Il progetto di Krause dipende dalle prossime 35 partite: Pecchia ha tutto per condurre la squadra alla salvezza e tutelare il patrimonio che ha costruito

10.09.2024 13:00 di  Tommaso Rocca   vedi letture
Il progetto di Krause dipende dalle prossime 35 partite: Pecchia ha tutto per condurre la squadra alla salvezza e tutelare il patrimonio che ha costruito
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Ora che il mercato si è chiuso e la rosa è stata definita, tutto è nelle mani di mister Pecchia. Sarà lui, ovviamente supportato dal suo staff e dalla società, a guidare il gruppo verso una salvezza da cui passa il futuro della società. In questi giorni, l’entusiasmo dopo le prime ottime prestazioni in campionato ha spinto qualcuno all’ipotesi azzardata di un Parma capace di lottare per la metà di destra della classifica. Per quanto non sia una prospettiva irrealizzabile, la realtà al momento è un’altra: le potenzialità a questa squadra non mancano, ma questo non significa dare per scontato una salvezza che non lo è. Pecchia può sicuramente contare su un organico che può salvarsi in anticipo senza troppa sofferenza, ma in caso di disastro sportivo, le conseguenze sarebbero così tragiche per la società da non poter esser sottovalutate. Sul mercato nelle ultime stagioni Krause ha speso quasi duecento milioni, una cifra monstre per una squadra che è al primo anno di Serie A dopo tre anni di Serie B. Per quanto magari qualche investimento sia stato sbagliato, non si può dire che questa cifra sia stata interamente sperperata. In questo momento infatti la rosa del Parma rappresenta un importante patrimonio economico per la società: talenti giovani, che fanno gola in Italia e in Europa e il cui valore di mercato è in costante crescita. Tutto in linea con il progetto Krause, anche se con qualche anno di ritardo: quattro anni per l’esattezza, tenendo conto che l’obiettivo del presidente al suo insediamento è stato fin da subito di salvarsi in Serie A con una rosa di giovani talenti, per poi costruire un futuro ambizioso su basi solide. Sappiamo come sono andate le cose, è inutile ripeterlo. Ora il Parma si trova nuovamente a competere per salvarsi, questa volta però con una rosa di valore ben più alto rispetto all’anno della retrocessione e da qui vuole costruire il suo futuro.

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A conferma di questa ambizione, gli acquisti del mercato estivo ricalcano la filosofia portata avanti. Prendiamo i tre investimenti più esosi: Leoni, Suzuki e Mandela Keita, tre operazioni che, bonus inclusi, arrivano ad un totale di circa 33 milioni di euro per tre ragazzi giovani in rampa di lancio. Investimenti che fanno invidia alle altre società di Serie A e che assumono un valore solo in caso di permanenza in Serie A. Una tragica retrocessione sarebbe infatti un suicidio sportivo e costringerebbe la società a svendere, svalutando buona parte dei suoi talenti e ripartendo da zero, con una rosa da ricostruire e diversi milioni già buttati. Non fraintendete ciò che voglio dire, sono molto ottimista per la stagione del Parma e sono convinto che tutto andrà per il meglio, ma a chi dopo sole tre gare sottovaluta la lotta salvezza, ricordo quelli che sono i rischi di fare voli pindarici e poi affondare. A rassicurarmi però sono principalmente due fattori: il primo riguarda la rosa costruita dalla società, che sono fermamente convinto sia superiore a quella di diverse squadre in lotta per la salvezza. Una rosa profonda, con innesti interessanti e di prospettiva e qualche giovane che a Parma ormai è diventato esperto, come capitan Delprato. I più esperti Chichizola, Osorio, Hernani ed Estevez alla guida di un gruppo di giovani, a cui è stata data fiducia e che ora sono responsabilizzati e stanno diventando dei veri leader sul campo, da Bonny a Bernabé fino a Circati, giusto per menzionarne uno per reparto. Una rosa profonda, che offre più alternative a mister Pecchia.

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E qui veniamo al secondo motivo per cui sono molto fiducioso. In panchina siede colui che ha saputo davvero valorizzare questo gruppo, ottenendo risultati grandiosi a livello di campo che si riflettono sulla valorizzazione del parco giocatori della società. Se il valore di mercato dei vari Bonny, Circati, Coulibaly e Man è schizzato alle stelle, molto del merito è di mister Pecchia, che ha saputo tradurre gli investimenti della società in risultati. La sua conoscenza del gruppo e la sua capacità di gestione sono sotto gli occhi di tutti e per questo motivo il Parma brillante di questo inizio di stagione, pur potendo vivere alti e bassi fisiologici, alla lunga ha tutto per ottenere la salvezza ed evitare il disastro societario. Ecco perché, mister Pecchia, dopo aver costruito questo patrimonio, ora deve difenderlo a tutti i costi. E c’è solo un modo: salvarsi. Una responsabilità non da poco, che il tecnico conosce e si assume, senza scaricarla sul suo gruppo. Ricordiamo infatti: “anima leggera” e “spirito libero”, questo è il motto di questa stagione. Infine, chiudo con un personale in bocca al lupo per Mateusz Kowalski. Passare dalla serata più bella della sua giovane carriera, quella dell’esordio in Serie A, all’incubo di un infortunio gravissimo in pochi giorni, di certo non è un boccone facile da digerire. Nel momento chiave dello sviluppo di un giocatore, questa è una battuta di arresto che non ci voleva per un ragazzo su cui la società ha investito moltissimo. Auguri di buona guarigione a Mateusz, nella speranza di ritrovarlo tra un anno nuovamente nelle migliori condizioni.

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