troppo grande, anche perché abbiamo visto sulla nostra pelle quanto sia duro poi tornare in Serie A. Tutto questo per dire che il Parma non può nemmeno assumersi il rischio di poter retrocedere, perché buttare all'aria tutto il lavoro svolto sarebbe un danno davvero irrecuperabile. Serve un cambio di rotta, urgono riflessioni e interventi: siamo ancora in tempo, la lotta salvezza è apertissima, ma serve un netto cambio di rotta. 

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