Portiere, centrale, terzino, mediano, esterno e centravanti: questi i profili sondati dal Parma. Non sarà una rivoluzione, ma poco ci manca... Chiamiamolo restyling
Dunque, che sia chiaro sin da subito: lungi da me delegittimare le parole di quelli che a tutti gli effetti sono gli interpreti principali del club. Le mie considerazioni vogliono solamente essere un insieme di ragionamenti e di pensieri che in questi ultimi giorni ho provato a elaborare cogitando rispetto le tante - probabilmente troppe - indiscrezioni di mercato che da settimane scorrono tra i vari media di informazione sportiva. Premetto (no perché poi sembra che me la canto e me la suono da me): siamo noi i primi a riportare a voi lettori decine di notizie relative a possibili interessamenti da parte del Parma verso taluni giocatori - e sono centinaia quelle che evitiamo di riferirvi poiché riteniamo che il livello di credibilità di queste meritino lo stesso appellattivo della celebre "Corazzata Potemkin" -, ma il mercato è fatto anche di questo. Nel periodo estivo voci e rumors sono all'ordine del giorno, tanto quanto poi le plausibili smentite rispetto le stesse informazioni diffuse pochi giorni prima e vi garantisco che talvolta diventa complicato riuscire a carpire attraverso i nostri canali quali tra queste siano realmente attendibili e quelle che invece rientrano nel calderone delle boutade.
Digressione a parte, stavamo dicendo: tra la fine di maggio e il mese di giugno sono state rilasciate diverse dichiarazioni dai vari tesserati dell'organigramma dirigenziale e dal mister stesso, tutte con un medesimo denominatore comune rivolto a trasmettere alla piazza un messaggio ben preciso. "Non ci saranno rivoluzioni, solo qualche aggiustamento": questo, stringendo, il succo delle asserzioni dei protagonisti gialloblù. Sono sempre stato d'accordissimo riguardo la volontà espressa dalla società di voler perdurare nel puntare sul gruppo che ha dimostrato di poter dominare la Serie B, scegliendo quindi di continuare a perseguire il progetto di valorizzazione dei numerosi giovani di proprietà che compongono l'organico crociato, ma con tutti i nomi che sin qui sono stati accostati alla nostra squadra verrebbe da credere che, invece, una sorta di massiccia ristrutturazione possa anche avvenire. Ovvio, non tutte le piste saranno poi percorribili e, magari, molte delle ipotesi emerse fino a questo momento finiranno nel famoso calderone di cui sopra, ma spulciando attentamente tra i vari giocatori circolati in orbita ducale sembrerebbe quasi che il Parma sia alla ricerca di svariati rinforzi in tutti i reparti della rosa.
RILEGGI ANCHE: La vetrina di Euro2024 complica i rinnovi di Man e Mihaila? Ora Becali ha un grande vantaggio nel braccio di ferro con il Parma
Dall'alter ego di Chichizola al tanto discusso centravanti, passando per entrambi i laterali di difesa e gli esterni d'attacco, senza poi dimenticare la necessità di trovare un centrale d'esperienza e un ulteriore tassello a metàcampo. Ripeto, magari alla fine queste indiscrezioni si riveleranno soltanto come dei chiacchiericci di mezza estate, ma ponderando a fondo tutte le variabili in gioco non sarebbe un'assurdità pensare che effettivamente ci possa anche essere la necessità di completare tutte queste operazioni. Come dicevo in un mio precedente articolo (che vi linko al termine di questo paragrafo), la spina dorsale dello scacchiere di Pecchia è pronta a cambiare radicalmente: suppongo infatti che l'arrivo di un portiere di livello, di un perno per la retroguardia, di un metodista che sappia orchestrare la manovra e a questo coadiuvare fasi di lavoro sporco e di un attaccante adatto al gioco del nostro allenatore siano indispensabili, ma non è tutto. Con le partenze di Ansaldi e Zagaritis e il possibile addio da parte di Di Chiara, servirà un'altro terzino sinistro oltre a Valeri, e trovare un vice Delprato non sarebbe una cattiva idea. Sulla trequarti è inoltre calda la pista che porta a Gaetano, mentre sugli esterni è ancora tutto da definire, con Begic e Partipilo pronti a fare le valigie e i due rumeni che ancora non hanno rinnovato i rispettivi accordi con il club. Insomma, in fin dei conti - come normale che sia - una formazione neopromossa in una categoria superiore, pur ben costruita e assortita come la nostra, nutre un fisiologico bisogno di essere ampiamente rimaneggiata e probabilmente così sarà. Il Parma ha tutte le carte in regola per confermare gran parte dell'ossatura che attualmente sostiene la rosa, ma per affrontare la Serie A talento e freschezza potrebbero non bastare. Non sarà una rivoluzione, ma poco ci manca... Chiamiamolo restyling.
LEGGI QUI: La spina dorsale gialloblù pronta a subire diverse modifiche: Pecchia avrà bisogno di uomini pronti