Nessuna rivoluzione nella vision del club. Ok, ma servono almeno 5 rinforzi di spessore dal mercato: uno per reparto, dietro anche un paio...
"Il club è stato chiaro: nessuna rivoluzione in vista, con qualche ritocco questa squadra sarà all'altezza della Serie A". È così che ho deciso di titolare il mio precedente editoriale (che vi linko nel paragrafo sottostante) in seguito alle parole riferite non più tardi di una settimana fa da Luca Martines, il quale, intercettato dai microfoni di 12TvParma alla festa di "Parma Partecipazioni Calcistiche", fece capire che l'intenzione della proprietà in vista della prossima annata sarebbe stata quella di puntare sull'ossatura della squadra che ha appena vinto il campionato cadetto. Personalmente sposo appieno la vision del club: credo infatti che il coraggio di provare a scommettere sulla crescita di questi giovani sia encomiabile e rispecchi la lungimiranza di vedute e la quadratura progettuale che la presidenza ha da sempre mostrato di voler intraprendere. Detto questo, però, sappiamo tutti che non sarà possibile mantenere la categoria nella stagione che verrà affidandoci soltanto ai romanticismi del caso riguardo la bontà della mission ducale, tantomeno alla riconoscenza nei confronti dei protagonisti che ci hanno trascinato nella cavalcata verso la promozione. Come già anticipato dal Managing Director-Corporate gialloblù, giust'appunto, saranno opportuni alcuni inserimenti al fine di puntellare la rosa che mister Fabio Pecchia avrà a disposizione per affrontare la Serie A. Preservando quindi lo scheletro dell'attuale organico diverrà essenziale andare a operare sul mercato per cercare dei rinforzi all'altezza della competizione alle porte. A mio modesto parere, però, pur mantenendo la struttura portante del gruppo crociato, serviranno almeno 5 acquisti significativi a questo collettivo per poter essere competitivo tra le migliori d'Italia.
Dico 5 e ora vi spiego il perché del mio improvvisarmi direttore sportivo. Provando a fare una (ri)costruzione dal basso del mio ragionamento, partirò dal fondo del campo: tra i pali, secondo me, occorrerebbe un portiere di livello per la categoria e, con tutto il rispetto e la stima che provo per lui, all'età di 34 anni Chichizola non ha mai disputato un solo minuto nella massima serie. Senza dubbio l'argentino potrebbe restare quantomeno un'altra stagione ricoprendo il ruolo di vice ed al contempo fare da chioccia ai tanti ragazzi emergenti della squadra. In difesa sarà imprescindibile l'arrivo di almeno un difensore centrale che conosca il campionato (se non due, ma questo dipenderà anche dalle possibili cessioni al fine di non sovraffollare il reparto) e un laterale mancino di spessore che da tempo non si vede dalle nostre parti. Considerando la più che probabile partenza di Zagaritis e l'addio già annunciato da Ansaldi, Di Chiara e Coulibaly fungerebbero da valide alternative nelle consuete rotazioni alle quali ci ha spesso abituato il nostro allenatore. Preso atto delle sempre più insistenti sirene dal Brasile relative ad un possibile ritorno in patria da parte di Hernani, anche in mediana bisognerà fare qualcosa: un metodista che sappia orchestrare la manovra e a questo coadiuvare fasi di lavoro sporco potrebbe essere l'idea giusta sulla quale investire nel corso dell'estate. In avanti guai ad appesantire eccessivamente di troppe responsabilità Bonny e Benek: i due ragazzi avranno tempo di crescere - Pecchia saprà come fare - ed inoltre sono entrambi particolarmente duttili al punto da adattarsi in svariate posizioni nel polivalente arrangiamento tattico del tecnico, quindi eviterei di battezzare l'uno o l'altro come punto di riferimento dell'attacco ducale almeno per il prossimo anno. Colak e Charpentier non hanno i numeri per poter vestire i panni del cannoniere in Serie A, ma senz'altro uno dei due potrà essere un buon rincalzo per il terminale offensivo titolare. Insomma, la faccio breve: serve un bomber! Magari sbaglio eh - e Pecchia sarà pronto a smentirmi sul campo -, ma dal mio punto di vista una squadra neopromossa deve avere un numero nove di peso che possa spostare gli equilibri garantendo alla propria squadra quei dieci/quindici gol dal valore fondamentale in chiave salvezza. Poi chissà, la campagna acquisti del club mi sconfesserà e il Magico sarà ugualmente in grado di fare grandi cose anche senza un attaccante di peso, ma a bocce ferme ho provato a vederla in questa maniera. L'importante è che chiunque arrivi sia disposto a dare l'anima per questa maglia: solamente così gli investimenti profusi da KK saranno davvero ripagati, solo così il Tardini sarà orgoglioso di chi indosserà questi colori.
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