Ondrejka in attesa di capire cosa farà Man. Bene Djuric per un attacco che si snatura (ma non è certo un male)
OndrejCHI? In molti poco più di ventiquattr'ore fa si sono fatti questa domanda. Jacob Ondrejka non era un nome fin lì mai uscito per il mercato del Parma, che ha lavorato molto bene e sottotraccia andando ad acquistare questo esterno ventiduenne che sarà subito a disposizione di mister Fabio Pecchia per la partita con il Milan. In grado di giocare sia a destra che a sinistra, Ondrejka ha dimostrato di avere buone abilità, anche sotto porta, messe in vetrina in Belgio, nota fucina di buoni talenti. Non tutti, però, riescono nel salto, ma la speranza del Parma è quella di aver trovato un nuovo Dennis Man, pagato la metà rispetto a quando l'originale era arrivato in Italia.
E proprio il dilemma Dennis Man continua a tenere tutti svegli la notte. Resta, se ne va, chissà cosa farà. La volontà del ragazzo sembra abbastanza chiara e lo stesso Parma, per il giusto prezzo, credo lascerebbe partire senza grossi indugi l'esterno. Talento cristallino, e su questo non ci sono dubbi, ma la costanza fa la differenza. E a 26 anni, Man, ancora non l'ha trovata. Dovesse rimanere per il Parma la notizia sarebbe solo positiva, visto che potrebbe contare ancora per qualche mese sul secondo giocatore più tecnico della rosa (il primo, Bernabé, è quello che manca veramente più di tutti a Pecchia). Dovesse partire, invece, ecco che con Ondrejka ci sarebbe già il sostituto. Se pronto lo saprà dire solo il campo.
Chi invece è pronto e ha tanta voglia di rilanciarsi è Milan Djuric, il gigantesco attaccante in arrivo dal Monza. Mai stato un bomber di razza in carriera, il bosniaco è però un laureato della zona salvezza. 199 centimetri di puro agonismo, lotta e servizio per la squadra, oro colato per un Parma che davanti risulta troppo spesso leggerino. L'arrivo di Djuric, però, snatura quello che è il concetto offensivo che il Parma ha costruito negli ultimi anni. Con un colosso del genere si vedranno molti più palloni lunghi e soprattutto una squadra che si appoggerà al suo centravanti, cosa che per caratteristiche non si poteva pretendere da Bonny ma nemmeno da Charpentier. Uno snaturamento che non va letto in negativo, soprattutto perché di recente i risultati non sono arrivati. Cambiare non fa mai male, specie in un momento in cui ciò che si sa fare (e bene) non sta portando risultati.