Le rotazioni di Pecchia funzionano, ma dietro Circati è indispensabile. Camara, un'arma in più da qui alla fine
Per il Parma parlano i numeri: i crociati, infatti, sono in testa alla classifica del campionato dalla prima giornata ad oggi, attualmente con quattro lunghezze di vantaggio sulla Cremonese - seconda in graduatoria - e sei punti in più del Como, terza forza del torneo cadetto. Questo vuol dire che le scelte operate sin qui da parte della dirigenza ducale e di mister Fabo Pecchia in primis sono state quelle vincenti e stanno quindi portando i frutti sperati. Cosa si può rimproverare ad una squadra meritatamente in vetta ad una competizione così complicata e dura come la Serie B da inizio stagione - seppur con dei fisiologici scivoloni, se vogliamo, difficili da prevedere - per ben ventitrè turni consecutivi?! Io direi poco e niente, in effetti. Poi ovvio, mancano ancora quindici partite al termine del calendario e - tanto di corna - tutto può ancora cambiare, ma al momento in molti dovremmo fare un passo indietro rispetto alcune critiche e perplessità sollevate in determinati frangenti. La ragione sta dalla parte dei fatti ed ora stanno parlando i risultati conseguiti sin qui dalla truppa gialloblù. Anche le tanto discriminate rotazioni dei giocatori effettuate da Pecchia, che spesso fanno aggrottare la fronte dei tifosi - soprattutto quando coinvolgono i centrali di difesa - stanno legittimando sul campo le giuste letture dell'allenatore, che ha la possibilità di seguire giornalmente in settimana la squadra durante gli allenamenti ed optare, poi, per le decisioni evidentemente opportune da prendere. Il mister ha sin qui utilizzato in tutte le sfide del campionato i cinque cambi a sua disposizione, dimostrando di credere fermamente in tutti gli interpreti del gruppo e di affidarsi ciecamente ad un organico che, indiscutibilmente, gli trasmette fiducia ed affidabilità, dandogli la possibilità in ogni circostanza di poter modificare l'assetto dell'undici in campo senza dover scendere a compromessi con sostanza ed equilibrio tattico.
Ecco, forse però - andando subito a smentire quanto appena scritto -, volendo proprio continuare a dire la nostra (la mia, in questo caso), le gare con Modena e Venezia hanno senz'altro confermato che la presenza di Alessandro Circati al centro della retroguardia ducale è indispensabile. Al "Braglia" abbiamo assistito al peggior spettacolo horror di tutta l'intera annata e contro i canarini l'australiano è rimasto per tutti i novanta minuti in panchina, lasciando spazio alla coppia composta da Yordan Osorio e Botond Balogh. Sabato al "Tardini", invece, il tecnico ducale ha deciso di schierarlo titolare ed il classe 2003 ha annullato completamente l'attaccante dei lagunari che era sotto la sua supervisione, ovvero Christian Gytkjaer, esprimendo sicurezza negli interventi e nei tempi di gioco, leggendo perfettamente ogni situazione con malizia ed esperienza quasi innaturali per un ragazzo della sua età.
Un'altra nota positiva emersa nell'ultimo match con gli arancio-nero-verdi è stata senza ombra di dubbio la prestazione di Drissa Camara. Il ventunenne ivoriano (che ne compierà ventidue il 18 febbraio) ha risolto e deciso la sfida col Venezia, mettendo una firma d'autore sul successo finale in quello che potrebbe essere stato lo snodo cruciale della stagione del Parma. Ora Baki (come rivelò essere il suo soprannome in patria) ha bisogno di ritrovare quella continuità che gli è mancata sino a questo momento, purtroppo ostacolata dai molteplici problemi fisici accusati dal prodotto del vivaio ducale. Con lui a pieno servizio il mister sa di poter avere un'arma in più per il proprio arsenale: gli strappi che garantisce palla al piede e le incursioni tra le difese rivali hanno spesso dimostrato di poter essere fatali per gli avversari e anche di questo c'è bisogno. Vincere una partita nel modo in cui hanno fatto i ragazzi di Pecchia al "Tardini" regala entusiasmo ed ulteriore consapevolezza nei propri mezzi a tutto l'ambiente che ora vuole continuare a sognare, collezionando sempre più certezze e rischiando il meno possibile di depauperare quanto di buono fatto sin qui.
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