Parma rimandato, ma ora la lezione va imparata. La Serie A non permette errori: Piccoli non è Lautaro, ma nemmeno Johnsen
E' un Parma che, ancora una volta, esce con le ossa rotte da una sfida in cui probabilmente avrebbe meritato qualcosa di più. E lo stesso discorso si può fare per le gare con Fiorentina e Napoli, lasciando stare i casi di Udinese e Lecce. E tre indizi (almeno) devono per forza fare una prova: la Serie A non è la Serie B, non permette errori o distrazioni e questo il Parma lo deve imparare al più presto.
Non può essere una bocciatura per i crociati, capaci di riprendere la gara, di creare un paio di occasioni clamorose, di andare sotto di nuovo per un gol incredibile e di reagire nuovamente trovando il pareggio. E poi? E poi si regala un'altra chance all'avversario, che non è clemente come gli attaccanti del Parma, ma ti punisce subito.
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Perché questa è la Serie A, l'errore si paga e a caro prezzo. Piccoli non sarà un bomber da 20 gol a stagione, non è Lautaro Martinez, ma è un attaccante da Serie A e alla prima occasione pulita ti punisce. Non sono più permesse disattenzioni con la speranza che poi l'avversario ti possa graziare. Non accade più come in Parma-Cremonese quando Johnsen saltò anche Corvi per poi calciare fuori a porta completamente vuota.
In Serie A la sbavatura non è concessa e questo il Parma lo deve imparare subito per non gettare al vento altri punti preziosi. Ma va imparata sia in fase difensiva, dove non si possono regalare occasioni facili agli avversari ad ogni partita, sia in fase offensiva, dove se un avversario ti lascia un'occasione va sfruttata, senza sprecare nitide palle gol ad ogni giornata di campionato.
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